Alcol ai minorenni: «Porto a casa i ragazzi della movida di Napoli, bevono e poi vomitano»

Alcol ai minorenni: «Porto a casa i ragazzi della movida di Napoli, bevono e poi vomitano»
di Maria Chiara Aulisio
Lunedì 6 Gennaio 2020, 23:00 - Ultimo agg. 7 Gennaio, 11:41
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Daniele, 53 anni, i ragazzi di Chiaia lo conoscono molto bene, almeno quelli che frequentano le discoteche e lo chiamano ogni volta che non se la sentono di mettersi alla guida dopo una serata ad alto tasso alcolico. Bevono a più non posso e poi - per fortuna - si affidano a lui: sos Daniele, basta una telefonata e si torna a casa tranquilli senza correre inutili rischi. Già, perché - raccontano alcuni genitori - Daniele non è un autista qualunque ma uno che i ragazzi, soprattutto se minorenni, li prende a cuore sul serio. Li aspetta per ore anche se non sarebbe nei patti, quando poi si accorge che hanno bevuto troppo non li perde d’occhio finché non aprono il portone del palazzo dove abitano e vanno verso casa. Vede di tutto, Daniele, fuori a quei locali, dove il via vai di giovanissimi va avanti da mezzanotte fino all’alba. Bottiglie di vodka e di gin che passano di mano in mano, cicchetti buttati giù uno dopo l’altro fino a stare male, spinelli che girano a volontà e ambulanze nei paraggi pronte a intervenire in caso di emergenza.
 


Ma quanto bevono questi ragazzi?
«Assai. Forse le donne bevono pure più dei maschi: le ragazzine sono senza freni. Non so per quale ragione, ma è così». 

Le mamme dicono che lei, ormai, è un amico dei ragazzi. 
«Li seguo con senso di responsabilità, questo è vero. Quando vedo che hanno bevuto troppo non li lascio fino a quando sono sicuro che non possono combinare guai».

Quali sono le discoteche più frequentate?
«Dipende dalla stagione. D’estate si riversano tutti a Coroglio e Bagnoli. In questo periodo va di moda la zona di Agnano. Poi ci sono le grandi feste, quelle le organizzano un po’ dappertutto».

Ma come fanno a entrare in questi locali, e a bere ciò che vogliono, se non hanno nemmeno sedici anni? Pochi controlli?
«Quelli, probabilmente, sono sempre troppo pochi, ma in tanti posseggono documenti falsi. Non so come fanno, e soprattutto dove li prendono, ma vi assicuro che di carte d’identità contraffatte in giro ce ne sono parecchie».

E nessuno se ne accorge?
«Non credo sia facile, soprattutto quando già fisicamente dimostrano più dell’età che hanno».

Quanti ne porta a casa ubriachi?
«Parecchi. Anche i più grandi bevono assai».

Che cosa intende per “più grandi”?
«Ragazzi di venti, venticinque, trent’anni. Recentemente uno di loro si è sentito male mentre lo stavo accompagnando a casa: vi risparmio il racconto di quello che ha combinato nella mia auto».

Ma c’è qualcuno che non beve?
«Certo. Sono mosche bianche, ma ci sono. Tra i ragazzi che accompagno con maggiore frequenza, onestamente, ce ne sono diversi che bevono in maniera contenuta, si divertono senza esagerare».

E gli altri?
«Sembra che non riescano a immaginare una serata in discoteca se non pieni di alcol. Non so per quale ragione lo fanno, probabilmente per stordirsi e perdere il controllo, o forse solo perché vogliono imitare chi lo fa. In ogni caso è un gran pericolo per tutti».

Moto, motorini e macchinine. Chi è meno responsabile, a fine serata, si mette anche alla guida. Quanti ne vede rischiare la vita così?
«Quasi tutti. Ogni volta spero che vada bene: si mettono al volante che non connettono, completamente su di giri. Fanno paura solo a guardarli».

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