Napoli, tavolo tecnico al Comune sul rilancio del Centro direzionale

Napoli, tavolo tecnico al Comune sul rilancio del Centro direzionale
di Luigi Roano
Venerdì 2 Settembre 2022, 00:00 - Ultimo agg. 3 Settembre, 08:08
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Ha fatto scattare il conto alla rovescia il sindaco Gaetano Manfredi e nella sua testa c’è già una data cerchiata in rosso per aprire finalmente il tavolo sul rilancio del Centro direzionale. Nell’intervista rilasciata a il Mattino e pubblicata il 15 agosto l’ex rettore al riguardo spiegò: «Nei primi giorni del prossimo mese si aprirà e posso assicurare che ci saranno anche investitori e stakeholders». E settembre è arrivato e stando a quello che trapela da Palazzo San Giacomo il sindaco avrebbe intenzione entro una decina di giorni al massimo, cioè la prossima settimana e prima delle elezioni politiche del 25, di dare vita a questo organismo.

La sostanza è che - il tavolo sul Centro direzionale e sul suo rilancio alla luce della nuova cittadella direzionale che la Regione vorrebbe fare a 200 metri di distanza per trasferirvi tutti i suoi uffici - il destino di questo pezzo di città è diventata una priorità. Tracce di futuro si leggono nelle strategie che sotto traccia il sindaco e la vicesindaca e assessora all’Urbanistica stanno iniziando a far trapelare. Si ragiona sull’ampliamento del Centro direzionale sotto il profilo delle residenze perché se è vero che mancano servizi adeguati ed efficienti è anche vero che per far vivere il sito non servono solo attrattori di tipo finanziario ed economico i ma anche famiglie che il Centro direzionale lo vivono 24 ore su 24.

L’allargamento del sito ma non solo, la sfida è recuperare gli spazi oggi a disposizione e quindi si lavora all’installazione di alberghi, terziario, aree per l’intrattenimento e il tempo libero «tutte idee che già abbiamo messo sul tavolo del dibattito su come realizzarle» trapela dal Comune. Tracce che devono però assumerne contorni di concretezza la variante orientale al Prg è l’innesco al quale sta lavorando la Lieto per rilanciare un’area - quella est - già al centro di grossi investimenti e di interessi di grandi aziende.

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Il progetto della Regione va di pari passo con quello di Sistemi urbani, ovvero delle Fs che sono proprietarie dei suoli e che lavorano dal punto di vista trasportistico. Cioè la risistemazione del fascio di binari della Circumvesuviana fino al nuovo terminal dei bus dentro al parcheggio del Corso Arnaldo Lucci. Opera molto importante per sbloccare quell’area di Napoli dal punto di vista della viabilità. In questo contesto quello che non c’entra nulla è il nuovo quartier generale della Regione che sta frenando lo sviluppo del progetto delle Fs. La Regione vuole la metà dei suoli circa 60mila metri quadrati per farsi la sua cittadella.

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E questo ha provocato lo squilibrio finanziario ed economico e il no di fatto di Palazzo San Giacomo che ha bocciato l’idea di aumentare gli indici di fabbricabilità l’unico modo - secondo Regione ed Fs - per far quadrare i conti. Emblematico è lo stallo sulla conferenza dei servizi - dove come ha sottolineato la stessa Lieto «mai si è parlato del nuovo quartier generale della Regione» - che dovrebbe essere convocata solo a urne chiuse. Come dire che il fuoco della polemica tra i due enti tornerà ad ardere dopo la contesa elettorale per il timore di danneggiare il centrosinistra dove il governatore Vincenzo De Luca e Manfredi sono collocati. Una tregua armata si sarebbe detto qualche lustro fa. La distanza è grande tra il Municipio napoletano e l’ente di Santa Lucia e la sensazione è che colmarla sarà molto difficile se non impossibile. Anche perché l’unico documento vergato dal Comune in Conferenza dei servizi è quello dove Palazzo San Giacomo indica la strada da seguire. «Includere nel progetto delle Fs e della Regione l’intera area di Gianturco e del Centro direzionale». E su questo De Luca ha alzato le barricate.
 

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