Camorra a Napoli, a Ponticelli è coprifuoco: «Viviamo con l'incubo delle bombe»

Camorra a Napoli, a Ponticelli è coprifuoco: «Viviamo con l'incubo delle bombe»
di Giuseppe Crimaldi
Sabato 9 Ottobre 2021, 00:00 - Ultimo agg. 14:57
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Donna Assunta vende le sigarette di contrabbando nel suo basso di via del Risanamento, lo fa da vent’anni, ma da qualche giorno ha deciso di rinunciare al guadagno serale: «Dopo le sei “chiudo”. Qui si sta scatenando l’inferno, troppi pericoli, basta».

 

L’esperienza la porta a non sottovalutare i rischi legati alla furia senza più controllo dei camorristi che a Ponticelli sono pronti a tutto, e dunque anche a mettere nel conto durante i loro raid la vita di chiunque si trovi tra le loro armi e la vittima designata di turno. «Tanto prima o poi succederà», preconizza il titolare di un bar non lontano da via Crisconio, dove cinque giorni fa è stato trucidato il nipote del boss Antonio De Luca Bossa. Funziona così, da queste parti. Tutti sanno che è solo questione di tempo: ma se il giorno è incerto, l’evento vendetta viene dato per scontato.

Ponticelli è un quartiere blindato. A serrarlo in una morsa non sono tanto le forze dell’ordine, che pure pattugliano quel triangolo compreso tra i fortini di tre famiglie criminali pronte a tutto, ma gli stessi camorristi. Tra la gente c’è sempre meno voglia di parlare, e persino di essere inquadrati dalla camera di un fotoreporter: «Perché mi stai riprendendo?». «Chi siete?». «Jatevenne!»: i cronisti non sono i benvenuti. Funziona così ovunque. Solo grazie ai carabinieri che ci accompagnano lungo la trama di strade che hanno visto scorrere il sangue riusciamo a imboccare via Crisconio, e poi via Cleopatra, via dei Mosaici, via Piscettaro, via Flauto Magico, penetrando il famigerato Lotto “O” dove la differenza tra la luce del giorno e l’oscurità della notte equivale alla linea di confine tra la vita e la morte. «Provate a fare un giro di notte, da queste parti, e capirete», dice un’anziana mentre trascina il nipote in un passeggino tra i viali senza colore del Parco Conocal. Il passaggio delle gazzelle dei carabinieri apre un vuoto dinanzi ai lotti di case popolari dove la scelta scellerata di privilegiare un’edilizia da alveare oggi di fatto favorisce lo spaccio di droga in androni e condomini: spariscono tutti, pusher, vedette e sentinelle, poco importa se siano al servizio dei D’Amico, dei “Bodo” - quelli del clan De Micco - o del cartello composto dai De Luca Bossa-Aprea-Minichini.

All’ingresso di via Flauto Magico è stato eretto un altro altarino con l’immagine di uno dei tanti giovanissimi assassinati in questa assurda guerra che solo negli ultimi cinque mesi conta tre morti, una decina di feriti e sei bombe per quella che è la settima faida di camorra a Ponticelli in meno di dieci anni.

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Un quartiere fantasma, una tavolozza senza colori. Una zona che, anche per la sua morfologia territoriale che disegna ponti e cavalcavia, agevola oggi anche i “bombaroli”: giovani pronti a tutto che di notte, proprio da quelle sopraelevate, lanciano ordigni dinamitardi sotto le abitazioni dei rivali. A riaccendere il fuoco tra i De Micco e i De Luca Bossa è stata anche la scarcerazione di Marco De Micco, contro la cui abitazione pure alcune notti fa è stata lanciata una bomba che ha provocato danni e due feriti. La droga, ma non solo. La posta in gioco nell’area orientale di Napoli è alta: il controllo delle piazze dello spaccio, ma poi anche le estorsioni e il mercato degli alloggi di edilizia comunale, un business già sfruttato dai vecchi boss della famiglia Sarno, oggi scomparsa dallo scacchiere criminale dopo il pentimento dei suoi vertici. E dietro l’occupazione abusiva delle case popolari c’è spesso anche un colossale giro di furti di energia elettrica. Dopo l’ultimo omicidio che tocca direttamente il “sangue” dei De Luca Bossa il rischio di una devastante risposta resta altissimo. E di fronte all’eventualità di un raid il timore che nel mirino dei sicari finiscano anche degli innocenti va messo nel conto. Ecco perché la gente dopo il tramonto si rintana in casa. A due passi dalla chiesa di via dei Mosaici c’è un giardinetto abbandonato nel quale è stata posta una piccola stele in ricordo di Ciro Colonna, ucciso a soli 19 anni senza un perché. Nessuno si prende più cura più quel simbolo dell’innocenza strappata alla vita. E anche questo è oggi, purtroppo, Ponticelli.
 

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