Napoli, un brutto passo indietro:
col Barcellona sarvirà ben altro

Napoli, un brutto passo indietro: col Barcellona sarvirà ben altro
di Francesco De Luca
Giovedì 2 Luglio 2020, 23:00 - Ultimo agg. 3 Luglio, 07:15
5 Minuti di Lettura
Nella partita tra le squadre più in forma del campionato si è divertita soltanto l’Atalanta. Settima vittoria di fila, ai nerazzurri sono bastati otto minuti in avvio del secondo tempo per chiudere il discorso col Napoli e salire a +15. Prima frazione in equilibrio, poi gli spietati padroni di casa hanno approfittato degli errori della difesa per segnare con Pasalic e Gosens, dimenticati dagli azzurri. L’Atalanta ha spinto forte sulla fascia destra schiacciando Mario Rui e si sa quel lato è da tempo una lacuna per il Napoli, da risolvere nel prossimo mercato: De Laurentiis e il suo staff tengano in considerazione questa necessità, dopo aver posto le basi per il rinnovo del contratto del laterale portoghese, che da solo non può affrontare un’altra stagione. 

LEGGI ANCHE Atalanta-Napoli, la pagella 

Considerando il passo dell’Atalanta - la preparazione della squadra è da studiare perché non risente del caldo, dell’umidità e degli impegni a distanza ravvicinata - era difficile immaginare che potessero riaprirsi i giochi per il quarto posto, però gli azzurri non sono andati oltre una buona organizzazione nel primo tempo, dove peraltro gli avversari si sono visti al tiro solo in un’occasione, con un perfido sinistro di Gomez respinto da Ospina, poi sostituito da Meret perché ferito da un calcio di Rui alla testa. Le ripartenze e i tiri del Napoli non hanno punto l’Atalanta. Insigne si è sacrificato in difesa, abbassandosi fino alla sua area, ma in avanti non si è visto; Mertens non è mai riuscito a saltare l’avversario. Senza il loro contributo è difficile poter immaginare di riuscire a fare risultato su un campo così difficile. Non è stata casuale la doppia sostituzione decisa da Gattuso sullo 0-2, quando ha tirato fuori i due piccoli e ha inserito Milik e Lozano, alla terza presenza consecutiva. Ai nomi, a una fascia da capitano e a un record di gol il tecnico non presta attenzione. 
 
 

Il tecnico ha provato a dare la scossa alla squadra, dopo l’uno-due piazzato dall’Atalanta, e in effetti gli azzurri sono cresciuti di tono, con Lozano che sul lato sinistro si è fatto apprezzare per alcuni spunti, a conferma di una qualità inespressa nella prima stagione napoletana. Nullo Milik, che da tempo ritiene di aver chiuso la sua sofferta esperienza azzurra. Le palle gol più pericolose le hanno avute Fabian, il messicano e Koulibaly (la rete di Arek annullata per fuorigioco). È stato poco, comunque, per provare a riaprire il confronto contro un avversario che ha poi tranquillamente gestito il vantaggio conquistato appena ha alzato il ritmo. L’ultima sconfitta degli azzurri risaliva a inizio febbraio, quando vi fu l’inattesa caduta casalinga contro il Lecce. Da fine gennaio, il Napoli non appariva così in difficoltà. Quell’attenzione difensiva che gli ha consentito di salire al sesto posto e di conquistare la Coppa Italia è venuta meno proprio a Bergamo, dove feroce sarebbe dovuta essere l’attenzione contro avversari aggressivi e bene organizzati. Sfumate le pochissime chance di rientrare in corsa per il quarto posto, Gattuso dovrà lavorare in chiave futura. Da un lato la preparazione della sfida Champions a Barcellona, contro una grande squadra che vive giorni turbolenti per i rapporti interni, e dall’altro l’analisi della rosa, in particolare di quei giocatori - Lozano - che sono stati poco utilizzati e meritano attenzione. Si deve migliorare la squadra perché un progetto - lo conferma l’Atalanta - non nasce in poche settimane. Gattuso ha già portato a casa un trofeo (e ha restituito compattezza a una squadra che aveva perso identità), poi c’è il discorso della crescita tecnica che si può raggiungere anche attraverso il mercato. Quest’ultima fase della stagione è particolare, complessa nella sua gestione, ma la personalità di una squadra deve comunque vedersi: il Napoli ieri non era quello coraggioso che aveva sfidato l’Inter e la Juve, per essere chiari. E Gattuso, che sa pesare le parole, ha sottolineato che la squadra deve avere una mentalità vincente.

LEGGI ANCHE Ospina costretto al cambio: ecco come sta

A un mese dalla fine del campionato (2 agosto) il Napoli ha accelerato sulla trattativa Osimhen, che in 48 ore ha visitato la città e ha incontrato gli uomini più rappresentativi del club. È questo giovanissimo e velocissimo attaccante l’obiettivo per rafforzare l’attacco e condividerne il peso con Mertens nella prossima stagione. C’è da affrontare il discorso economico col Lille, però ci sembra che da parte di De Laurentiis vi sia la ferma intenzione di concludere questa trattativa per rendere il Napoli più competitivo e in grado di sferrare l’assalto alla Juve (ma anche a Lazio e Inter) nel prossimo campionato. Certo, una distanza di 20 milioni tra la richiesta del club francese e l’offerta di quello azzurro è rilevante ma è importante avere in pugno l’impegno di questo promettente attaccante, che ritroverebbe a pochi chilometri, a Benevento, l’ex compano Remy. Dopo tre anni vi saranno due campane in serie A, con i giallorossi che l’hanno riconquistata battendo con 23 vittorie in 31 partite e tanti record infranti. La prima esperienza per i sanniti si concluse malissimo nel 2018, con una retrocessione annunciata nel girone di ritorno (alla fine le sconfitte sarebbero state 29). Quella stagione è stata un’utile esperienza per il presidente Vigorito, che si è mosso d’intesa con il direttore sportivo Foggia e l’allenatore Inzaghi per migliorare il tasso tecnico del Benevento e aggiungere una dose d’esperienza con giocatori stranieri. In più, c’è la voglia di Pippo di fare la differenza anche in serie A dopo le amare tappe di Milano e Bologna.
© RIPRODUZIONE RISERVATA