Fi, l'ira di Berlusconi sull'aiutino a DeMa: «No a Guangi in lista»

Fi, l'ira di Berlusconi sull'aiutino a DeMa: «No a Guangi in lista»
di Valentino Di Giacomo
Domenica 13 Dicembre 2020, 00:00 - Ultimo agg. 12:13
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Salvatore Guangi, il consigliere comunale di Forza Italia che con l’uscita dall’aula ha di fatto contribuito a salvare de Magistris, non sarà ricandidato dal partito azzurro. Prima ancora di verificare le lunghe e farraginose procedure per espellerlo da Fi, è stato deciso che Guangi non sarà più schierato in altre competizioni elettorali. A prendere la decisione è stato Silvio Berlusconi in persona. Chi ha parlato in queste ore con il Cavaliere riferisce che il leader di Fi è di umore nerissimo per il salvataggio di Dema: per l’ex premier affondare il sindaco avrebbe rappresentato una sorta di golden share in vista delle sempre più vicine elezioni per Palazzo San Giacomo. Il non voto di Guangi ha di fatto mandato all’aria i piani di Berlusconi che da sempre ritiene Napoli la sua seconda città.

 


A comunicare la decisione presa dal leader è stato il coordinatore di Fi, Mimmo De Siano. Una scelta maturata nell’immediatezza del voto in Comune con una telefonata a tarda sera venerdì scorso tra il senatore ischitano e il Cavaliere. «Con il presidente Berlusconi - ha spiegato De Siano - si era ritenuto doveroso, in quanto opposizione a de Magistris, che Forza Italia dovesse votare compatta, come correttamente hanno fatto i consiglieri Stanislao Lanzotti e Armando Coppola, il no al bilancio del peggior sindaco di sempre. Purtroppo così non è stato. Pertanto, contravvenendo alle indicazioni di partito, e in particolare del nostro leader, con il presidente Berlusconi si è convenuti sul fatto che Salvatore Guangi si è assunto una responsabilità che non potrà non avere le dovute valutazioni e conseguenze». Poi De Siano ha delineato l’orientamento assunto con il Cavaliere, chiarendo la decisione: «L’episodio sarà considerato soprattutto nell’ambito delle scelte che il partito sarà tenuto ad assumere sulle future candidature», mettendo così Guangi fuori da Fi per il futuro a prescindere se ci sarà un’espulsione ufficiale che prevederebbe una trafila procedurale piuttosto lunga.

Alla vigilia delle prossime elezioni comunali gli animi nel partito restano però agitatissimi. Se Guangi ha deciso di uscire dall’aula risultando così decisivo per la sopravvivenza della Giunta arancione, sulla stessa linea erano due big come l’europarlamentare Fulvio Martusciello e l’ex governatore Stefano Caldoro. Entrambi si sono schierati per il salvataggio del sindaco ritenendo inutile un avvicendamento a pochi mesi dalle urne e costringendo Napoli all’arrivo di un commissario prefettizio. Un orientamento che non ha avuto conseguenze all’interno del partito e che paga, almeno per ora, soltanto Guangi. Tuttavia la guerra in Fi resta aperta: neppure il ramoscello di pace lanciato da un fedelissimo di De Siano come Armando Cesaro, attraverso un’intervista al Mattino, ha trovato accoglimento. Anzi, Martusciello ha chiesto persino l’espulsione dal partito di Cesaro junior e - anche attraverso la sua fedelissima, la capogruppo in Regione, Annarita Patriarca - ha invitato De Siano a farsi da parte e lasciare il coordinamento regionale. Berlusconi è da tempo che monitora questo scontro, ormai divenuto quasi insanabile. Al momento, anche attraverso le numerose telefonate al suo coordinatore, il leader di Fi ha rinnovato la sua fiducia in De Siano affidandogli pieni poteri nel gestire la crisi scoppiata in Comune. Certo, ora per il senatore ischitano si apre una nuova battaglia visto che in Campania andranno al voto tutti i capoluoghi di provincia tranne Avellino e ci sarà nuovamente da mettere mano a liste e candidati. Alle ultime regionali lo scontro Martusciello-De Siano è stato acceso, ora - senza soluzioni alternative - potrebbe ripetersi lo stesso scenario in vista delle Comunali.
 

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