Napoli, nuovi dissesti in Galleria Umberto: ​«Il pavimento è devastato»

Napoli, nuovi dissesti in Galleria Umberto: «Il pavimento è devastato»
di Gennaro Di Biase
Domenica 21 Agosto 2022, 00:00 - Ultimo agg. 22 Agosto, 08:40
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Nell’attesa di un futuro migliore del presente, la Galleria Umberto agonizza ancora nel degrado. Il mese scorso c’è stata l’importante firma del protocollo d’intesa tra Comune, Prefettura e Camera di Commercio per la vigilanza notturna e il rilancio del monumento. Le buche e i dissesti, però, sono ancora com’erano nel 2021, prima che il Mattino iniziasse una campagna di stampa a dicembre dell’anno scorso. Marmi devastati, compensati a coprire i lucernai, transenne con vista San Carlo, tubolari vecchi di anni dal lato dell’arco di via Toledo. Per le centinaia di migliaia di turisti che l’hanno visitata, la Umberto I è stata un calvario di bellezza potenziale in una realtà di degrado. Il Comune, due mesi fa, ha stanziato 1,8 milioni per il restauro della pavimentazione. «La gara partirà entro la fine dell’anno», spiega la vicesindaca e assessora all’Urbanistica Laura Lieto. 

Nonostante gli impegni e il boom turistico, i dissesti della Umberto I, per ora, resistono alle promesse di restyling.

Vere e proprie fosse si sono aperte tra i pavimenti (di competenza comunale). Decorazioni sfregiate o distrutte da babygang, monopattini e interventi approssimativi realizzati negli anni scorsi. Scritte e nastri arancioni ovunque. Poi i compensati marroni, che da luglio del 2021 coprono i vetri dei lucernai, quasi tutti in frantumi, sia dal lato del San Carlo, sia al centro del Monumento. Insomma, il degrado non passa inosservato. Come non passano inosservate le (troppe) differenze tra la Galleria partenopea e quella gemella che, a Milano, affaccia sul Duomo. La Umberto I potrebbe essere un’oasi del turismo di alto profilo. Invece non lo è. 

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A parlarne è stato ieri l’imprenditore Pierluigi Petrone: «La Galleria Vittorio Emanuele - dice - è sempre più ambita da grandi aziende della moda, che fanno a gara per potersi aggiudicare spazi commerciali e meta di turisti da tutto il mondo che contribuiscono al pil della città. Da qui parte il mio auspicio per la nostra Galleria Umberto I, da troppo tempo abbandonata al suo destino e dove, contrariamente a quella meneghina, molti sono gli spazi ancora sfitti. Il mio auspicio mi sembra più che lecito, proprio in virtù della grande affluenza turistica».

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E qualcosa si è mosso, anche se solo a livello burocratico: il protocollo su vigilanza e rilancio e lo stanziamento di Palazzo San Giacomo. Bisognerà aspettare la fine del 2022, però, affinché i fondi si trasformino in operazioni concrete sulla pavimentazione. Più complesso, invece, il discorso delle coperture. Sul nodo della sorveglianza notturna, sarà poi la sovrintendenza, chiamata a esprimersi sulla chiusura di due o tre varchi d’accesso auspicata dalla Prefettura, a giocare un ruolo decisivo. Anche se non dovesse arrivare l’ok ai cancelli mobili, la vigilanza potrebbe mettersi comunque al lavoro dal mese prossimo. «I lavori per il restauro della pavimentazione (fondi 1,8 milioni) partiranno entro la fine dell’anno - spiega Lieto - Quanto alle operazioni per il recupero delle coperture, il progetto sarà terminato in autunno, nel frattempo recupereremo altri fondi necessari per realizzarlo. Il problema delle infiltrazioni è legato all’alterazione del deflusso delle acque piovane, causato da interventi che negli anni hanno modificato il drenaggio delle acque in Galleria: la Federico II ci sta lavorando. Il restauro delle coperture è un’operazione più complessa. Entro fine anno, in ogni caso, andrà in gara il bando per il pavimento. Abbiamo preso un impegno e lo porteremo avanti. Siamo felici dell’accordo firmato dal sindaco. Passando al tema della vigilanza, si dovrebbe iniziare a lavorare a settembre, come sancito dall’accordo. Sui varchi, al momento, la sovrintendenza ha ancora delle riserve. Senza la chiusura degli accessi la vigilanza potrebbe comunque iniziare il lavoro». 

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