Napoli, si avvicina la sfiducia: de Magistris frena sul valzer di manager

Napoli, si avvicina la sfiducia: de Magistris frena sul valzer di manager
di Luigi Roano
Domenica 17 Novembre 2019, 00:00
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Nella settimana in cui stravolge la giunta come un calzino, il sindaco Luigi de Magistris stoppa le nomine per il varo del nuovo cda di Asìa e prende tempo. Un impasse a sorpresa perché con i nuovi assessori ci si aspettava che l’ex pm finisse il lavoro di ristrutturazione della squadra di governo di Palazzo San Giacomo. Invece - probabilmente - tirare troppo la corda nella settimana in cui si discuterà la sfiducia proposta dalle opposizioni in Consiglio comunale venerdì non conviene. Il sindaco prima di fare altri strappi è alla ricerca di un equilibrio più solido tra gli arancioni. Non è un caso che dopo il rimpasto di giunta, sui ribelli protagonisti dell’audio dove si sono ascoltate parole molto dure contro l’ex pm fino a pianificare un suo logoramento politico, su Stefano Buono e Marco Gaudini dei Verdi, Carmine Sgambati e Ciro Langella di Agorà e Gabriele Mundo dei Riformisti democratici de Magistris abbia usato parole molto caute e di apertura. 

La sensazione è che la maggioranza abbia reagito ricompattandosi alla mozione di sfiducia firmata da tutte le opposizioni - Pd, M5s, Fi, Napoli Popolare, Fdi e Lega nord - tuttavia la prova dell’Aula è quella che conta e de Magistris ne è ben consapevole. Per sfiduciarlo servirebbero 21 voti le opposizioni ne hanno a disposizioni 16 sempre che venerdì siano tutti presenti. Sulla carta gli arancioni arrivano almeno a 23. Insomma, il sindaco ha margine per stare tranquillo. Ma quando si va a una discussione politica in Consiglio comunale, tutto può succedere di qui l’operazione «stiamo tutti sul pezzo» che de Magistris ha messo in campo. E le parole dedicate ai cosiddetti ribelli ne sono la conferma a Televomero nel corso della sua consueta trasmissione è stato ancora più esplicito. «Non ho nessuna difficoltà a pensare che ci sarà una risposta compatta della maggioranza. Dovremmo andare a casa per l’inconcludenza di una opposizione che vuole approfittare di un audio dato in pasto ai giornali? I protagonisti dell’audio sono quelli che volevano mandare a casa il sindaco, ma anche sono quelli che in questi anni mi hanno sempre dimostrato lealtà e correttezza e non mi hanno mai chiesto nulla di indebito. Avremo una grande risposta della maggioranza perché credo in questa maggioranza, sono sereno perché non è il sindaco che deve chiarire, ma chi il 22 deve dire da che parte vuole stare, Io voglio fare il sindaco fino al 2021». Anche questo un messaggio chiaro verso la maggioranza, vale a dire per de Magistris è giusto fare una lista alle regionali «per essere alternativi a De Luca e Salvini» ma allo stesso tempo non intende lasciare il Comune. Ciò accadrebbe solo in caso di elezioni politiche che non sono da escludere. 

Ragionamenti, quelli che si fanno a Palazzo San Giacomo, che tengono dentro anche la questione delle nomine nelle partecipate, affidare incarichi di governo della città è sempre una buona medicina per tenere salda la maggioranza. Del resto, l’ingresso di ben tre consiglieri comunali in giunta, tutta gente che si è confrontata con i voti veri, garantisce chi ambisce a entrare nella giunta un minuto dopo che de Magistris presenterà la lista delle regionali con dentro almeno un paio di assessori. Per una delle partecipate più strategiche, Asìa, sono ore decisive. Domani o al massimo martedì, de Magistris dovrebbe varare il cda dell’Azienda per l’igiene urbana. La presidenza dovrebbe andare a Maria De Marco, fedelissima di demA, ma senza deleghe pesanti, non avendo esperienze manageriali e conoscendo poco il settore rifiuti; Daniele Fortini sta decidendo se accettare la nomina di amministratore delegato, avendo già diversi impegni (collabora con la Regione Lazio e ha alcune consulenze a Pisa) ma nel cda ci dovrebbe entrare. Come terzo componente in pole Paolo Longoni commercialista napoletano, ex amministratore delegato di Ama Roma. 
 
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