«Equitalia, ora Maradona potrà riavere gli orecchini»

«Equitalia, ora Maradona potrà riavere gli orecchini»
di Valerio Iuliano
Sabato 14 Marzo 2015, 23:55 - Ultimo agg. 15 Marzo, 00:01
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Persino Diego Armando Maradona potrebbe richiedere la restituzione dei suoi preziosi orecchini. Come pure dei Rolex, del valore di 11mila euro, che gli furono pignorati, in seguito al contenzioso con il fisco. Il caso del Pibe de oro - solo il più eclatante tra tanti altri - illustra perfettamente la portata della sentenza, emessa nei giorni scorsi, dalla sesta sezione civile della Corte di Cassazione. Un verdetto destinato - secondo il legale Angelo Pisani - a rivoluzionare i rapporti tra Equitalia e tutti i contribuenti sottoposti ai pignoramenti di case, automobili ed altri beni. I 30 giorni di tempo riconosciuti ai cittadini per un contraddittorio preventivo con la società di riscossione, prima dell'attivazione delle procedure, potrebbero tramutarsi in una manna dal cielo per le vittime di fermi ed ipoteche. «Alla luce del principio ribadito dalla Cassazione - annuncia Pisani - tutti potranno esercitare il loro diritto di difesa, derivante sia dai principi costituzionali che dalle norme sulla riscossione. Lo Statuto del Contribuente è la legge madre in materia. Ma finora Equitalia lo aveva spesso ignorato. E così anche tanti giudici. Il contraddittorio è stato negato a Maradona, prima di subire i pignoramenti, come a molti altri. Queste procedure riguardano tanti italiani. Dopo i pignoramenti, viene perfino negato loro il diritto a ricevere mutui o a lavorare nella pubblica amministrazione. Il cittadino diventa così un vegetale».



La sentenza delle Sezioni Unite sull'annullamento dei pignoramenti riguarda, in realtà, solo le eventualità di mancata comunicazione preventiva e di conseguente attivazione del contraddittorio con il contribuente. Non mancano, infatti, i casi nei quali Equitalia si impegna alla comunicazione preventiva: laddove questa vi sia, è possibile attivare un centenzioso che potrebbe quindi evitare il pignoramento. Dal sito internet della società di riscossione si evincono le procedure prese in considerazione. «Dopo 60 giorni - si legge nella pagina web dedicata alle procedure cautelari ed esecutive - dalla notifica della cartella, se il cittadino non ha provveduto al pagamento o non ha ottenuto una rateizzazione, Equitalia è tenuta ad attivare alcune procedure a garanzia del credito degli Enti impositori. Equitalia invia al contribuente, prima dell’attivazione delle procedure cautelari, comunicazioni e avvisi, per informarlo delle azioni che per legge è tenuta a compiere al fine di recuperare quanto dovuto».



Ancora più dettagliata la spiegazione relativa al fermo amministrativo, ovvero l'atto con cui viene disposto il blocco dei veicoli intestati al debitore. «Il contribuente - recita la pagina web - riceve la comunicazione di preavviso. Con questo atto l'interessato è invitato a mettersi in regola nei successivi 30 giorni e informato che, in caso di mancato pagamento, si procederà all’iscrizione del fermo amministrativo sul veicolo». Il fermo non viene eseguito nei casi in cui il veicolo venga considerato «strumentale» alla professione svolta dal proprietario. In tutti gli altri casi di mancato pagamento o sgravio dopo i 30 giorni dal preavviso, la società provvede all'iscrizione del fermo amministrativo al Pubblico Registro Automobilistico. Un caso, quest'ultimo, particolarmente frequente a Napoli e nel resto della Campania. «La cancellazione del fermo - si legge ancora sul sito - può essere effettuata al saldo del debito o, in caso di rateazione, contestualmente al pagamento della prima rata, consegnando al PRA la liberatoria rilasciata da Equitalia». La comunicazione di preavviso - con l'invito a pagare entro 30 giorni - vale anche per l'ipoteca immobiliare, iscritta solo per debiti non inferiori ai 20mila euro.

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