Napoli: chiesa di Santa Caterina a Chiaia, ​crollano i rosoni del Settecento

Napoli: chiesa di Santa Caterina a Chiaia, crollano i rosoni del Settecento
di Paolo Barbuto
Domenica 4 Luglio 2021, 00:00 - Ultimo agg. 5 Luglio, 07:22
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Hanno resistito alle guerre e ai terremoti, poi non ce l’hanno fatta più: i rosoni settecenteschi della chiesa di Santa Caterina hanno ceduto e sono venuti giù spaccandosi in mille pezzi tra le panche della chiesa più nota di Chiaia. L’allarme è stato lanciato l’altro giorno dal rettore, padre Calogero Favata che ha notato il cedimento e ha immediatamente avvisato i vigili del fuoco. L’intervento si è concluso con una prescrizione inviolabile: accesso vietato nella chiesa per il rischio che vengano giù anche tutti gli altri stucchi che adornano la volta della struttura.


Santa Caterina a Chiaia è una delle chiese che appartengono al Fec, il Fondo edifici di Culto che fa capo al Ministero dell’Interni e viene gestito, territorialmente, dalla Prefettura. Sia il Ministero che la Prefettura sono stati immediatamente avvisati, è anche scattata la procedura di allerta alla Soprintendenza che ha già annunciato interventi immediati. Domattina dovrebbe esserci il primo sopralluogo degli esperti di palazzo Reale, poi sarà necessario attivare un percorso di verifiche accurate raggiungendo la sommità della chiesa per capire quanto è ampio il problema e quali saranno gli interventi da effettuare.
Padre Calogero è una persona moderata e affabile, non s’arrabbia e non protesta per l’episodio, non denuncia l’abbandono del luogo storico ma, semplicemente, chiede celerità: «Santa Caterina è un punto di riferimento per il quartiere e anche per l’intera città. Ci sono progetti che crescono e vanno avanti quotidianamente, l’unico desiderio è che il cancello della nostra chiesa possa essere riaperto al più presto».

La burocrazia per la ricerca di aziende per il recupero e di fondi s’è già messa in moto. La Prefettura attende indicazioni da parte della Soprintendenza e, come già avvenuto nel recente passato, potrebbe mettere in moto un meccanismo di interventi rapidi per restituire la chiesa al culto.

Diverso è il tema delle cause che hanno generato questi cedimenti. Appare ovvio che non c’è stato controllo né manutenzione anche se il rettore Favato cerca di evitare polemiche: «Pure gli edifici, come le persone, quando invecchiano diventano più fragili. È normale che una chiesa del ‘700 possa mostrare i segni del tempo e abbia necessità di cure più approfondite per tornare com’era».

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Purtroppo la storia recente della chiesa di Santa Caterina a Chiaia è costellata di eventi preoccupanti. Nel novembre del 2018 si verificò un cedimento del tetto nella porzione che sovrasta il coro. Fu quello il momento in cui il Fec si mise immediatamente in moto, avviando procedure rapide per la messa in sicurezza e per il restauro della parte di tetto che era venuta giù. E probabilmente proprio a quell’evento del 2018 potrebbero essere collegati i crolli di questi giorni: i sussulti che ha avuto la chiesa in quell’occasione potrebbero aver reso instabili i decori della volta che, lentamente, hanno iniziato a perdere forza fino all’evento dell’altro giorno. Purtroppo anche la cupola della chiesa ha evidenti problemi. Venne colpita duramente dal vento durante la tempesta del dicembre 2019 che devastò il lungomare. In quell’occasione una parte delle lastre di piombo che proteggono la cupola di Santa Caterina venne letteralmente divelta dalla forza del vento. Anche in quell’occasione si cercò una soluzione rapida, però poi la paralisi generata dalla pandemia ha frenato ogni iniziativa, così attualmente la cupola della chiesa non è protetta e inizia a mostrare segni di infiltrazioni che, con il tempo, potrebbero generare guai rilevanti. L’occasione dei lavori per i rosoni che cedono, potrebbe essere utile per dare una sistemata anche alla cupola.
 

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