Napoli, il carattere c'è ma ora Insigne dia un segnale

di Francesco De Luca
Domenica 21 Novembre 2021, 23:30 - Ultimo agg. 22 Novembre, 06:00
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Un finale tutto cuore, con Rui e Mertens che hanno sfiorato il gol del pareggio subito dopo quella prodezza di Dries (aggiorniamo il conto: 137 reti in azzurro), non è bastato ad evitare la prima sconfitta in campionato al Napoli. Le due squadre in testa si sono fermate a distanza di poche ore, perdendo di misura contro la Fiorentina e l’Inter. E di questo week-end hanno approfittato i nerazzurri che si sono portati a 4 punti da Napoli e Milan. Il discorso scudetto si allarga a tre squadre, com’era prevedibile.

Gli azzurri hanno giocato due partite. Si sono illusi dopo il gol di Zielinski, arrivato al termine di una grande azione avviata dal polacco, e hanno subito in venti minuti l’uno-due dell’Inter, con un rigore segnalato dal Var e un gol di Perisic su angolo: al braccio sinistro largo di Koulibaly si è aggiunto l’errore di piazzamento della difesa perché non c’era un uomo sul primo palo di Ospina. Il Napoli ha faticato a prendere le misure di un avversario sicuramente più fisico e ha inciso l’assenza di Demme e Politano, esclusi perché positivi al Covid: il tedesco avrebbe dato più sostanza al centrocampo in una fase di difficoltà, quando Fabian si è defilato, e l’esterno sarebbe stato utile quale alternativa a Lozano, a lungo in ombra e quasi accompagnato da Spalletti sulla linea laterale quando ha giocato dalla sua parte.

È come se il Napoli fosse scomparso dalla scena, un calo di personalità che ha irritato il tecnico, giustamente convinto che si debba misurare in una trasferta simile la forza caratteriale e tecnica.

Il gol di Lautaro avrebbe potuto far crollare il Napoli, che ha invece reagito e nell’ultima mezz’ora si è lanciato all’attacco, guidato da Mertens inserito dopo Petagna da Spalletti che ha giocato tutte le carte a disposizione per recuperare e conquistare il punto. Non è riuscito a raddrizzarla perché il colpo di testa di Rui è stato deviato da Handanovic e soprattutto perché Dries ha buttato a mare un assist di Anguissa, autore di una giocata spettacolare.

Peccato. Ma niente è cambiato lassù. Adesso, però, serve qualcosa in più dai giocatori di maggiore qualità. Prendiamo Osimhen. Non ha inquadrato la porta (ultima rete il 17 ottobre contro il Torino in campionato): ci può stare, ma deve giocare con un minore carico di tensione e infatti è stato già a inizio partita richiamato dal suo allenatore, perché s’è beccato il cartellino giallo dopo soli dieci minuti. Victor, che deve saper difendere il suo talento, adesso rischia uno stop di tre settimane per una frattura allo zigomo: brutto colpo per il Napoli, anche se preziosa è la classe di Mertens. Prendiamo Insigne. Ha fatto uno dei suoi tocchi illuminanti per Zielinski, poi è stato nell’ombra, su quella fascia dove l’Inter ha dominato. Un campione come il capitano deve saper conquistare la scena in partite così importanti. Con la speranza che in questa flessione non incida la complessa vicenda contrattuale: perché è una storia, comunque vada a finire, che non deve rovinare la stagione. 

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