Autovelox, liberi di sfrecciare: Napoli ultima per multe riscosse

Autovelox, liberi di sfrecciare: Napoli ultima per multe riscosse
di Paolo Barbuto
Domenica 14 Agosto 2022, 00:00 - Ultimo agg. 15 Agosto, 10:12
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All’ombra del Vesuvio gli automobilisti possono sfrecciare liberamente: la possibilità che ci sia un autovelox a contestare l’eccesso di velocità sono talmente poche da essere vicine allo zero. Il dato emerge da un’analisi dei dati pubblicati sul portale del Ministero dell’Interno dove, nelle ultime ore, sono stati resi noti i dati sui proventi delle violazioni del Codice della strada. Si tratta di un documento che ciascuna amministrazione d’Italia è tenuta a comunicare, per legge, al Governo: quelli riferiti al 2021 sono stati consegnati prima dell’estate e adesso sono pubblici.

Milano è la città d’Italia con i più alti proventi derivati dalle contravvenzioni al codice della strada che superano i cento milioni, come vedete nel grafico di questa stessa pagina. Rispetto alla prima in classifica, Napoli riesce a incassare appena il 9 per cento sul totale delle multe. E il rapporto percentuale migliora solo leggermente nel confronto con Roma e Torino che pure segnano incassi multimilionari dalle sanzioni comminate dai vigili. Il dato più imbarazzante, però, è quello rilevato dal Ministero dell’Interno sui proventi dalle sanzioni per l’autovelox.

Napoli incassa 27mila euro dalle sanzioni per il superamento dei limiti di velocità, una miseria rispetto ai quasi 13 milioni di Milano, ai 4,6 milioni di Roma, ai 5 milioni di Torino. Un valore prossimo allo zero, per la precisione lo 0,21% di quel che riesce a mettere in cassa il capoluogo lombardo.

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Per riuscire a comprendere il dato bisogna, però, conoscere un dettaglio. La città di Napoli non è dotata di autovelox fissi, i vigili hanno a disposizione strumenti portatili (i telelaser) che solo di rado vengono piazzati ai margini delle strade e che vengono utilizzati di tanto in tanto solo su (pochi) percorsi specifici come il lungomare Caracciolo. La questione è legata alle precise norme che regolano l’utilizzo degli strumenti di misurazione, secondo le quali si può valutare la velocità solo su percorsi di una determinata lunghezza che non abbiamo incroci o curve: l’intricato assetto della città di Napoli non offre molte strade con queste caratteristiche. 
Ci sarebbe la Tangenziale che è dotata di strumenti di rilevazione della velocità, ma è presidiata dalla Polizia Stradale per cui quelle contravvenzioni non finiscono nel report ufficiale inviato al Ministero. Ci sono, poi, alcune strade a scorrimento rapido nelle periferie, come via Delle Ville Romane, per la quale è già partita la procedura per l’installazione del primo e unico autovelox fisso del Comune di Napoli.

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Nessun commento ufficiale sulla vicenda dal comando della polizia municipale a via De Giaxa. Filtrano, però, spiegazioni che servono a chiarire qual è la posizione dei vigili sul tema della velocità: «Preferiamo evitare incidenti piuttosto che elevare contravvenzioni - spiegano fonti non ufficiali - ci battiamo per l’installazione di rallentatori di velocità lungo le strade più a rischio e queste attività restituiscono dati estremamente confortanti». Il percorso è quello seguito in più occasioni: polizia municipale e servizio traffico e viabilità del Comune si confrontano con l’Osservatorio della Prefettura e individuano le strade più a rischio, poi partono i rapidi lavori per creare passaggi pedonali leggermente soprelevati, ben segnalati, che impediscono materialmente alle vetture di prendere velocità: ne sono stati piazzati molti, da via Diocleziano a via Petrarca, e tanti altri sono in fase di realizzazione.
 

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