Galleria Umberto I di Napoli sono già tornati i clochard: «Stop ai pasti dai volontari»

Galleria Umberto I di Napoli sono già tornati i clochard: «Stop ai pasti dai volontari»
di Gennaro Di Biase
Venerdì 21 Gennaio 2022, 23:33 - Ultimo agg. 22 Gennaio, 18:37
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È un tema delicatissimo quello dei senza dimora che occupano da anni la Galleria. Dopo l’intervento congiunto di Asìa, vigili urbani e assistenti sociali, sia ieri che stanotte diversi clochard sono tornati a prendere posto alla Umberto: la considerano casa loro. E questa convinzione non è facile da sradicare. Come precisato al Mattino dall’assessore comunale alle Politiche Sociali, Luca Trapanese, «l’operazione di allontanamento dei senza dimora andrà avanti per sette giorni». Per una settimana, dunque, di mattina e di pomeriggio, i clochard verranno allontanati dai marmi ottocenteschi nel cuore della città. E poi? Cerchiamo di calarci nel vivo problema. 

L’elemento cruciale è quello dei pasti. Non a caso, è proprio su questo che Trapanese ha lanciato un appello alle associazioni (la cui opera resta, sempre giusto evidenziarlo, del tutto meritoria): «Ho scritto una nota in cui chiedo alle associazioni, le cui azioni sono lodevoli, di collaborare con la dislocazione dei senza dimora dalla Umberto I - ha detto l’assessore - Ora parte del piano dipende da loro: se continueranno a portare pasti caldi e assistenza in Galleria, il nostro lavoro rischia di essere vanificato. Coloro che sono stati allontanati dalla Galleria andranno nei dormitori pubblici: invito le associazioni a portare assistenza nelle nuove collocazioni». Piazza Garibaldi, Galleria Principe, via Duomo: queste sono, assieme alla Umberto I, alcune dei luoghi principali dell’assistenza notturna: è qui che volontari e associazioni portano cibo e coperte. Ovvio che solo spostando il pasto caldo non si risolve il problema, affrontato invece con successo con la riapertura della Casa delle Genti o di spazi all’Albergo dei Poveri, che hanno aggiunto offerte alternative a chi vive in strada in città.

In questo quadro, un coordinamento di 30 associazioni (tra cui Buona sanità, Napoli è, Comitato italiano per la tutela della salute e Nixidea) lanciano una «una petizione affinché l’amministrazione emani una circolare che vieti la permanenza in questi luoghi storici».  

Nonostante gli apprezzabili sforzi del neo assessorato alle Politiche Sociali di Palazzo San Giacomo, la situazione dei clochard resta comunque critica, con circa 400 posti letto a fronte di circa 1400 persone in strada. Ecco perché, una delle ipotesi, al momento, è quella di creare micro-realtà dell’accoglienza, in cui gli homeless possano sentirsi utili oltre che ospitati. Nei giorni scorsi, una donna che viveva in Galleria era stata portata alla Casa delle Genti. Ci è rimasta solo 48 ore, poi è tornata alla Umberto I. Quali sono, dunque, le soluzioni al problema? Alla base di tutto, non vanno dimenticati il «dialogo e il convincimento». 

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A parlare è Benedetta Ferone, responsabile del Servizio ai Senza Dimora della Comunità di Sant’Egidio, una delle associazioni più attive in Galleria. «Tanti clochard non hanno lasciato la Galleria - spiega - Ieri sera ne abbiamo accolti tre dalla Umberto I in una nostra struttura del centro storico messa a disposizione dalla Caritas. È fondamentale il dialogo, per il buon successo dell’operazione alla Umberto I, va trovata un’accoglienza dignitosa per tutti i senza dimora. Sappiamo che la soluzione è difficile, e che si tratta di situazioni complesse che non si risolvono in un’ora. Lavoro come volontaria da 30 anni: vanno trovate vie d’uscita dalla strada, perché a nessuno piace vivere sotto i ponti. Possiamo anche portare i pasti fuori dalla Umberto I, anziché all’interno, ma non va dimenticato il dialogo con le persone, cioè la necessità di instaurare con i senzatetto amicizia e fiducia reciproca: queste sono le leve per persuaderli ad allontanarsi dalla Galleria, offrendo loro soluzioni diverse

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