«C’è traffico anche per chi sta a piedi, è una cosa mai vista», sorride Riccardo Sarta, romano, guardando la fidanzata Nicoletta. I due camminano - o meglio avanzano a fatica - in via dei Tribunali, che scoppia di turisti come un pacco di riso sottovuoto. Code ai tavoli di ristoranti, pizzerie sold-out, bar gremiti, vicoli stretti in cui si fa il tetris tra corpi. Impresa titanica ammirare il Cristo Velato: in centinaia si sono arresi dopo due ore d’attesa. Decumani presi d’assalto ovunque: folle oceaniche a Toledo, in Pignasecca, sul sagrato di via Duomo, in piazza del Gesù, a San Domenico Maggiore, San Gregorio Armeno, ai Vergini e via Benedetto Croce. Un boom di visitatori più intenso di quello pre-Covid, e non è poco. Il post-virus, insomma, supera la normalità. Gli stranieri non mancano, infatti, in questo weekend di Halloween-Ognissanti, ma sono tanti, tantissimi, gli italiani che hanno scelto Napoli. L’indotto del turismo riparte a razzo.
Tra Spaccanapoli, piazza Dante e Port’Alba è tutto un frusciare di cartine dei Decumani. Code non solo nelle pizzerie vip, ma anche per negozi di street food (come in Pignasecca) e sfogliatelle. In centro storico, insomma, non si cammina. La fila per cappella Sansevero, ieri mattina, partiva addirittura da piazza San Domenico Maggiore. «Non siamo riusciti a vedere il Cristo Velato - commenta Roberta Salvarezza, da Firenze - C’era una fila di due ore, e ci hanno detto che in ogni caso i biglietti non sarebbero stati disponibili fino a mercoledì».
L’effetto collaterale della pandemia, che scoraggia ancora i viaggi internazionali - come confermato da Federalberghi Napoli, che ha parlato nelle scorse ore di «camere occupate al 90% ma riempite al 70% da italiani» - in questo weekend ha favorito l’incoming in città. Poi, come chiosa Bruno Barbosa, portoghese, «la città è sporca, ma fa caldo anche se il cielo è grigio». «Questo per noi è il primo viaggio post-Covid - osserva Mariagrazia Gerardi, da Udine - E abbiamo scelto Napoli perché più di tanto non potevamo stare via». «La città è molto interessante - commenta Francesco Balducci da Pesaro, per la prima volta a Napoli - ma va detto che è anche sporca». «Veniamo a Napoli ogni anno, ma era dal pre-Covid che non la vedevamo - dice Ernesto Gelonesi, calabrese che lavora a Bologna - tutta questa folla sembra una prosecuzione di quanto vissuto ad agosto, con il delirio turistico. Una reazione dopo due anni di clausura. Noi abbiamo cercato posti più tranquilli, per le nostre passeggiate. Per la metro abbiamo aspettato 10 minuti». «Vengo da Roma, e il viaggio in auto è durato quattro ore: c’era traffico in autostrada l’altro ieri - spiega Nicoletta D’Onofrio - I servizi non sono dei migliori, ma i prezzi sono convenienti. Napoli è vicina a Roma, si mangia benissimo e c’è tanta, tanta vita. Abbiamo fatto fatica a trovare un posto in cui dormire. In centro era tutto pieno. Alloggiamo a piazza Amedeo. In un momento in cui è ancora complicato prendere un aereo e andare all’estero, abbiamo scelto una meta comoda e vicina».
Bene, dunque, per la ripresa dell’economia. Ma la fiumana di folla accende un campanello d’allarme in vista del Natale tra gli stessi artigiani: «Siamo tornati a respirare e per la prima volta possiamo dire che il Covid è alle spalle - sottolinea Gabriele Casillo, presidente di Le Botteghe di San Gregorio Armeno - Presenze e incassi sono stati buoni, ma questo weekend ci insegna che serve un piano per Natale per accogliere al meglio i turisti e anche per le vendite che sono ostacolate dalla folla eccessiva».