Napoli, in carcere lezioni di cibo: una laurea per i detenuti

Napoli, in carcere lezioni di cibo: una laurea per i detenuti
di Carmine Maione
Mercoledì 2 Novembre 2022, 08:21 - Ultimo agg. 17:56
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In carcere a scuola di cucina. L’iniziativa è del dipartimento di Agraria della Federico II che porta nel penitenziario di Secondigliano il corso di laurea in Scienze gastronomiche mediterranee. Sono diciassette i detenuti coinvolti, tutti in possesso del diploma e iscritti al corso triennale proposto dal Polo universitario penitenziario della Federico II, diretto da Marella Santangelo.

Il progetto, frutto di una intesa con il penitenziario diretto da Giulia Russo, vuole offrire ai detenuti la possibilità di conseguire una laurea e coltivare le proprie aspettative di riscatto sociale. Un’offerta didattica integrata per creare una prospettiva professionale e non solo. «La gastronomia diventa un mezzo per costruirsi una professione futura con solide basi tecnico-scientifiche - dice Raffaele Sacchi, coordinatore del corso di laurea in Scienze gastronomiche mediterranee – ma anche per prendersi cura di sé attraverso il cibo, che rappresenta una parte importante delle radici culturali di una vita normale».

Il laboratorio di gastronomia prevede anche una pratica tra i fornelli con un approccio scientifico all’alimentazione. Chimica, nutrizione, botanica, microbiologia, igiene, tecnologia degli alimenti, sono solo alcune delle materie di base previste nel piano di studi proposto dal dipartimento di Agraria diretto da Danilo Ercolini. «Siamo fieri che il corso in Scienze gastronomiche sia tra i più scelti dell’offerta formativa nell’ambito del Polo universitario penitenziario. È una grande occasione - dice Ercolini - non solo per consolidare l’interesse nei confronti dei percorsi didattici di Agraria ma anche per promuovere ulteriormente la cultura del buon cibo e della sana alimentazione, che rappresenta una forza per il nostro Paese».

Il corso di laurea in Scienze gastronomiche mediterranee fu istituito nel 2017 dall’attuale rettore Matteo Lorito, all’epoca direttore del dipartimento di Agraria.

A luglio del 2021 ci sono stati i primi laureati. Tra questi, Rosa Castiello, ispettrice di polizia penitenziaria presso il carcere di Poggioreale e oggi collaboratrice al progetto come docente part-time del laboratorio di cucina.

«Non si tratta dell’unico corso di laurea attivato - afferma Manuela Rigano, delegata del corso di laurea presso il Polo universitario penitenziario -.

L’iniziativa rientra in un progetto ben più ampio che testimonia l’attenzione del nostro ateneo nel farsi costruttore di giustizia sociale e promotore della dignità dell’uomo, alla quale in alcun modo e per nessun motivo si può derogare».

Il Polo universitario penitenziario fu costituito nel 2018 grazie a un protocollo d’intesa tra la Federico II e il provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria ed è dedicato al conseguimento di titoli di studio sia per i detenuti nelle carceri della Campania sia per i soggetti che stanno scontando la pena all’esterno. Proprio nelle scorse settimane il Polo ha avuto il suo primo laureato, in Scienze sociali. Gli studenti reclusi sono ospitati in due sezioni dedicate, una per l’alta sicurezza (Ionio) e l’altra per la media sicurezza (Mediterraneo). È previsto l’esonero totale dal pagamento delle tasse universitarie e, in accordo con la Regione, gli studenti detenuti sono esentati anche dalla tassa regionale, in considerazione non solo delle loro difficoltà ma anche di quelle delle loro famiglie.

La Federico II, fra l’altro, è costantemente impegnata nel penetrare il tessuto cittadino quale presidio di legalità, come testimonia la recente inaugurazione a Scampia della nuova sede dedicata alle professioni sanitarie.

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