Napoli, la riapertura beffa della Floridiana: ​un solo prato per passeggiare

Napoli, la riapertura beffa della Floridiana: un solo prato per passeggiare
di Gennaro Di Biase
Giovedì 11 Giugno 2020, 07:00 - Ultimo agg. 09:32
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Solo un prato: in questo consiste la riapertura post-pandemia della Floridiana chiusa a casua dei danni provocarti dal maltempo il giorno prima della vigilia del Natale 2019. Ancora off limits anche il Museo Duca di Martina, «che dovrebbe riaprire il 15 giugno», rivela una dipendente. Transenne ovunque e verde abbandonato, non solo intorno alle piante in attesa di manutenzione, ma anche nei pressi dei vialoni dal lato di via Cimarosa, il cui cancello è sbarrato da un catenaccio: da qui entrano solo chi risiede all’interno del parco ma e solo dopo aver scansato le foglie secche e i rami delle piante che in teoria dovrebbero decorare l’ingresso principale dell’unico polmone verde vomerese. I cittadini, invece, possono accedere dal varco secondario su via Aniello Falcone, cosa che di fatto taglia fuori gran parte dell’utenza vomerese che non si sognerebbe mai di entrare nella Floridiana da quella strada. Chi lo fa, può incamminarsi verso l’unico prato fruibile del parco dove almeno le fioriere sono curate e si ha la sensazione di essere in un’area di verde. 

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Un giardino, insomma, che rende la riapertura della Floridiana di fatto fantasma. Anche con la complicità del maltempo a giorni alterni di queste settimane, la Floridiana e il Museo Duca di Martina sembrano un quadro di De Chirico: solitari e vuoti. Con l’allerta meteo diramata ormai a giorni alterni la Villa resta chiusa del tutto. 

A dimostrazione che l’apertura annunciata è stata snobbata dai cittadini in alcuni momenti della giornata ci sono più dipendenti che persone in cerca di relax. Un ragazzo che sonnecchia all’ombra e due coppie di amiche al sole. Altri due uomini si incrociano lungo lo stretto percorso obbligato che porta al belvedere, l’unica altra zona non off limits della Villa. 

Il resto è una sequenza ininterrotta di transenne, tronchi mozzati e vialoni inaccessibili. «Sono stati una cinquantina gli accessi da stamattina – racconta un dipendente – Ma nel weekend abbiamo avuto un migliaio di accessi al giorno. In ogni caso, all’ingresso diamo un biglietto del Museo per controllare le presenze contemporanee nel parco, che non devono superare le 400». Da via Cimarosa si intravedono il verde abbandonato, le foglie e i rami degli alberi adiacenti che si sfiorano in capanne comuni formate nei mesi di assenza di manutenzione. Dal cancello sbarrato, da questo lato, si vede entrare qualche residente delle famiglie che abitano all’interno del parco, alcune delle quali pagano affitti di “convenienza”, ben lontani dai prezzi di mercato della zona. 
 

 

Bosco delle Camelie, Area del Teatro di Verzura, la zona Tempietto, viale dell’ingresso principale da via Cimarosa, il giardino a sinistra della fontana, teatro di Verzura, Museo, l’area per bambini coi giochi vandalizzati: tutto off limits. La Floridiana è inaccessibile al 90 per cento. «Peccato – commenta deluso un signore davanti al cancello di via Cimarosa – Mi volevo fare una passeggiata». Lo sconforto sulla Villa sta evolvendo in rabbia in tutto il Vomero, popolosissimo ma con aree verdi ridottissime e ridotte malissimo. «La Floridiana è in affanno da quasi un decennio – commenta Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori Collinari – Ci sono voluti quasi sei mesi solo per rimuovere un albero caduto. Dalla nuova direzione del Polo Museale non c’è ancora un accenno alla data in cui il parco sarà restituito alle collettività almeno nelle condizioni precedenti al Natale 2019. Non c’è chiarezza neppure sull’entità del finanziamento ministeriale e sulla redazione del progetto di restyling. Nel frattempo i 50mila residenti del Vomero si dovranno accontentare di un prato e di uno sguardo sulla città dal belvedere dell’antico parco borbonico. C’è poi da chiarire il mistero dei residenti nella Floridiana. Mi chiedo se si tratti di discendenti di ex custodi che ora abitano nel parco ma che non lavorano più a nessun titolo per il Ministero in quanto addetti alla manutenzione della Villa, che al momento non ha ufficialmente dipendenti se non quelli del Museo».  «Riaprire è stato almeno un segnale – dice il presidente della V Municipalità Paolo De Luca – Siamo in sintonia con la Ragozzino, che si è appena insediata. Bisognerebbe però capire come mai fino all’arrivo del nuovo direttore del Polo Museale non si sia fatto niente per la manutenzione del verde e per l’utilizzo dei 2 milioni promessi da Franceschini.
 

Il Vomero, quartiere residenziale per antonomasia, simbolo della collina napoletana, oggi non può contare su aree verdi. Il Gasometro, fermo da sempre, grida vendetta, anche in considerazione dei soldi spesi. Il Mascagna è in pessime condizioni e coi bagni inagibili, idem il Buglione in via Fontana. Sull’area abbandonata di via Caccavello a ridosso di Sant’Elmo, di competenza regionale, manca un progetto concreto e ci sono solo promesse. Poi il campetto di via dell’Erba, parzialmente ripristinato, è chiuso per mancanza di sorveglianza. In ultimo il Parco dei Camaldoli: chiuso mesi fa per alberi pericolanti ora rimossi, ma inaccessibile».
 

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