Per caso non si sono incrociati davanti a quell’altare creato dai tifosi e subito dopo si sono diretti allo stadio per la presentazione della prima statua dedicata al Capitano. È un segnale. Perché De Laurentiis, in quell’angolo dei Quartieri Spagnoli dove sono arrivati in dodici mesi da tutto il mondo, si è recato ieri per la prima volta a rendere omaggio «all’indiscutibile mito». E, come questo presidente e quello dei trionfi con Maradona, migliaia di napoletani hanno fatto il pellegrinaggio d’amore, fino a sera, quando gli ultrà del Napoli e i tifosi del Boca Juniors - naturalmente gemellati nel segno dell’Eterno - hanno acceso le torce e cantato i cori da stadio in quel piazzale dove è sorto un bar e si vendono su una bancarella oggetti dedicati al Pibe. L’economia del vicolo che Diego difese quando arrivò a Napoli. «Io non chiederò mai un dollaro a chi vende una mia maglietta o una mia parrucca per sfamare la sua famiglia». Non si entra nel cuore dei napoletani solo con i gol, i dribbling e gli scudetti.
Maradona ha ribadito quanto sia forte un anno dopo la sua fine terrena, perché - sia chiaro - lo sentiremo sempre con noi e su questo amore non calerà mai il sole. Continua ad avere una straordinaria capacità di aggregare e non soltanto in questa città, perché Diego è una passione che non ha confini, né limiti di spazio e tempo. C’era la tempesta, la pioggia non ha smesso di battere quasi mai nella giornata dell’anniversario, eppure c’era tanta passione davanti al murale di Largo Maradona e alla statua dell’artista Domenico Sepe, che ha pensato a questo omaggio all’inizio di quest’anno e ha poi dovuto confrontarsi con chi sui social chiedeva se il pallone era posizionato a destra o a sinistra e se quella era la maglia di un’altra squadra. Ma il significato del gesto, il desiderio di voler donare un’opera a Napoli dedicata a Diego, non conta di più?
Ha fatto bene il proprietario della statua che sarà presentata domenica ai tifosi prima della partita Napoli-Lazio, Stefano Ceci, tra i più vicini a Maradona negli ultimi suoi anni, a sottolineare che sono giusti uno, dieci, cento tributi.
Non ci hanno sorpreso ieri i cortei, le bandiere, i fumogeni, i cori, le lacrime. Su questo amore bisogna costruire un progetto ed ecco che piace al grande popolo maradoniano l’idea del Napoli e del Comune di creare un museo nello stadio dove grande spazio vi sarà per Diego, i suoi cimeli, la sua storia. E poi le sue immagini all’esterno dello stadio. Perché chi arriva a Fuorigrotta deve entrare in una leggenda ed è bello che Koulibaly, uno dei leader di questa squadra che tanto piaceva a Maradona, dica di voler rendere indicabile il campionato. Tutti sanno come. E da lassù c’è chi fa il tifo.