La sicurezza delle donne minata dal lassismo

di Carlo Nordio
Venerdì 14 Gennaio 2022, 23:30 - Ultimo agg. 15 Gennaio, 07:00
4 Minuti di Lettura

Comprensibilmente assorbita dalla gestione della pandemia e dall’individuazione dei candidati al Quirinale, la politica ha ignorato un evento che pochi mesi fa avrebbe indignato anche le anime meno sensibili e scatenato le polemiche più accese. A Milano nella notte di capodanno, e sotto gli occhi della polizia, alcune ragazze sono state oggetto di molestie e violenze sessuali da parte di un gruppo di giovani scatenati. Tenuto conto che, fino a qualche giorno fa, la tutela psicofisica delle donne era oggetto di dibattiti, cortei e proposte di inasprimenti punitivi, è sorprendente che una vicenda così grave sia passata, dopo le consuete edittazioni solenni di sdegno, in secondo piano. Ieri la magistratura milanese ha convalidato il fermo di un indiziato; pare che siano in corso le individuazioni degli altri responsabili. Nel frattempo arrivano denuncie di altre ragazze oggetto di soprusi. Sarà anche politicamente scorretto, ma è doveroso domandarsi cosa sarebbe avvenuto se un branco di teste rasate avesse fatto altrettanto con una dozzina di extracomunitarie. Forse, ripetiamo, la politica è distratta da argomenti più importanti. Intanto ci limitiamo a due considerazioni.

La prima riguarda i fatti, come si dice in giuridichese, materiali. Le violenze sessuali negli ultimi decenni sono aumentate ma hanno cambiato connotato: non sono meno odiose, ma sono, per così dire, più articolate. Un tempo erano compiute a danno di vittime sconosciute, aggredite in luoghi solitari e costrette a subire l’offesa da energumeni brutali. L’esplicazione della forza fisica - la cosiddetta “vis ablativa” - toglieva alla vittima ogni possibilità di reazione, e il reato lasciava tracce ben visibili sulle vesti lacerate e sui corpi feriti.

Più di recente si sono invece convertite in comportamenti più complessi, e per certi aspetti anche più allarmanti: avvengono tra le mura domestiche, tra coniugi, conviventi od amici. Le cause sono molteplici: da una errata concezione dei cosiddetti diritti matrimoniali fino al proposito di una sottomissione incondizionata. Tra i più giovani, l’abbandono di ogni scrupolo è spesso collegato all’assunzione di alcol e stupefacenti, talvolta insieme alla vittima. Non solo. Questo reato, per la sua stessa natura, si consuma quasi sempre senza testimoni, cosicché la sua ricostruzione nella aule dei tribunali è assai difficile, soprattutto quando la forza bruta è sostituita dalla coazione psicologica e mancano tracce evidenti di lesioni.

Tutto questo a Milano non è accaduto, e siamo ritornati ai vecchi tempi. .

Il branco si è scatenato con una furia aggressiva che ha lacerato le vesti delle ragazze, e le ha percosse ripetutamente. La polizia è intervenuta tardi, per la carenza di uomini e la confusione generale. Pare che un paio di giovani turiste tedesche , tornate in patria, abbiano riferito di non aver sporto denuncia in Italia perché diffidenti della nostra giustizia. La domanda è quindi la seguente: com’è stato possibile questo scempio così vergognoso?

E questo ci porta alla seconda considerazione, che in realtà è un sospetto. Il sospetto che, vista l’etnìa degli aggressori, vi sia stata una sorta di riluttanza ad intervenire per paura di esser accusati di discriminazione razziale, autoritarismo poliziesco o magari repressione fascista. Un sospetto avvalorato dalla ormai radicata consuetudine a chiudere un occhio nei confronti di gruppi di nordafricani che spacciano stupefacenti nelle strade e nei giardini, e dalla circostanza che, a detta degli stessi inquirenti, alcuni di questi malviventi erano frequentatori della piazza noti per la loro aggressività. Se così fosse, non solo si verificherebbe una intollerabile ingiustizia formale e sostanziale, ma il nostro Paese verrebbe percepito come un porto franco dove ciò che è precluso agli uni è consentito agli altri, e dove una omiletica esortazione all’accoglienza e alla carità sottintende una sostanziale impotenza che si converte in rassegnazione.

Tre giorni fa, a distanza di una settimana e mezzo, due presunti responsabili di quegli avvenimenti sono stati arrestati. Ma le immagini girate da chi era presente documentano la partecipazioni di decine di giovani uomini. A questo punto non sappiamo se tutti gli autori di questo misfatto saranno mai individuati, processati e adeguatamente puniti. Ma l’inizio non è confortante. A distanza di quindici giorni dai fatti, avvenuti in una delle piazze più belle del mondo e sotto gli occhi di testimoni e telecamere, ci saremmo aspettati qualche risultato più rapido e tangibile. Quanto alla politica, ci auguriamo che dopo la discesa della curva dei contagi e l’ascesa al Colle del nuovo Presidente, essa riprenda la benemerita opera di tutela delle donne, e più in generale dell’ordine pubblico, che a Milano ci è sembrato, a dir poco, trascurato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA