Napoli, con l'Europa non si scherza

di Francesco De Luca
Giovedì 22 Ottobre 2020, 23:31 - Ultimo agg. 23 Ottobre, 07:00
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Avesse optato per un massiccio turnover, dunque privilegiando una competizione (il campionato) rispetto a un’altra (l’Europa League), si sarebbe potuto in parte spiegare il passo indietro - e il ko - del Napoli al debutto in Coppa. Invece Gattuso ha fatto soltanto tre cambi, portiere compreso, passando dalla formazione che aveva travolto l’Atalanta a quella che è caduta contro l’Az, avversario apparso tutt’altro che scosso dal focolaio esploso nel suo spogliatoio, con 13 calciatori positivi rimasti in Olanda. Poca aggressività, lenta circolazione della palla, difficoltà a finalizzare perché gli olandesi hanno tradito la loro filosofia e hanno sistemato un muro composto da otto uomini davanti al portiere Bizot, peraltro raramente chiamato in causa dagli azzurri.

I quattro attaccanti non hanno trovato ampi spazi, come quelli concessi dall’Atalanta nell’ultimo turno di campionato; il doppio regista Ruiz-Mertens non ha migliorato la fluidità del gioco, né sono stati efficaci gli esterni. Non si sono riviste quella buona organizzazione e quella rapidità di esecuzione che avevano stordito i nerazzurri di Gasperini. L’approccio è stato sbagliato e questo è un campanello d’allarme per Gattuso, peraltro scattato prima di una partita - il derby di domenica a Benevento contro Inzaghi - in cui gli avversari avranno altissime motivazioni. La percentuale di possesso palla (73 contro 27 per cento) e il numero dei tiri in porta (6 contro 2) raccontano una partita diversa da quella che indica il risultato, con questa vittoria che fa alzare le quotazioni dell’Az, bravo nell’interpretazione del sistema catenaccio-contropiede.

Gli olandesi sono stati abili a sfruttare il secondo errore della difesa azzurra - sul primo, quello di Koulibaly nel primo tempo, Sugawara aveva calciato di poco a lato - e a segnare con De Wit, indisturbato in area. Un’azione facile facile da concretizzare, con i due azzurri sul lato sinistro, Lozano e Hysaj, che si sono lasciati sorprendere. E non è stato forse un caso che il messicano e l’albanese siano stati richiamati in panchina per fare spazio a Insigne, al rientro dopo l’infortunio, e a Rui.

Nella reazione degli azzurri c’è stato più istinto che organizzazione, mai furore agonistico, e gli olandesi si sono difesi bene, anche quando Gattuso ha sostituito Osimhen, fiacco, con Petagna. La squadra si è arresa davanti a un catenaccio che ha funzionato fino alla fine.

Peccato partire così nel girone di Europa League, una competizione che - parola di Gattuso e Mertens - il Napoli vorrebbe vivere fino in fondo, provando a conquistare la finale come è riuscita a fare l’Inter due mesi fa. La sensazione, dopo avere assistito a questo mediocre esordio, è che gli azzurri prestino maggiore attenzione al campionato. Cambiare tanti uomini da una partita all’altra può alterare l’equilibrio e il grado di forza di una squadra, ma ieri questo non è accaduto. Era la stessa formazione schierata contro l’Atalanta. Anzi, un’altra, non quella che vorrebbero vedere Gattuso e De Laurentiis, tornato al fianco della squadra dopo settimane difficili. C’erano due certezze dopo le prime tre partite di campionato - un attacco potente (12 gol realizzati) e una difesa solida (1 gol preso) - e sono contemporaneamente crollate a Fuorigrotta contro una squadra che ha saputo mantenere la freschezza atletica dopo allenamenti complicati per i numerosi contagi.

Il Napoli è atteso da due trasferte, dopo il derby a Benevento ci sarà quella in Spagna per la sfida con la Real Sociedad, la capolista della Liga che ha vinto in pieno recupero sul campo del Rijeka, ed è necessario uno scatto perché questo match può pesare sul cammino in Europa. La società studia anche i piani futuri, come ha detto il ds Giuntoli confermando i colloqui con Gattuso per prolungare il contratto oltre il 30 giugno 2021. Ma Rino, uomo pratico, sa che il futuro - suo e della squadra - si costruisce sul campo e aspetta una reazione forte in campionato per dare continuità al progetto di scalare rapidamente la classifica. Ha individuato già un problema, non avendo visto contro l’Az la “fame” che deve avere sempre la sua squadra.

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