La Finanza torna al teatro Sannazaro:
sospeso finanziamento di 44mila euro

La Finanza torna al teatro Sannazaro: sospeso finanziamento di 44mila euro
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 17 Dicembre 2018, 22:55
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Hanno sospeso anche un finanziamento di 440mila euro, soldi provenienti dal ministero e destinati a chi allestisce cartelloni di indiscutibile pregio artistico. È questo l’ultimo step dell’inchiesta condotta dalla Procura di Nola a carico dei gestori di società entrate nel corso degli anni nella conduzione del teatro Sannazaro di Napoli. Un nuovo blitz, un nuovo intervento da parte della guardia di finanza, una nuova tegola giudiziaria per i titolari del teatro di via Chiaia - siamo nel salotto cittadino - negli anni d’oro avanguardia artistica non solo a Napoli. Si indaga su un debito di quasi un milione e seicentomila euro, soldi che sarebbero stati distratti ad un gruppo di creditori in rapporti di affari con i vertici del teatro. 
IL BLITZ
In sintesi, sono stati i militari della compagnia della Guardia di Finanza di Nola (agli ordini del capitano Rosario Pepe) a sequestrare le quote sociali di una nuova azienda, a distanza di due mesi da un precedente blitz sempre riconducibile al Sannazaro. Ma in cosa consiste l’ultima tappa di questa vicenda? Questa volta sono state sequestrate le quote sociali della società «Tradizione e turismo srl», che aveva preso a gestire il teatro Sannazaro dopo il fallimento di una precedente compagine societaria. Ed è in questo intervento che sono stati sospesi i finanziamenti che portano il timbro del ministero, sulla scorta di un principio su tutti: dal punto di vista centrale (parliamo di organi ministeriali) le erogazioni pubbliche vengono consentite solo quando strategie aziendali e documentazioni presentate rispecchiano il massimo livello di trasparenza, in mancanza di qualsiasi pendenza. E in questo caso i rilievi della Finanza hanno evidentemente allertato gli osservatori capitolini. Ma andiamo con ordine, a ripercorrere le tappe dell’inchiesta condotta dalla Procura di Nola, sotto la guida della procuratrice Annamaria Lucchetta. Secondo gli inquirenti dell’ufficio inquirente vesuviano, la società sarebbe stata utilizzata per nascondersi ai creditori della fallita Esmeralda srl (la società che in precedenza gestiva il teatro), già destinataria di un provvedimento di sequestro del Tribunale di Nola (parliamo dello scorso 17 ottobre). Ieri, un altro step. Più in particolare, l’attuale misura cautelare è stata emessa nell’ambito di un’indagine dei finanzieri sulla bancarotta fraudolenta della società «La.Ma.Ing. srl» che ha anche già consentito di mettere i sigilli alla società Esmeralda srl e ai suoi beni (scenografie, costumi, apparecchiature e macchinari) utilizzati per le rappresentazioni teatrali. Una misura cautelare che non ha avuto effetti sugli eventi programmati nel cartellone della prossima stagione teatrale. Alla «Tradizione e Turismo», secondo gli investigatori, sarebbero confluiti, in maniera fraudolenta, i beni della fallita Esmeralda, con lo scopo di evitare di pagare i creditori a cui spettano, complessivamente, quasi 1,6 milioni di euro. 
LE ACCUSE
Bancarotta fallimentare documentale e patrimoniale è l’accusa ipotizzata dagli inquirenti nolani, per la presunta distrazione di beni per un milione e mezzo di euro: soldi che sarebbero stati sottratti a diversi creditori, che sarebbero passati da una società all’altra. Un’inchiesta che al momento vede coinvolti quelli che vengono ritenuti i gestori del teatro Sannazaro, vale a dire Lara Sansone e il marito Salvatore Vanorio. Doveroso un chiarimento: blitz e sequestri non rappresentano una condanna definitiva, ma momenti di verifica di una ipotesi investigativa. Tutte le persone coinvolte potranno così replicare alle accuse e dimostrare la correttezza della propria condotta. 
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