Mamma morta in clinica dopo il parto, cinque indagati tra medici e infermieri

Mamma morta in clinica dopo il parto, cinque indagati tra medici e infermieri
di ​Susy Malafronte
Mercoledì 26 Febbraio 2020, 23:00 - Ultimo agg. 27 Febbraio, 10:20
3 Minuti di Lettura

La prime certezze sulle cause della morte di Alessandra Maronelli, la 32enne deceduta martedì mattina pochi minuti dopo aver partorito, si avranno a breve. Il pubblico ministero della procura di Torre Annunziata, Giuliana Moccia, ha affidato al medico legale l’incarico di eseguire l’autopsia fissata, appunto, per la tarda mattinata di domani. 

LEGGI ANCHE Muore dopo il parto a Villa Betania: dolore e rabbia, scatta l'indagine

LE IPOTESI
Gli iscritti nel registro degli indagati, come atto dovuto, sono cinque. Sono i medici e gli infermieri che hanno eseguito il parto cesareo di Alessandra. Secondo le prime indiscrezioni, trapelate dagli ambienti medici nelle ore successive alla tragedia che si è consumata presso la clinica Maria Rosaria di Pompei, Alessandra, all’atto dell’intervento, presentava un trombo nella parte pelvica. Una probabile causa dell’embolia polmonare che avrebbe ucciso la povera mamma di 32 anni, originaria di Torre Annunziata ma residente a Trecase con la famiglia. L’esame autoptico, oltre alla causa del decesso, dovrà accertare se, qualora la tesi dell’embolia fosse veritiera, la patologia poteva essere individuata in tempo così da attivare il protocollomedico del caso e la messa in sicurezza della partoriente. Dubbi che solo il medico legale potrà fugare. 

LA FAMIGLIA
Il marito della donna, Luigi Arcella, è ancora sotto choc: non riesce a credere che quando la piccola Crhistel, in perfette condizioni di salute, sarà dimessa dalla clinica dovrà tornare a casa senza la mamma. E ai due fratellini maggiori rimasti ad aspettare il ritorno della madre e della sorellina, chi avrà il coraggio di guardarli negli occhi e dirgli la verità? Luigi, distrutto dal dolore, grida e chiede giustizia. «Chi ha sbagliato dovrà pagare. Difenderò la memoria di Alessandra e i diritti dei miei tre bambini che dovranno crescere orfani dell’affetto della loro madre», è il suo sfogo.  Alessandra ha avuto solo il tempo di abbracciare la sua bambina, tanto desiderata dopo due maschietti, prima di morire. A nulla sono valse le operazioni di rianimazione tentate dai medici per salvare la vita alla donna. Alessandra la notte prima del parto era agitata e preoccupata, aveva confidato al marito di non voler più partorire in clinica ma di voler andare in ospedale. Come se avesse avuto un presagio che la sua vita e quella della sua piccola fossero in pericolo. Tutto, però, era già pronto per eseguire il parto cesareo. Le rassicurazioni del ginecologo che ha seguito Alessandra durante i nove mesi di gravidanza sono serviti a tranquillizzarla. Luigi, però, non riesce a darsi pace. Se solo avesse ascoltato le parole di sua moglie, che continuano a risuonargli nella mente, Alessandra sarebbe ancora viva? Altro dubbio atroce che solo l’autopsia potrà confermare oppure allontanate. 

I FUNERALI
Una volta eseguito l’esame autoptico, che si svolgerà presso l’obitorio del cimitero di Castellammare di Stabia dove attualmente si trova il corpo di Alessandra, il pubblico ministero procederà al dissequestro della salma e ne disporrà la consegna ai familiari.

Sabato mattina, dunque, si svolgeranno i funerali di Alessandra presso la parrocchia di Trecase dove la donna abitava. La ragazza era molto amata per la sua dolcezza, bontà d’animo e per il suo sorriso che non abbandonava il suo bellissimo volto neanche nei momenti di difficoltà.

© RIPRODUZIONE RISERVATA