Napoli, con SuperVictor è tutta un'altra storia

di Francesco De Luca
Giovedì 21 Ottobre 2021, 23:30 - Ultimo agg. 22 Ottobre, 06:00
4 Minuti di Lettura

Un finale di fuoco, i bellissimi colpi di Insigne, Osimhen e Politano hanno riaperto le porte dell’Europa al Napoli: agganciati in classifica gli inglesi del Leicester, tutto in gioco nel girone a tre partite dalla fine. Una prodezza, uno dei numeri del suo vasto repertorio, ha fatto passare i malumori al capitano che aveva sbagliato due rigori consecutivi in campionato. Victor, entrato in campo al posto di Lozano, ha fatto vedere chi è, quanto è forte, quanto incide in una partita. Politano, altro subentrante, ha chiuso magicamente la notte al Maradona.

Fino a venti minuti dalla fine è stata complicata la gara con il Legia Varsavia, al comando del girone. Il Napoli-2 (sette i cambi operati da Spalletti rispetto alla squadra che aveva piegato a fatica il Torino) ha attaccato fin dalle prime battute, collezionando palle gol e angoli. Non ha corso rischi, però neanche è riuscito a scardinare quella muraglia rossa. Spalletti non voleva chiudere ieri sera il discorso qualificazione e le ha tentate tutte, anche stavolta con successo. Nella ripresa ha lanciato in campo prima Osimhen e Fabian, poi Politano e Petagna.

All’attacco con una saggia organizzazione tattica. E a sbloccarla ci hanno pensato gli assi di questa squadra che il tecnico vuole portare in avanti sia in campionato che in Europa. Insigne ha giocato in tutte le posizioni dell’attacco e ha segnato da centravanti il gol che ha fatto sorridere Luciano, servendo poi a Osimhen il pallone per il raddoppio. Il capitano è irrinunciabile come Koulibaly, Anguissa e Magic Victor. E ci auguriamo che la dichiarazione prepartita del direttore sportivo Giuntoli («Noi vogliamo tenere Insigne e Insigne vuole restare») non sia diplomatica ma la reale fotografia della situazione che riguarda il club e Lorenzo, che si svincola tra otto mesi.

L’altro aspetto positivo di questa partita, oltre a una difesa che non ha incassato reti (Meret ha sostituito Ospina), è aver ritrovato due protagonisti come Mertens e Demme, costretti a partire in ritardo per problemi fisici. La strada per la qualificazione è ancora lunga e dura, perché gli azzurri sono attesi dalle trasferte di Varsavia e Mosca e poi dal confronto col Leicester a Fuorigrotta che a inizio dicembre potrebbe decidere l’assegnazione del primo posto, il solo che assicura il passaggio agli ottavi di Europa League.

Non ci sarà tempo per tirare il fiato. Domenica Spalletti tornerà all’Olimpico, dove ha vissuto stagioni tra vittorie, sconfitte e tensioni, come quelle esplose nell’ultimo anno di Totti. Roma è stata la parte più lunga e più intensa della sua carriera: qui ha sfiorato quattro volte lo scudetto. Vorrebbe riproporre quegli anni a Napoli, intanto si presenta con gli azzurri a punteggio pieno, senza aspettarsi fischi o applausi.

La sua storia è stata raccontata sul campo, non nella fiction che ha descritto la verità del rapporto con Totti vista da Totti. C’è la voglia di cogliere la nona vittoria consecutiva e avvicinarsi al record - della Roma di Garcia, 10 successi nel 2013 - per rafforzare la leadership. Spalletti è piaciuto ai napoletani fin dal primo giorno perché ha messo la squadra sullo stesso piano delle big. Ha per ora un vantaggio di 7 punti sull’Inter campione d’Italia. Mourinho e la Roma sono usciti devastati dal giovedì di coppa, oltre che pesantemente contestati dai tifosi presenti in Norvegia: nel terzo torneo europeo, la Conference League, umiliante sconfitta (1-6) sul campo sintetico del Bodoe Glimt. Anche Mou ha fatto turnover, cambiando nove giocatori, e questo ha inciso sulla sconfitta perché «quelli che sono scesi in campo sono più deboli del Bodoe».

Parola non di un osservatore qualsiasi ma dell’allenatore della Roma, che dall’inizio della stagione ha criticato l’organico. Una nuova provocazione ai dirigenti. Spalletti, invece, è stato felicissimo che siano rimasti i migliori azzurri e arrivati, a costo zero, Anguissa e Juan Jesus. All’Olimpico ci sarà un’aria pesante dopo quanto accaduto in Norvegia, con i giocatori convocati dai capi ultrà romanisti per scusarsi per i sei gol presi: ci vorrà carattere per conquistare la nona meraviglia e il Napoli lo ha. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA