Minore ucciso a Napoli, due arrestati per il raid contro la caserma: uno è il cugino di Ugo

Minore ucciso a Napoli, due arrestati per il raid contro la caserma: uno è il cugino di Ugo
di Giuseppe Crimaldi e Leandro Del Gaudio
Martedì 10 Marzo 2020, 00:30 - Ultimo agg. 21:49
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Hanno appena 22 e 23 anni e sono dei Quartieri Spagnoli i due giovani che nella notte tra sabato 29 febbraio e domenica primo marzo - a poche ore dalla notizia dell’uccisione del 15enne Ugo Russo - sfrecciarono a bordo di uno scooter dinanzi la caserma Pastrengo esplodendo quattro colpi di pistola contro la sede del comando provinciale dell’Arma di Napoli. Da ieri gli autori della furiosa reazione a mano armata a due passi da piazza Carità hanno finalmente un nome e un volto: Vincenzo Sammarco e Giovanni Grasso. Entrambi sono da ieri in stato di fermo con l’accusa di porto di arma comune da sparo con l’aggravante mafiosa.

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I due giovani si sono costituiti ieri presentandosi alla stazione dei carabinieri dei Quartieri spagnoli: ed è toccato agli stessi militari dell’Arma notificare loro il provvedimento di fermo emesso lo scorso 5 marzo. La conferma della notizia è giunta ieri pomeriggio con uno scarno comunicato stampa firmato dal procuratore della Repubblica di Napoli, Giovanni Melillo, nel quale si legge che “ogni ulteriore comunicazione sarà data all’esito della valutazione del compendio indiziario devoluta al giudice per le indagini preliminari”, e cioè dopo gli interrogatori di garanzia e l’udienza di convalida.

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Sammarco e Grasso maturarono il folle piano nell’immediatezza della tragedia consumatasi in via Generale Orsini, a Santa Lucia, teatro della tentata rapina del Rolex indossato da un carabiniere libero dal servizio che si trovava in macchina con la sua fidanzata: il militare - napoletano, che presta però servizio a Bologna - esplose almeno tre colpi della sua pistola d’ordinanza contro il baby rapinatore ed il suo complice 17enne, già identificato e collocato in una casa famiglia. Le indagini per ricostruire quell’assalto fatale sono in pieno svolgimento, e il carabiniere resta indagato per omicidio volontario. 
 


Ma dal filone principale d’inchiesta ne sono scaturiti altri due, collegati: quello che deve far luce sul raid messo a segno da una folla inferocita di residenti dei Quartieri, che sempre nella notte tra sabato e domenica devastarono il pronto soccorso dell’ospedale dei Pellegrini; ed - appunto - il secondo, scaturito dalla sparatoria contro la sede del comando provinciale dei carabinieri di via Morgantini, per il quale sono ora indagati i due ventenni, assistiti dagli avvocati Tiziana De Masi e Francesco Esposito.

Nomi noti alle forze dell’ordine, anche se formalmente incensurati. Giovanni Grasso, detto Ivan, è cugino di Ugo Russo; Vincenzo Sammarco è ritenuto responsabile di rapine di Rolex in trasferta, ed è figlio di Giuseppe, a sua volta coinvolto in una indagine sulla cosiddetta banda del buco a Chiaia. 
Stando a fonti di polizia giudiziaria, i due indagati fanno parte della cosiddetta “paranza delle parrocchielle”, un gruppo di giovanissimi spesso coinvolti in vicende legate a crimini predatori. 
 
 

Ma come si è giunti ai loro fermi? Al netto della pressione investigativa esercitata in questi giorni, i due presunti responsabili della stesa sono stati individuati grazie alle immagini delle telecamere: probabile che fossero presenti nella ressa dell’ospedale dei Pellegrini, che fossero al Pronto soccorso appena resa ufficiale la notizia della morte di Ugo. Sono stati riconosciuti e i loro abiti (o particolari fisici e antropometrici) sono stati poi parametrati a quelli emersi dalle immagini ricavate all’esterno della Pastrengo. Avrebbero agito per rabbia e per sfida, per il dolore legato alla morte di Ugo, ma anche per il senso di onnipotenza di chi impugna una pistola e va a sparare contro un presidio dello Stato.
 

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