Macchinisti in malattia, a Napoli si ferma il metrò 1: cento metri di coda

Macchinisti in malattia, a Napoli si ferma il metrò 1: cento metri di coda
di Paolo Barbuto
Venerdì 31 Luglio 2020, 00:00 - Ultimo agg. 07:00
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La mattina è appena iniziata ma il caldo è già insopportabile, un esercito di persone si avvia verso la metropolitana a Chiaiano e trova il delirio. Pochi treni, corse più che dimezzate, non resta che mettersi in coda per sperare di arrivare su quei binari prima o poi. 

La coda all’inizio è moderata, poi diventa sempre più lunga, si snoda lungo via Emilio Scaglione, piega su viale dei Ciliegi, arriva a raggiungere i cento metri, un’assurdità che centinaia di persone accettano con pazienza, anzi no, con disperazione, anche perché non hanno nessuna alternativa.

E non c’è più voglia di farsi due risate andando a ripescare le parole del sindaco de Magistris che paragonò i trasporti di Napoli a quelli di Tokyo: non può esserci spazio per l’ironia di fronte agli sguardi di centinaia di persone disperate, abbandonate dalla città in cui vivono. 
 


Perché la Linea 1 della Metropolitana di Napoli è andata ancora in tilt a una settimana esatta dall’ultimo giorno di caos e delirio?

È successo che ieri mattina, all’inizio del turno di lavoro, tre macchinisti hanno mandato un messaggio: «Sono malato, non potrò essere alla guida». Poi è successo pure che un treno è andato in panne poco dopo aver iniziato la giornata sulle rotaie, così è scattato il consueto meccanismo di riduzione del percorso a piazza Dante senza raggiungere la stazione Garibaldi, per di più con tempi di attesa lunghissimi perché, fra guasti e macchinisti malati, i mezzi utilizzabili erano davvero pochi. Così ci sono stati lunghissimi momenti di caos e la tranquillità è tornata solo in tarda mattinata quando sono stati intercettati altri macchinisti da innestare nel servizio.

L’Anm non interviene ufficialmente sulla vicenda, lascia solo trapelare che attualmente ci sono tensioni in atto con i sindacati per non meglio identificate questioni economiche. I sindacati spiegano che i soldi non c’entrano nulla ma si tratta solo di organizzazione del lavoro sbagliata che i lavoratori sarebbero pronti a sistemare se solo ci fosse un’apertura da parte dell’azienda.

Questo non significa che i lavoratori ammalati ieri non erano realmente ammalati, anzi, secondo i sindacati è proprio per evitare che accadano situazioni del genere che bisogna organizzarsi. Sulla questione della malattia Anm accetta quel che dicono i dipendenti e non chiede visite fiscali: «Sono state bloccate con l’emergenza Covid 19 e non sono più ripartite», spiegano dall’azienda.

Sul tavolo della trattativa (a prescindere dalla malattia dei macchinisti che, fino a prova contraria sono davvero ammalati) c’è un piano ferie che i lavoratori non hanno gradito. Si tratta di un’organizzazione del lavoro iniziata quando il personale era decisamente più numeroso e adesso portata avanti a suon di straordinari: «Nelle turnazioni vengono già inseriti colleghi che dovranno per forza effettuare ore di straordinario per garantire il servizio - spiega Adolfo Vallini del sindacato Usb - senza chiedere al lavoratore se ha voglia di effettuare lo straordinario, gli viene in qualche modo imposto».

Così come sarebbero state imposti i giorni di ferie con un particolare meccanismo di rientro previsto per il 15 di agosto che non è stato gradito dai macchinisti i quali hanno provato a ribellarsi senza successo e adesso si sono rivolti ai sindacati affinché trovino una soluzione. Insomma, dietro l’angolo in questa torrida estate ci saranno ancora giorni di tensione e di lotta fra i tunnel della Linea 1 della Metro di Napoli.
 

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