Movida, il manifesto dei residenti
«Telecamere davanti ai baretti»

Movida, il manifesto dei residenti «Telecamere davanti ai baretti»
di ​Valerio Esca
Lunedì 27 Novembre 2017, 22:09 - Ultimo agg. 28 Novembre, 23:13
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Non bastano i massicci controlli delle forze dell’ordine a stemperare gli animi dei residenti di Chiaia. Ed ecco che arriva il manifesto anti-movida del comitato «Chiaia Viva e Vivibile», che raccoglie le richieste anticipate da una lettera del presidente Caterina Rodinò nei giorni scorsi. L’obiettivo? Ottenere un’ulteriore stretta contro il by-night: una rete di videocamere nelle strade della movida; monitoraggio dell’inquinamento acustico con apparecchi fonometrici fissi; chiusura anticipata dei baretti. Sotto accusa l’ordinanza del sindaco de Magistris che, stando a quanto scrive il comitato, non è altro che la riproposizione «quasi integrale del “Patto tra gentiluomini” dello scorso dicembre, che non ha portato alcun miglioramento alle nostre vite».
La chiusura alle 2 di notte nei giorni infrasettimanali e alle 3 nei weekend è stata mal digerita dai residenti perché «ci consente – scrivono nel manifesto - solo 3-4 ore di sonno, anche a chi deve lavorare il giorno dopo». E, come se non bastasse, anche le sanzioni previste sarebbero «troppo leggere», e destinate a «restare soltanto su carta». Il presidente Rodinò rincara la dose, quando sottolinea come le stradine della movida, negli ultimi anni, abbiano cambiato volto a causa del proliferare di localini e baretti. «Il nostro quartiere ha modificato la sua identità anche nelle ore diurne: alcune strade sono pressoché deserte fino al tardo pomeriggio, quando con l’apertura degli esercizi commerciali dobbiamo affrontare un altro grave problema, quello dei fumi molesti, che dalla strada arrivano fin dentro le nostre case. Il degrado è evidente e per noi residenti inizia l’impossibilità a rincasare. Non possiamo tenere le finestre aperte d’estate, e non possiamo goderci il giusto riposo, costretti al rumore di un televisore a tutto volume per fare da scudo alla musica e al rumore antropico provocato dal vociare di migliaia di persone sotto le nostre finestre».
Il braccio di ferro tra residenti e titolari dei locali non finisce qui. Prossimo appuntamento venerdì, quando i gestori dei baretti si riuniranno in conferenza stampa presso la sede di Confcommercio. Gli esercenti sono sul piede di guerra, non tanto per i controlli in fatto di prevenzione e contrasto dei fenomeni criminali, ma per la militarizzazione delle vie della movida, che allontanerebbe i clienti. «Non è possibile giudicare gli effetti dell’azione straordinaria messa in piedi dalle forze dell’ordine per riportare la legalità e la sicurezza nella movida napoletana dopo un solo fine settimana e i gestori dei locali del by night dovrebbero aspettare prima di dare giudizi» tuonano il consigliere regionale dei Verdi Francesco Borrelli e lo speaker radiofonico Gianni Simioli. «Loro stessi - aggiungono i due - hanno beneficiato della presenza di carabinieri, poliziotti e militari senza dover sostenere le spese per gli straordinari così come qualcuno di loro aveva anche proposto». Misura, quella della movida-tax, che però rimane inapplicabile. Le forze dell’ordine non possono ricevere per legge soldi da privati. Intanto, in tema movida molesta, una vittoria l’hanno ottenuta i residenti del centro storico di Caserta. Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha accolto ieri un ricorso d’urgenza proposto dai cittadini della zona contro due attività fracassone. Il giudice, nell’accogliere il ricorso, condanna i due titolari a «cessare con immediatezza le propagazioni di rumori (schiamazzi e musica) provenienti dai locali»; li condanna inoltre a provvedere all’«effettuazione delle insonorizzazioni necessarie, al fine di ottenere la riduzione dell’immissione entro i limiti consentiti dalla legge». Infine i titolari «dovranno versare 100 euro per ogni giorno di violazione dell’ordine inibitorio».
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