Ogni mattina è come un sudoku, una sorta di gioco di società tutto interno agli uffici della giustizia napoletana. In cosa consiste? Nel comporre i collegi, nel definire le sezioni a cui assegnare i processi, per consentire alle parti di confrontarsi in aula su fatti piccoli e grandi, sempre e comunque decisivi per la vita delle persone. Accade nel penale, a Napoli, dove di recente è stato soppresso un intero collegio per mancanza di giudici e - fatto non secondario - dove le astensioni dei magistrati sono all’ordine del giorno. Sos giustizia a Napoli, mancano giudici e impiegati, come sono pronti a sottolineare sabato mattina i vertici distrettuali dell’Anm e della camera penale, nel corso della inaugurazione dell’anno giudiziario (ore 10, Salone dei Busti, Castelcapuano).
Partiamo dall’aspetto prettamente numerico per quanto riguarda i ranghi del Tribunale. In sintesi, mancano 54 magistrati su 315. Si lavora con il 20 per cento di magistrati in meno, per non parlare della difficoltà di lavorare con personale amministrativo e - per quanto riguarda il penale - con reparti investigativi sempre più rimaneggiati. Spiega il presidente della camera penale, l’avvocato Marco Campora, anche alla luce di un confronto serrato e collaborativo con i vertici degli uffici nel distretto di corte di appello: «Soffriamo di carenze di organico in Tribunale e corte di appello, che dilatano i tempi del processo penale. Mesi fa, è stato soppresso un intero collegio, un provvedimento che ha comportato il rinvio di tantissimi processi, che spesso presentano difficoltà a decollare. Cosa ne penso della riforma Cartabia? Siamo agli albori, anche se, viste le premesse, non mi sembra che ci siano le condizioni per abbattere i tempi del nostro processo. È necessario investire sulle risorse, per garantire ad ogni imputato il diritto a vedere celebrato il processo che lo vede coinvolto».
Ma cosa dicono i magistrati dello scenario napoletano? Tocca a Diego Ragozini, presidente della sezione distrettuale dell’Anm ragionare sui nodi della giustizia all’ombra del distretto di corte di appello, anche in vista dell’avvento della cosiddetta riforma Cartabia: «Premesso che occorrerà attendere che vada a regime per un giudizio esauriente, la riforma presenta uno scenario in chiaro scuro.
Particolarmente critica la posizione dell’Anm, anche in relazione a un altro punto della legge Cartabia: parliamo dei tempi più stretti imposti dalla riforma nella definizione di un fascicolo. Spiegano i vertici del Parlamentino di toghe: «C’è il timore che l’eccessiva serie di controlli e adempimenti burocratici incida sulla possibilità di completare in tempo le indagini, con l’obbligo di segnalare il problema alla Procura generale, che assume un ruolo di controllo più esteso sull’attività del pubblico minisgtero. La procura generale inoltre non ha al momento un sistema informatico per effettuare efficacemente questo controllo per accedere direttamente alle informazioni contenute nei registri informatici della Procura». Altro punto spinoso è legato alla geografia giudiziaria. È il caso di Ischia ad essere particolarmente avvertito. Spiega il presidente Ragozini: «In sede nazionale, l’Anm ha chiarito che tutte le sezioni distaccate vanno abolite per completare la riforma della geografia giudiziaria».