Napoli, col Barcellona non è peccato fare catenaccio

di Francesco De Luca
Lunedì 24 Febbraio 2020, 23:00
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Una notte da sogno. O da incubo, pensando che dall’altra parte, con la pesante maglia numero 10 che lui sa rendere lieve, c’è Leo Messi, il migliore marcatore nella storia della Champions League: 114 gol in 140 partite, tutte in blaugrana. E non è un caso che 4 delle sue 5 Coppe il Barcellona le abbia vinte nell’epoca del ragazzo che arrivò 15enne dall’Argentina. Il Barcellona è favorito nella doppia sfida col Napoli: per la caratura dei giocatori, l’attitudine europea, il vantaggio del match di ritorno al Camp Nou. Ma Gattuso, esordiente in Champions da allenatore dopo averne vinte due da centrocampista del Milan, può sfruttare la capacità di concentrazione degli azzurri nella partita secca.

È evidente che il Napoli ha un problema di continuità in questa stagione, tuttavia con Rino sono state vinte sei delle ultime sette gare - tra campionato e Coppa Italia - e nelle nove partite delle coppe fin qui disputate la squadra è imbattuta. Ci vogliono carattere e intelligenza tattica per sottrarre 4 punti su 6 al Liverpool campione d’Europa, battere la Lazio in formissima al San Paolo e l’Inter di ferro al Meazza. Gli accorgimenti difensivi apportati da Gattuso hanno quasi sempre funzionato, la squadra ha assunto una buona fisionomia - a centrocampo è cresciuto il livello di Fabian e positivo è stato l’innesto di Demme; in attacco si sono ripresi Insigne e Mertens - ed ecco perché si può confidare in una positiva prestazione a Fuorigrotta. Il discorso della qualificazione, poi, è tutt’altro perché, in caso di risultato favorevole, ci vorrà personalità per sfidare Messi e i novantamila del Camp Nou e tentare di volare ai quarti.

L’appuntamento del 18 marzo in Spagna è lontano, c’è prima questa sfida in cui il Napoli può recitare un ruolo da protagonista non mollando mai né di un centimetro né di un secondo, giocando in pochi metri, studiando un accurato raddoppio su Leo. Il Barça non solo concederà spazi - dei quali dovranno essere bravi ad approfittare Insigne, Mertens e Fabian, che ha ritrovato il suo perfido sinistro - ma nelle trasferte europee non sempre riesce ad esaltarsi: ha vinto soltanto uno degli ultimi otto confronti ad eliminazione diretta e a Roma ha fatto storia l’umiliazione inflitta nel quarto Champions del 2018, con l’ultimo e decisivo gol segnato da Manolas, diventato poi perno della difesa azzurra. Nessuno può aver chiesto a Gattuso di eliminare il Barcellona e tentare di arrivare tra le prime quattro in campionato. Intanto, è riuscito a raddrizzare la barca avviata verso il naufragio e il primo passo è aver riportato gli azzurri al sesto posto. Può aspirare ad andare oltre, realizzare l’Impresa, soltanto se la squadra stasera non snaturerà se stessa e manterrà l’equilibrio faticosamente raggiunto. Più che mai contro il Barça deve esservi un’anima operaia, senza vergognarsi di un atteggiamento tattico che viene brutalmente tradotto in catenaccio. È complicato metterla sul piano del gioco contro avversari stratosferici, se ne accorse anche Sarri nelle due partite contro il City di Guardiola, ultimo filosofo del barcelonismo, nella sfide del 2017.
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