Napoli, una luce azzurra abbaglia
l'Europa: il punto di Francesco De Luca

Napoli, una luce azzurra abbaglia l'Europa: il punto di Francesco De Luca
Francesco De Lucadi Francesco De Luca
Domenica 30 Ottobre 2022, 00:00 - Ultimo agg. 17:38
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Trovare difetti al Napoli dei record - 13 vittorie consecutive e 50 gol segnati nelle 17 partite delle due competizioni - è impossibile. Questa squadra non sa cosa è il limite, in senso buono. Può raggiungere vette ancora più alte perché è un meccanismo davvero perfetto. Merito del lavoro di Spalletti e della convinzione nei loro mezzi che ha saputo trasmettere ai giocatori. A quelli che sono rimasti, già sicuri che la squadra non si era indebolita con le varie partenze estive, e a quelli che sono arrivati.

Ha migliorato le caratteristiche di taluni dopo un anno di lavoro, ad esempio Di Lorenzo e Rui, il capitano e il “maestro”, sempre più bravi ed efficaci a sganciarsi sulle fasce. C’è stato il piede di Di Lorenzo e la presenza forte di Kvaratschelia nelle azioni dei primi due gol di Osimhen, che ha realizzato sei reti nelle partite giocate dopo aver smaltito i postumi dell’infortunio muscolare. Il georgiano è il partner giusto per dialogare con Victor, così come con gli altri due attaccanti, Raspadori e Simeone, che devono ritagliarsi gli spazi possibili adesso che il nigeriano, bravo papà che dedica le sue prodezze alla figlia appena nata, si è ripreso la scena.

L’allenatore Dionisi aveva avvisato il Sassuolo, quindicesimo avversario mandato al tappeto in questa stagione dagli azzurri: «È impossibile giocare adesso contro il Napoli». Chissà, forse più in là qualche allenatore potrebbe trovare una crepa. Ma adesso la squadra sovrasta tutti sul piano tecnico e fisico. Non ha una ma dieci marce in più. Si vede da quanto produce in campo e dai numeri record che vengono continuamente aggiornati. Ad esempio, 50 gol in 17 partite furono segnati dal Milan di Capello trent’anni fa. E soltanto due stranieri nella prima stagione in serie A hanno inciso quanto Kvara (calcolo di reti e assist) nelle prime 12 partite: erano Diego Milito e Cristiano Ronaldo, dunque chi ha scritto la storia del calcio.

Il georgiano ha, non soltanto a chiacchiere, ampi margini di miglioramento e su di lui il bravo artigiano Spalletti si è messo al lavoro. Lo ha spinto a insistere sulla fase difensiva e ha allargato i suoi spazi in campo, con quei movimenti da sinistra a destra che sono risultati letali per la difesa del Sassuolo. E poi c’è la classe pura, nuovamente vista in quel gol che ha chiuso i conti nel finale del primo tempo. L’avversario viene narcotizzato dal Napoli, deve piegarsi di fronte a chi ha forza maggiore e capacità di indirizzare il corso di una gara: Rangers e Sassuolo, le due ultime due squadre viste al Maradona, sono state asfaltate.

 

Ogni volta vorremmo che le partite del Napoli, soprattutto quando gioca con i cinquantamila al suo fianco, non finissero mai. Aspettiamo sempre una grande giocata, una forte emozione, e non necessariamente in attacco. La difesa con Kim e Juan Jesus (ma anche Ostigard) ha mantenuto l’equilibrio dopo l’infortunio di Rrahmani. E Meret, sull’uscio con la valigia fino al penultimo giorno di mercato, sta dimostrando che ha qualità e carattere. Certo, sa che le insidie sono sempre dietro l’angolo perché, come dice il maestro Zoff, «il portiere è l’unico che ha il cavallo ma non ha la sella». A rischio, dunque.

Alex e i suoi compagni tra 48 ore si esibiranno in un tempio del calcio, l’Anfield Stadium di Liverpool dove il Napoli non ha mai vinto. Martedì c’è l’ultimo match del girone Champions, con i Reds che devono vincere con uno scarto superiore ai 4 gol per afferrare il primo posto. Lo ha meritato fin qui il Napoli solido e spettacolare, che ha fatto una significativa fuga in campionato: il vantaggio sul Milan è salito fino a 6 punti e la partita di stasera contro il Torino non sarà agevole per i rossoneri, dunque c’è la concreta possibilità di mantenere questo distacco.

Avere alle spalle nelle classifiche i vice campioni d’Europa e i campioni d’Italia regala gioia al Napoli e alla sua gente, che ha ieri celebrato con il coro “Diego Diego” la vittoria sul Sassuolo e il 30 ottobre, il giorno in cui nacque il Capitano dei due scudetti. Un’abbagliante luce azzurra sta legando il passato e il presente grazie a questa squadra che, come ha detto Klopp, «è la più in forma del mondo al momento». Un inchino di Jurgen a Spalletti e al suo staff: questo sottolinea quale straordinaria dimensione abbia finalmente raggiunto il Napoli.

 

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