Napoli, l'imperativo di dimenticare subito la festa

di Francesco De Luca
Martedì 23 Giugno 2020, 00:00
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La travolgente Atalanta ha forse infranto il sogno del Napoli di realizzare una clamorosa risalita fino al quarto posto e assicurarsi la qualificazione Champions.

Ampio è il margine di svantaggio dai nerazzurri, 12 punti. E peraltro a inizio luglio ci sarà lo scontro diretto a Bergamo. Gli azzurri ripartono, comunque, da due certezze dopo la vittoria della Coppa Italia. Hanno messo in bacheca un trofeo e hanno conquistato la qualificazione all’Europa League, undicesima partecipazione consecutiva a tornei internazionali per il club. Nessuna delle due era scontata finché c’è stato Ancelotti in panchina. Gattuso ha svolto un lavoro in profondità che gli ha consentito di conquistare la considerazione della squadra e della piazza, rendendo automatica la riconferma da parte di De Laurentiis, che non vedeva l’ora - dopo i troppi sbandamenti della precedente gestione - di aprire un nuovo ciclo. La festa per la vittoria sulla Juve (e su Sarri) non è terminata nella notte tra mercoledì e giovedì. È andata avanti con eventi che hanno coinvolto i giocatori, il tecnico, lo stesso presidente. E questo rischia di avere un effetto sulla concentrazione per la partita a Verona - la prima della squadra in campionato post lockdown - anche perché di fronte c’è un avversario motivatissimo, che ha un punto in meno in classifica e proverà a scavalcare il Napoli (intanto agganciato dal Milan che ha sbancato Lecce). I gialloblù di Juric, però, hanno giocato sabato mentre la finale degli azzurri all’Olimpico risale a mercoledì: potrebbero avvertire la fatica.

Già quando in panchina c’era ancora Ancelotti, si sussurrava di un forte interessamento di De Laurentiis per il tecnico croato, l’allievo di Gasperini che ha concluso la sua lunga gavetta e ha richiamato la generale attenzione grazie ai risultati del Verona, squadra dalla difesa solidissima (è la quarta in serie A) e dalla corale partecipazione al gioco, tant’è che gli attaccanti hanno complessivamente realizzato 14 reti. Al Bentegodi, dove l’unico positivo effetto delle porte chiuse sarà quello di non ascoltare per una volta beceri cori anti-Napoli, non si vedranno due squadre bloccate perché quello che propongono non è un catenaccio: Gattuso alza il muro difensivo e sfrutta la velocità e la qualità del tridente, in cui a destra sta emergendo Politano, brillante quando è subentrato a Callejon nella finale di Roma; Juric chiude gli spazi e fa valere la forza fisica dei suoi uomini, andando a pressare molto alto e con grande attenzione, come dimostra il dato dei palloni recuperati (i gialloblù sono i primi in campionato con la percentuale di 92.2 a partita).

Conoscendo i metodi di Ringhio, è difficile che possa “gradire” un anticipo di vacanza degli azzurri dopo la vittoria dell’Atalanta che ha fatto accentuare il distacco dal quarto posto. Il post Coppa è stato felicemente movimentato, con feste da Posillipo a Ischia, tuttavia il campionato va non solo onorato ma anche utilizzato in vista dell’appuntamento di Champions contro il Barcellona tra un mese e mezzo. Saranno, queste 12 partite, un modo per prepararsi fisicamente e mentalmente a una sfida che appare impossibile ma potrebbe non esserlo perché in questa strana stagione anche grandi valori tecnici rischiano di ridimensionarsi e peraltro il Napoli giocò alla pari contro il Barça a fine febbraio. Può darsi, come da tempo sostiene Capello per spiegare i flop delle italiane nelle coppe, che la serie A non sia allenante ma nei 45 giorni che li separano dall’appuntamento al Camp Nou gli azzurri possono prepararsi bene senza avere l’assillo del risultato, quello che li ha condizionati in una stagione di sofferenza almeno finché Gattuso non è riuscito a ricostruire la squadra e a riordinarla sul piano tattico, fisico e morale.

Il Verona vuol fare l’impresa con una squadra che ha talenti interessanti: uno, il difensore Rrahmani, lo ha già preso De Laurentiis per la prossima stagione, venendo per una volta meno alla considerazione della poca utilità del mercato di gennaio. Il Napoli può valutare, da oggi al 2 agosto, la rosa con maggiore attenzione, dando opportunità a chi finora ha giocato poco e provando a sciogliere qualche rebus. Ad esempio, Lozano, che con Gattuso ha giocato per l’ultima volta 14’ a inizio febbraio. El Chucky è costato 42 milioni dieci mesi fa e bisogna provare a capire cosa ha dentro prima di decidere se svenderlo.
 
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