Per sposarsi non basta un contratto

di Bruno Vespa
Venerdì 16 Novembre 2018, 22:55
3 Minuti di Lettura
Ci risiamo. Non c’è persona che non ti chieda di nuovo: quanto dura questo governo? C’è davvero da credere a Di Maio e Salvini quando giurano che durerà l’intera legislatura? Matrimoni per sempre non esistono quasi più nella vita ordinaria e in politica sono rarissimi. I leader di Lega e M5s hanno celebrato un matrimonio d’interesse come quelli che venivano combinati nelle monarchie europee per espandere gli imperi e avere alleati in guerra.

A santificarli c’era un contratto che veniva sciolto, spesso traumaticamente, quando gli interessi confliggevano. Nel governo italiano non siamo a questo, ma la navigazione è sempre più faticosa e Conte ha dovuto convocare più ‘vertici’ in cinque mesi di quanti Prodi e Berlusconi ne abbiano fatti nei loro rispettivi mandati. 
Il contratto che regola i rapporti disciplina alcuni temi con chiarezza (riforma della Fornero, reddito di cittadinanza). Altri in maniera generica e ambigua. Che significa «efficace riforma della prescrizione»? Il blocco dopo il primo grado di giudizio a partire dal primo gennaio 2020 per la Lega è condizionato a una accelerazione del processo penale, per i 5 Stelle no. Sono tuttavia le misure «fuori contratto» a creare i problemi maggiori.
Difficilmente in un contratto prematrimoniale è sancito il divieto di fumare in camera da letto. Ma se uno dei due coniugi ci fuma regolarmente e l’altro non è d’accordo, il matrimonio entra in crisi.
Tra Lega e 5 Stelle esistono incompatibilità ideologiche forti e comprensibili, visto che vengono da mondi molto diversi. Salvini sostiene che dovrebbe esserci un termovalorizzatore in ogni provincia perché in tutto il mondo chi produce rifiuti se li smaltisce. Di Maio non ne vuol sentir parlare. Il comune di Roma, guidato dai 5 Stelle, paga decine di milioni per spedire i suoi rifiuti in Austria dove li «termovalorizzano» e riscaldano buona parte di Vienna. Ieri dopo l’annuncio solenne che lunedì verrà firmato un protocollo per bonificare in Campania la «Terra dei fuochi» dove è stato interrato di tutto, Salvini ha detto che saranno fatti i termovalorizzatori. Fico e Lezzi gli hanno risposto: mai. E Di Maio, addolorato, ha detto: Matteo, perché fai così? Si aggiunga il decreto anticorruzione: i contrasti tra i due alleati ieri hanno bloccato la commissione. 
Altra bomba a orologeria sono alcune grandi opere. Toninelli è pronto a sospendere la Tav, i leghisti dicono al microfono che aspettano il rapporto costi/ benefici. Ma appena il microfono si spegne assicurano che non sono così pazzi da spendere miliardi per smantellare un’opera in corso. La finanzieranno le regioni del Nord? Con quali soldi? E le pedemontane lombardovenete? E il traforo del Brennero? E la Gronda di Genova? Boh… Si aggiunga che i due elettorati stringeranno fatalmente i loro leader acuendone per forza i contrasti. Come finirà la guerra con l’Europa? Quale sarà per le imprese del Nord il saldo della legge di bilancio? Di Maio non può permettersi di rinviare l’erogazione del reddito di cittadinanza a dopo le elezioni europee del 26 maggio. Ma difficilmente prima i centri per l’impiego saranno efficienti. Come saranno distribuiti i soldi? Come reagiranno gli scontenti delle due parti? Si naviga a vista. Perciò è impossibile rispondere alla domanda iniziale.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA