Napoli, de Magistris è nell'angolo: avanza il commissario

Napoli, de Magistris è nell'angolo: avanza il commissario
di Valerio Esca, Luigi Roano
Giovedì 10 Dicembre 2020, 23:40
4 Minuti di Lettura

Un caravanserraglio da togliere il respiro, altro che politica di profilo, di ragionamenti alti per Napoli, l’unica cosa certa ieri nella perduta solennità della Sala dei Baroni è stato l’effetto Bostik. Vale a dire che nessuno degli eletti del popolo è intenzionato a lasciare lo scranno da consigliere comunale prima del tempo. L’unico momento davvero alto è stato quelle delle 5 commemorazioni per i tanti amici della città che questo 2020 si è portato via: da Diego Armando Maradona al professor Mario Santangelo. Così, la seduta decisiva per l’approvazione del bilancio - con il sindaco Luigi de Magistris senza maggioranza appeso a un filo, quello azzurro di Forza Italia prima e poi anche quello del Pd - si è trasformata in una stucchevole melina e dunque in una maratona iniziata alle nove e finita a notte fonda. Dove ciascuno dei consiglieri si è esercitato nel trovare un collega che poteva essere additato quale «salvatore» dell’ex pm, mai come ieri alla canna del gas e in balia degli eventi: doveva fare la rivoluzione ma la sua avventura a Palazzo San Giacomo è finita col mercanteggiare un voto o due per salvare la poltrona che non basta per salvargli la faccia.

LEGGI ANCHE Napoli: nuova sospensione del Consiglio per esaminare gli Odg

Uno stillicidio, tanto che uno dei capigruppo dei partititi delle opposizioni si è lasciato sfuggire - quando ha visto che una bella consigliera annunciava di «tornarsene a casa e di tornare forse più tardi» si è lasciato scappare una frase che fotografa bene il clima: «Magari non torna più così almeno non danno la colpa a noi se de Magistris si salva».

Oppure lo scherzo telefonico di un consigliere a un suo collega di centrosinistra. Imitando la voce di Bassolino alla perfezione ha fatto dire all’ex sindaco che bisognava salvare il sindaco «perché ci serve per organizzare la campagna elettorale». Stravolta la faccia del destinatario della telefonata che ha ripreso colore solo dopo aver capito di essere statoi vittima di una telefonata farlocca.

La sostanza è che il tema tra le opposizioni è uno solo: uscire puliti da una vicenda politica ammorbante per la terza d’Italia città allo sbando dopo almeno 7 anni di mancata amministrazione della flottiglia arancione. Una melina così spinta che a un certo punto c’è stato chi ha chiamato il numero legale - Matteo Brambilla del M5S - per verificare i numeri della maggioranza, unico atto veramente politico. E gli arancioni - con il supporto di Mimmo Palmieri (Napoli popolare), Salvatore Guangi (Fi) e Anna Ulleto (Gruppo misto) - hanno tenuto botta. Di più, al primo voto vero sul bilancio, cioè quello sul Dup (Documento unico di programmazione) de Magistris e i suoi lo hanno portato a casa perchè dall’Aula sono mancati tutti quelli del Pd «impegnati in una riunione di partito».

Melina, dunque che ha portato a una sospensione della seduta perché sono comparsi decine di emendamenti e mancavano i pareri dei Revisori. Perchè a pesare è la questione politica, cioè chi aiuta de Magistris: fari puntati su Fi - sotto la spinta dei dirigenti Fulvio Martusciello e Stefano Caldoro il cui urlo è stato: «Non dobbiamo fare un favore a De Luca mandando a casa prima del tempo de Magistris». Ma in Fi il partito è diviso così per il capogruppo Stanislao Lanzotti, il subentrante a Mara Carfagna Armando Coppola e Salvatore Guangi la maratona notturna si è trasformata in una tortura. I numeri sono questi: 19 con il sindaco e altrettanti per le opposizioni e con il pareggio il bilancio non passa. A de Magistris serve un voto a favore o una defaillance nelle opposizioni per farla franca. E il peso è tutto su Fi che da sempre ha detto no al commissariamento. Guangi è disposto a sfilarsi ma ne serve almeno un altro per noin sciogliere il Consiglio. Tormenti che hanno attraversato anche il Pd fino a quando non è iniziata a filtrare una possibilità di accordo con l’ex pm, i consiglieri dem hanno incontrato il sindaco, ma il segretario metropolitano Marco Sarracino no, il segnale che la trattativa è durata un battito d’ali di farfalla. 


GLI UMORI
De Magistris prima di arrivare al Maschio Angioino ha fatto un passaggio a Radio Crc dove è stato chiaro: «In Consiglio vedo da una parte un atteggiamento di responsabilità, maturità e amore per la città, dall’altra parte in alcuni vedo posizioni che hanno poco di politico e molto anche di personale. Vedo dinamiche eterodirette».

© RIPRODUZIONE RISERVATA