Covid, a Napoli 150 strade e piazze ​nel mirino di de Magistris

Covid, a Napoli 150 strade e piazze nel mirino di de Magistris
di Paolo Barbuto
Venerdì 13 Novembre 2020, 00:00 - Ultimo agg. 12:54
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Il grande giorno è arrivato. Oggi il sindaco de Magistris finalmente svelerà il suo «provvedimento in grado di far capire a tutto il Paese che stiamo vivendo il festival dell’ipocrisia”. Nel frattempo, però, è stato superato sulla linea del traguardo dal governatore Vincenzo De Luca il quale ieri a inizio serata ha diffuso una nota: «Occorre dare priorità al controllo sul lungomare di Napoli e su alcune strade del Centro storico cittadino, dove si sono verificati fenomeni di assembramenti illegali, irresponsabili e pericolosi sotto il profilo sanitario». Il riferimento del presidente della Regione era all’invito inoltrato al Prefetto Valentini affinché prendesse provvedimenti. E quei provvedimenti sono stati presi proprio ieri pomeriggio ricalcando le richieste della Regione: accesso limitato e contingentamento al Lungomare, al Plebiscito e in due piazze del centro storico (ne leggete i dettagli nella pagina seguente).

Nel frattempo sta per essere presentato pure il documento che lo stesso Dema ha definito «clamoroso» qualche giorno fa ai microfoni di Sky tg24. Si tratterebbe di un’ordinanza grazie alla quale il sindaco di Napoli riuscirà a limitare gli assembramenti senza limitare la libertà dei cittadini napoletani né quella dei commercianti né quella dei ristoratori. Il documento ha avuto una gestazione estremamente lunga, segno di profonda maturazione delle idee: è stato vigorosamente annunciato martedì scorso in diretta tv a “Carta Bianca”. Poi il sindaco s’è fermato a riflettere sui contenuti della sua ordinanza che verrà diffusa oggi dopo un ultimo confronto con il prefetto Valentini. 

 


Il sindaco probabilmente concentrerà la sua attenzione su un lungo elenco di strade e piazze considerate ad alto rischio assembramento. Almeno questa sembra l’ipotesi più probabile alla luce delle sue stesse parole dedicate alla questione ieri mattina ai margini della consueta confusa vicenda del consiglio comunale: «Durante il comitato per l’ordine pubblico il Prefetto mi ha segnalato cinquanta strade e piazze - ha detto de Magistris, il mio staff ne aveva già individuate altre 50 alle quali ne sono state aggiunte altre, diciamo che stiamo sulle 150».
Ma cosa intende fare il primo cittadino della terza città d’Italia per evitare assembramenti pericolosi e rischi di contagio in 150 strade di Napoli? «Non è all’ordine del giorno la chiusura di una strada.

Non siamo un’amministrazione che fa provvedimenti inutili che prendono in giro il nostro territorio o addirittura che vanno a favorire gli assembramenti e sono ingestibili per le forze di polizia», concetto già espresso in precedenza da Dema che ritiene inutile la chiusura di strade e piazze e considera tali provvedimenti come “prese in giro” anche se almeno cinquanta sindaci d’Italia, fra cui quelli di Bologna, Torino, Bari, Palermo, Roma hanno già adottato, molte settimane fa, provvedimenti del genere.

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Nella mattinata di ieri il sindaco ha esplicitamente parlato del Lungomare: «Pensiamo al nostro lungomare di 4 km e mezzo. Siamo in zona gialla e i ristoranti possono rimanere aperti: se lo chiudessi al transito un poliziotto dovrebbe mettersi come il semaforo a fermare tutti i passanti chiedendo di fornire la prova che vanno al ristorante. Solo persone prive di buon senso possono immaginare un provvedimento di questo tipo». E invece proprio via Partenope rientrava fra le richieste di attenzione del governatore de Luca e proprio quella strada è stata inserita nella lista che la Prefettura ha diramato ieri come un luogo nel quale a partire da oggi è previsto «il contingentamento delle presenze e la regolamentazione dell’accesso». Insomma, sul lungomare provvedimenti anti caos possono essere presi, e la Prefettura ha deciso di contingentare gli accessi anche al Plebiscito, a piazza San Domenico Maggiore e a largo Pignatelli (come leggete nell’articolo della pagina seguente).

Tra le decisioni prese ieri al vertice in prefettura, in attesa dell’ordinanza che de Magistris presenta come “clamorosa”, c’è anche quella di affiancare alle forze di polizia nei controlli anti assembramento personale dell’Esercito del progetto Strade Sicure. 
Però anche sulla questione Esercito, che il premier Conte vorrebbe inviare a Napoli assieme alla protezione civile per dare sostegno nella gestione sanitaria, il sindaco si è mostrato scettico: «Napoli ha bisogno di un esercito, ma di medici, infermieri e operatori sanitari. Se Regione e governo avessero fatto scorrere le graduatorie, oggi avremmo un esercito a tutela della nostra salute.

Il documento che verrà varato oggi, nel progetto del sindaco di Napoli dovrebbe rappresentare una sciabolata nei confronti di chi non riesce a prendere decisioni. Un paio di giorni fa nel presentare il suo progetto, in diretta su Sky al microfono di Gaia Bozza, Dema si è sfogato: «Non possiamo rimanere inerti di fronte a certi atteggiamenti pilateschi (di Regione e Governo che non decidono n.d.r.) io nei prossimi giorni adotterò, con la mia Giunta, dei provvedimenti clamorosi per far capire che al Governo che c’è una questione Campania molto seria». Anche se, nel frattempo, viste le lunghe attese del sindaco, De Luca aveva già deciso di muoversi per Napoli.
Insomma, per scoprire la verità di Dema bisogna unire i puntini: il provvedimento non prevederà la chiusura strade perché Dema la considera una “presa in giro”, non imporrà limitazioni alla circolazione pedonale perché il sindaco l’ha vigorosamente respinta, lascerà aperta la possibilità di fare shopping e andare al ristorante perché il primo cittadino ha garantito la continuità di quelle attività. Se non riuscite a farvi un’idea, cercate di avere un altro po’ di pazienza. Oggi è il grande giorno, quello del provvedimento che, «finalmente svelerà a tutto il Paese il festival dell’ipocrisia che stiamo vivendo». La città aspetta, aspetta da tempo e freme.
 

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