Napoli, lo spettro di una squadra
senza più anima e senza idee

Napoli, lo spettro di una squadra senza più anima e senza idee
di Francesco De Luca
Domenica 19 Gennaio 2020, 00:00 - Ultimo agg. 12:30
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Era una partita cruciale per il Napoli ed è stata invece affrontata nel modo peggiore da una squadra senz’anima e senza gioco, con Gattuso avvilito e inerte spettatore di un disastro tecnico fatto da altri ma da lui, almeno finora, non sistemato. La sconfitta contro la Fiorentina è la quarta in cinque partite per Rino, che ha uno score nettamente da retrocessione. Si pensi che gli azzurri hanno perso (con Ancelotti e Gattuso) le ultime quattro partite in casa - non accadeva da 22 anni, la stagione della caduta con 14 punti in serie B - e una serie simile non l’ha fatta neanche la Spal, ultima in classifica eppure in grado di conquistare 4 punti. Il Napoli è prigioniero dei suoi limiti e dei suoi errori. È una squadra inconsistente. È una squadra squilibrata che non sa difendere e non sa segnare. «Il peggio è alle spalle» aveva ottimisticamente annunciato De Laurentiis nella cena natalizia accarezzando il ribelle Insigne. Non è così. Il presente è peggio del passato perché la squadra - agganciata anche dalla Fiorentina - è dodicesima in classifica e non si capisce cosa o chi, a questo punto, possa rianimarla. Si rifletta sulle parole di Gattuso a proposito dei rapporti negli spogliatoi: si possono avere idee differenti e non essere amici, ma in campo bisogna remare in una sola direzione. E per un approfondito confronto la squadra va in ritiro: stavolta hanno deciso di giocatori, non è un diktat di De Laurentiis.
 
 

L’impatto è stato devastante. Gattuso ha fronteggiato nel modo peggiore le defezioni in difesa (Koulibaly e Maksimovic infortunati, Mario Rui squalificato: sui tempi di rientro dei due centrali stranamente non c’è alcuna indicazione) schierando una linea con tre giocatori su quattro fuori ruolo, salvo correggere dopo il primo gol della Fiorentina. Il Napoli è andato in svantaggio nella quinta partita su cinque della gestione di Rino, con Chiesa che ha finalizzato la combinazione tra Castrovilli e Benassi: si è aggiustato tranquillamente il pallone, passandolo dal sinistro al destro, mentre le belle statuine azzurre lo osservavano. Difesa allo sbando, maglie larghissime, la presenza di uno dei nuovi centrocampisti sarebbe stata magari utile, però il tecnico ha lasciato entrambi inizialmente in panchina. Il Napoli - confuso, senza personalità, lontano da quello visto nel secondo tempo in casa della Lazio appena sette giorni prima - ha sbagliato completamente approccio, si è fatto mettere sotto dalla Fiorentina bene organizzata da Iachini - lui sì che è riuscito a rivitalizzare la squadra in pochi giorni - e non ha saputo reagire allo svantaggio perché due palle gol sono state sprecate da Milik e Callejon. Prevedibile il gioco degli azzurri, facile per gli avversari predisporre le contromisure. Capitan Insigne inefficace con quell’indisponente tiro a giro. Gattuso non ha saputo correggere i difetti di una squadra che va a picco e il San Paolo è così diventato terra di conquista per gli avversari. Le poche migliaia di tifosi addolorati che vanno allo stadio non fanno sentire le loro voci di sostegno, ma i loro fischi. Questo Napoli è riuscito a uccidere l’amore di Napoli per il calcio e ci ha fatto male vedere ieri sera le inquadrature televisive su bambini con sciarpe e magliette azzurre che in tribuna versavano lacrime al secondo gol della Fiorentina. Le osservino, quelle immagini, De Laurentiis, Gattuso e gli azzurri. Il tecnico ha chiesto scusa alla città ammettendo che è stato toccato il fondo.

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Non sono ovviamente bastati i cambi effettuati dal tecnico nell’intervallo, con Allan che ha tirato dritto verso lo spogliatoio, probabilmente seccato per la sostituzione con Demme. Una squadra che non riesce a calciare in porta e che subisce clamorosamente gli avversari - la Fiorentina è stata padrona del campo e ha facilmente raddoppiato con un tiro dalla lunga di distanza di Vlahovic su cui non è intervenuto l’impresentabile Luperto - non ha alcuna possibilità di fare punti, di risollevarsi, di superare questa fase calcisticamente drammatica. Preoccupa il Napoli che non ha una logica, Gattuso non è riuscito a dare un’impronta e il piccolo passo in avanti compiuto a Roma è stato cancellato. Questa squadra non ha la cattiveria di chi lotta per un obiettivo, si tratti di scudetto o salvezza. Va incontro quasi rassegnata al suo destino, naviga in un mare tempestoso credendo di essere in acque tranquille. Non possono essere due centrocampisti a cambiare il corso - complicatissimo - di una stagione, con giocatori in uno stato confusionale. E non si capisce come Gattuso e la società - perché il problema non è soltanto tecnico e comunque l’allenatore va supportato affinché sbagli il meno possibile - possano risalire.
 

Gli azzurri tornano in campo a Fuorigrotta tra 48 ore per affrontare la Lazio nei quarti di Coppa Italia, provando a conquistare la semifinale che avrebbe una particolare importanza in questa assurda stagione. I biancocelesti hanno confermato nell’anticipo contro la Sampdoria il loro straordinario momento vincendo per 5-1 (tris di Immobile, arrivato a 23 reti): sarà durissima, ma il primo avversario del Napoli è il Napoli.
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