La guerra dei taxi
al tram dei turisti

di Gianni Molinari
Giovedì 22 Marzo 2018, 22:56
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Cosa penseranno i mille tra espositori e buyers che sono arrivati in città per la Borsa Mediterranea del Turismo e che ieri non hanno trovato taxi all’aeroporto e alla stazione? La città è bella, per carità. A ogni metro si è fermata più volte la storia. Si mangia non bene, ma molto bene. C’è una cordialità altrove impensabile. Però. Però mentre la città promuove se stessa è immobile, perché i tassisti hanno deciso di bloccarla. E perché? Perché - dicono - un tram turistico svolge un servizio che invece è esclusivo dei taxi.
Dunque Napoli resta senza taxi non perché arriva Uber, e le sue minacciose tariffe tagliate, non perché arriva (unica grande città sprovvista) il car sharing, ma perché un tram, partendo dal centro, raggiunge Pompei e altre mete turistiche della provincia. Stesso percorso della Circumvesuviana.
Uno sciopero fuori da ogni regola, senza nessun avviso. E senza rispetto alcuno per la stessa città - impegnata a mostrare se stessa ai tour operator di tutto il mondo - che nella crescita turistica ha trovato quella linfa venuta a mancare in tanti altri settori. Linfa che ha consentito nuove iniziative imprenditoriali, nuovi posti di lavoro. Posti di lavoro veri, nati con l’aumentata presenza dei turisti e, quindi, preziosi, perché frutto dell’iniziativa privata senza interessare le casse pubbliche. Posti di lavoro che hanno dato dignità e prospettive anche a molti giovani. Posti di lavoro veri, perché in settori concorrenziali dove tutti sono spinti a fare meglio per conquistare i clienti. Appunto questa è la differenza: tra chi deve conquistare, ogni giorno tra mille difficoltà, i clienti e chi, in monopolio, può permettersi di dettare le condizioni.
Condizioni che tuttavia trovano terreno fertile in un rapporto malato con le istituzioni, che quelle condizioni non respingono e che, anzi, assecondano. Condizioni che garantiscono un servizio scadente, nonostante un recente aumento che ha fatto balzare in alto le tariffe (dopo le 22 con la chiamata si parte da otto euro!) senza avere avuto nulla in cambio: le macchine restano mediamente fatiscenti, il numero di auto provviste di pos per bancomat e carte di credito è in una nicchia, il resto è perennemente arrotondato in eccesso e, last but not least, resta in piedi quell’inverecondo spettacolo che va in scena alla Stazione Centrale di plateale teatralità e inefficienza.
Il problema però è un tram turistico. E allora il Comune, anzi l’ineffabile assessore ai trasporti, Mario Calabrese, che fa cede e sposa la causa dei tassisti. Chiederà alla Regione e alla Città Metropolitana, competenti per materia, di negare l’autorizzazione al tram turistico.
I turisti, a Napoli, possono attendere!
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