Napoli, la Galleria Vittoria ingabbiata più di 4 anni fa: fondi ok, lavori mai partiti

Napoli, la Galleria Vittoria ingabbiata più di 4 anni fa: fondi ok, lavori mai partiti
di Paolo Barbuto
Domenica 15 Dicembre 2019, 23:00 - Ultimo agg. 16 Dicembre, 13:32
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Era il 13 maggio del 2015 quando scattò l’allarme: le facciate storiche della galleria Vittoria perdono pezzi, bisogna metterle in sicurezza. Il tunnel venne chiuso al traffico e la circolazione andò in tilt, sul posto si precipitarono il vicesindaco di allora, Tommaso Sodano e l’assessore alla viabilità, Mario Calabrese cacciato da de Magistris appena qualche settimana fa. Promisero che nulla sarebbe stato lasciato al caso: «Il restauro della facciata della galleria è un lavoro di somma urgenza - disse con vigore Sodano - non ci sono patti di bilancio che tengano: troveremo i soldi». Sono trascorsi quattro anni, sette mesi e otto giorni da quel momento: in totale 1.678 giorni, e i lavori di restauro delle facciate d’inizio ‘900 non sono mai iniziati.

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Nelle ore della grande emergenza iniziale, la città venne travolta dalla questione della galleria. La chiusura generò la paralisi, i lavori chiesero altri momenti di blocco della circolazione, si aprì per la prima volta con forza la questione del “lungomare liberato” da riaprire in caso di emergenza traffico. La questione si ripropose con maggiore intensità qualche mese dopo. Era l’ottobre dello stesso anno, il 2015 quando la volta interna della galleria iniziò a perdere pezzi. Anche in quel caso scattò immediata la procedura di emergenza, arrivarono chiusure e caos traffico. Venne scritto un documento che autorizzava i vigili a riaprire il lungomare liberato in caso di emergenze: quel documento è rimasto in un cassetto, mai utilizzato, nemmeno ieri mattina con la paralisi generata dalla nuova chiusura. Fortunatamente gli interventi all’interno della volta del tunnel vennero realizzati con rapidità. Le facciate invece rimasero coperte da quei tubi innocenti che avrebbero dovuto evitarne il cedimento per qualche tempo e che, invece, sono ancora lì e ci resteranno a lungo.
 

 

La certezza che quei lavori di restauro non sarebbero stati vicini è arrivata verso la fine dello scorso mese di settembre: il Comune ha deciso, dopo anni di pagamento del canone di fitto per i tubi innocenti a protezione delle facciate, di chiudere un accordo per acquistare quel materiale e diventarne proprietario senza più essere costretto a pagare il canone di locazione. Sono stati investiti 195mila euro in questa operazione e, per giustificare la spesa, la Giunta ha scritto nel documento che l’affare era utile all’Amministrazione Comunale perché «allo stato non è possibile stimare i tempi per l’avvio dei lavori di restauro alle facciate della galleria Vittoria». Insomma, quegli interventi promessi con immediatezza da un vicesindaco nel 2015, non sono nemmeno alle viste alla fine del 2019. Il concetto di “immediatezza” in questa città è piuttosto singolare.
 

Il denaro per rimettere in sesto le facciate della galleria, però, è stato trovato. Arriva direttamente dai fondi del “Patto per Napoli” che è stato firmato nel 2017. In quell’occasione venne chiesto al Governo, e ottenuto, uno stanziamento da un milione e 600 mila euro proprio per sistemare la galleria ed eliminare le gabbie agli ingressi. I fondi vennero autorizzati nell’agosto del 2017 ma il meccanismo per procedere al restauro è partito con molta calma. Nel febbraio del 2018 è stato approvato il piano economico degli interventi, nell’aprile dello stesso anno è stato varato il bando per trovare un progettista e a settembre del 2018 quel bando è stato assegnato. Da quel momento sulla vicenda della galleria Vittoria è calato il silenzio fino alla vicenda dell’acquisto dei tubi innocenti dei quali vi abbiamo già raccontato.
Nel frattempo la galleria è stata oggetto di controlli e ispezioni, sollecitate soprattutto dal comitato Cittadinanza Attiva che chiede la massima sicurezza all’interno di quel percorso. Uno degli interventi del Mit legato al tunnel è stato quello di imporre il divieto di transito a pedoni e biciclette perché l’aria lì dentro è irrespirabile. Ma quella della sicurezza e dell’inquinamento è un’altra storia, per adesso in primo piano c’è il restauro delle facciate promesso 1.768 giorni fa e non ancora iniziato.

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