Castel Capuano, il rilancio ​che fa bene a tutta la città

di Fabio Mangone
Mercoledì 26 Gennaio 2022, 23:30 - Ultimo agg. 27 Gennaio, 06:00
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La firma del decreto istitutivo della Scuola di Magistratura rappresenta una notizia eccellente, che lascia sperare in una fase di ulteriore rilancio di Castel Capuano. Sin da un memorabile convegno del 2009 fu chiaro che il trasferimento al centro direzionale del Tribunale aveva rappresentato un’azione indispensabile per il funzionamento dei processi, ma che l’antico castello non poteva essere dismesso come un qualsiasi vecchio ufficio in attesa di future destinazioni.

Innanzitutto perché un simile complesso era ed è un insieme di memorie materiali pregiate – le antiche strutture murarie, di cui alcune di età normanna, le sale, gli affreschi e così via – ma anche immateriali, perché era ed è la sede di giustizia con continuità di funzionamento più antica di Europa, densa di memorie della storia dell’intero mezzogiorno, e della migliore tradizione giuridica della nazione. Poi perché questa parte estrema dei Decumani – tra Vicaria e Forcella – aveva nella presenza del Tribunale un imprescindibile volano economico, che favoriva la presenza di studi professionali, copisterie, bar, ristoranti, ed altre varie attività, in grado almeno in parte di contrastare la povertà di questi quartieri.

Per questo fu creata la Fondazione Castel Capuano, diretta con passione e intelligenza da due magistrati a riposo d’eccezione, Antonio Buonajuto, presidente, e Floretta Rolleri, responsabile del comitato scientifico, capace di importanti progressi pur in una fase in cui la politica non assegnava a questo fine adeguate risorse. Per questo motivo fu avviato, e da poco concluso, il restauro delle parti più monumentali. Per lo stesso motivo fu nel frattempo condotta la ricerca – per tutti gli ambiti dello sterminato edificio – di funzioni da collocarvi, coerenti con la funzione di palazzo della giustizia: senza escludere però che una piccola parte potesse essere museale, a confermare anche la necessità di creare in sinergia con altre istituzioni – tra cui l’Antica Confraternita della Disciplina della Santa Croce – un percorso turistico Vicaria-Forcella.

Quartieri dimenticati, dove un intollerabile degrado convive con superbi palazzi storici e fermenti culturali ancora vivissimi, nonostante tutto. Per questo va ribadito oggi con forza che salvare Castel Capuano, e le sue memorie, significa anche salvare un’intera zona del centro storico oggi abbandonata a se stessa. 

Fra le tante destinazioni agli ambi spazi già trovate – biblioteca giuridica, sede dell’Ordine degli avvocati, Commissariato agli usi civici, Sezione giuridica dell’Archivio di Stato, etc. – sembrava particolarmente importante puntare alla formazione specialistica con le scuole per le professioni giuridiche: degli avvocati, dei magistrati, dei notai. L’area dei decumani – lo si è detto più volte – ha sin dai tempi di Federico II una vocazione a sede degli studi universitari: ma quasi sempre le sedi si fermano nel settore superiore, al di sopra di via Duomo, senza mai giungere in questa zona tanto interessante quanto dolente. La presenza dei giovani e qualificatissimi allievi è di per sé una promessa importante di riscatto, sociale, culturale, economico. 

Dieci anni fa portare le scuole giuridiche sembrava un sogno, forse un’utopia. Oggi, una parte importante si è realizzata con la prestigiosa, e ci auguriamo si trovi in un futuro prossimo il modo di portare a Castel Capuano – dove i busti ricordano l’illustrissima tradizione giuridica napoletana – anche la scuola di Avvocatura e di Notariato.

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