Bare nel torrente nel Beneventano, il crollo annunciato: l'ala del cimitero era off limits da mesi

La Procura di Benevento ha aperto un'inchiesta

Il crollo nel cimitero di Sant'Agata dei Goti
Il crollo nel cimitero di Sant'Agata dei Goti
di Vincenzo De Rosa
Venerdì 20 Gennaio 2023, 00:07 - Ultimo agg. 16:43
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Decine di salme sul fondo di un vallone, esposte alle intemperie, alcune finite nel torrente Martorano, in attesa che si possa procedere al loro recupero. Sono i resti mortali di madri e padri, nonni, amici, volti impressi su quelle lapidi rotte e che raccontano aneddoti collettivi e vissuti familiari, una parte importante della storia di Sant’Agata de’ Goti, borgo in provincia di Benevento: ieri tutto è crollato. Irrimediabilmente.

Quando al mattino gli operai della ditta che gestisce i servizi cimiteriali per il Comune di Sant’Agata de’ Goti sono arrivati al cimitero dinanzi ai loro occhi si è presentato un macabro spettacolo. Una parte del «lotto Longo», nella parte antica del camposanto, era franata nel vallone sottostante probabilmente a causa delle piogge di questi giorni. Tredici file di loculi, ognuna con 8 spazi in verticale, rovinate con il loro contenuto giù nel dirupo. Una trentina di bare più gli ossari, i resti mortali di un centinaio di salme. Dall’alto la visione raccapricciante dei marmi distrutti, i nomi dei defunti ancora leggibili, le bare tornate alla luce del sole. Una tragedia improvvisa? Assolutamente no. L’intero lotto era interdetto alle visite dalla scorsa primavera proprio in virtù del rischio di crollo ben noto a tutti. Che però potesse succedere proprio questo: no. Nessuno lo aveva immaginato.

Le responsabilità di quanto accaduto verranno accertate da chi ne ha competenza e c’è già un fascicolo aperto presso la Procura di Benevento e affidato al sostituto procuratore Maria Amalia Capitanio. Ieri è stata però la giornata della disperazione con decine di famiglie accorse al cimitero appena la notizia del crollo è iniziata a circolare. Rabbia, tanta per quanto accaduto. Ma anche l’angoscia nel non sapere come e quando quelle salme verranno recuperate.

Tra i primi a giungere ieri mattina nell’ala vecchia del cimitero di Sant’Agata i carabinieri della locale stazione con il comandante Verdicchio, coadiuvati dai militari della compagnia di Montesarchio, guidati dalla comandante Coni. Sono stati loro a porre da subito l’area sotto sequestro e quindi a transennarla. Le prime criticità riscontrate sono state quelle relative al recupero delle salme finite nel fondo del Vallone Pozzilli e alla stabilità degli altri loculi del lotto rimasti in piedi. Anche queste salme dovranno essere recuperate onde evitare una nuova tragedia. Verrà fatto tutto in modalità aerea, visto il pericolo di nuovi crolli. Sul posto anche gli amministratori comunali con il sindaco di Sant’Agata Salvatore Riccio, i consiglieri di maggioranza ed opposizione, i vigili del fuoco, i carabinieri forestali della stazione di Sant’Agata e la polizia municipale con il comandante Pasquale Di Mezza. Non sono mancati i momenti di tensione, soprattutto quando, con l’arrivo del buio, le persone sono state invitate a lasciare il cimitero.
 

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«Noi da qui non ce ne andiamo se non ci dite come recupererete i nostri cari» ha urlato qualcuno. Carabinieri e vigili però sono riusciti a gestire bene la situazione anche grazie alla collaborazione di molti dei presenti. Poi, fuori dal cancello che affaccia sulla Chiesa Madre lo sfogo davanti a telecamere e microfoni. Le lacrime e ancora tanta rabbia. «Non è possibile quanto è accaduto», «È come se fossi crollata anche io insieme a loro», «Sono morti un’altra volta». Tutti adesso chiedono chiarezza sulle responsabilità. Per questo si affideranno anche a un legale, l’avvocato Alessandro Della Ratta, che come molti santagatesi aveva un proprio familiare in quell’ala del cimitero. «Presenterò un esposto querela – ha spiegato il legale – ci sono responsabilità evidenti ed in molti erano a conoscenza della situazione. C’era consapevolezza che sarebbe avvenuto il crollo».

Come detto quell’area del cimitero era stata chiusa proprio per il pericolo di crolli. C’era anche un progetto approvato nel 2016 dall’allora amministrazione comunale per mettere in sicurezza quelle salme e poi delocalizzare i loculi in un altro sito. L’attuale amministrazione, in carica dal 2020, aveva però scelto un’altra strada con un progetto definitivo approvato a novembre e che prevede il recupero della Chiesa Madre all’interno della quale le salme sarebbero state sistemate in attesa della realizzazione di un nuovo lotto. Intanto, ieri il sindaco Riccio, che in serata ha firmato l’ordinanza di chiusura del cimitero, con una dichiarazione ha voluto chiedere scusa all’intera comunità: «È l’unica cosa da fare in questo momento. Faremo tutto quello che possiamo per riportare in sicurezza bare ed urne. Già domani mattina (oggi per chi legge, ndr) avranno inizio le operazioni di recupero». Proprio sul recupero delle salme, ad operare saranno i vigili del fuoco, però pendono due incognite: quella relativa a come raggiungere le salme e quella sulle condizioni meteo.
 

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