Napoli troppo rumorosa, scatta la procedura di infrazione: cartellino giallo dall'Europa

Napoli troppo rumorosa, scatta la procedura di infrazione: cartellino giallo dall'Europa
di Paolo Barbuto
Sabato 19 Ottobre 2019, 00:00
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L’Europa tiene alla salute dei suoi abitanti così nel 2002 preparò una direttiva, distribuita ad ogni governo, nella quale si chiedeva di esaminare gli eventuali rumori molesti di ogni singola porzione di territorio e, laddove necessario, di provvedere ad eliminarli perché provocano disagio e malattie agli abitanti. Il Governo italiano ci ha messo un po’ ad organizzarsi, però nel 2005 ha predisposto un decreto con date inderogabili: entro il 30 giugno del 2007 ogni comune avrebbe dovuto presentare la sua mappa dei rumori e il mese successivo gli eventuali progetti per limitarli. Napoli (con poche altre città italiane) ha “dimenticato” quella scadenza, l’Europa se ne è accorta e ha aperto una procedura di infrazione che significa: attenti, non sbagliate più, altrimenti scatta una multa pesante che pagherà lo Stato. Nel frattempo è arrivata la seconda scadenza, fissata al 30 giugno del 2017, ma anche in quel caso Palazzo San Giacomo non ha prodotto nessun documento.

Sapete perché il Comune di Napoli non ha preparato quel rapporto? Perché nessuno sa come si fa. D’accordo, è imbarazzante ma è esattamente così, almeno secondo ciò che sostengono sindaco e membri della Giunta comunale napoletana: «Il Comune di Napoli non ha ancora provveduto a ottemperare... non avendo il know-how e la strumentazione tecnica necessaria alla redazione della Mappa Acustica strategica...».

Qui va fatto un passo indietro perché dopo l’apertura della prima procedura di infrazione, a Napoli si chiesero chi avrebbe dovuto realizzare la mappa del rumore e si arrivò a stabilire che sarebbe stato compito dell’Arpac. 
Per evitare nuove incomprensioni, nel 2015 la Regione Campania (delibera 298 del 15 maggio) ha stabilito che «come Autorità competente per la mappatura strategica acustica e relativi piani di azione è stato individuato il Comune di Napoli». Dunque nel 2015 il Comune viene a sapere che entro il 2017 dovrà organizzarsi per realizzare un piano richiesto dall’Europa ma solo nel 2019 il sindaco (che nel frattempo non è cambiato) scopre che nessuno ha le competenze per realizzare qual documento. Comprenderete adesso che l’imbarazzo cresce a dismisura.

Cosa chiede di misurare l’Europa? Si tratta di verificare, strada per strada, quant’è alto il rumore del traffico automobilistico, di quello ferroviario, degli aerei che atterrano o decollano, e si chiede pure di misurare le emissioni rumorose delle imprese produttive.
Dopo aver osservato (ascoltato) quel che succede in città, vanno individuate eventuali aree critiche e, per quelle specifiche zone, bisogna predisporre un piano d’azione adeguato ad abbassare i decibel che provocano fastidio alla popolazione.

Siccome a Palazzo San Giacomo nessuno ha idea di come si realizzi questo documento, hanno chiesto aiuto all’università, nello specifico alla Vanvitelli, al dipartimento di architettura e disegno industriale. Secondo l’analisi comparativa effettuata dalla Giunta Comunale di Napoli, quel dipartimento della Vanvitelli è un «soggetto idoneo sia per la propria specializzazione in attività di ricerca sull’acustica architettonica e ambientale... sia perché dotato delle strumentazioni tecniche e informatiche oltre che di attrezzature adeguate per lo svolgimento dell’incarico». 
Però certi servizi specializzati si pagano in maniera adeguata. In questo caso la mappa del rumore e il susseguente piano di azione costeranno 39.500 euro. In cassa ce n’erano solo ventimila, sicché è stato necessario prelevare un po’ di soldi dal fondo di riserva. Ma almeno quel piano che il Comune non sa come realizzare, finalmente sarà preparato.
 
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