Napoli, il pressing dei commercianti: «Il Green pass nei negozi, niente chiusure»

Napoli, il pressing dei commercianti: «Il Green pass nei negozi, niente chiusure»
di Paolo Barbuto
Martedì 16 Novembre 2021, 23:30 - Ultimo agg. 18 Novembre, 07:17
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Guardano i dati di crescita del virus e pensano al futuro con preoccupazione. I commercianti, a Napoli come nel resto d’Italia, sono atterriti all’idea che l’aumento dei contagi possa portare nuove restrizioni: chiedono risposte immediate, cercano di non pensare allo scorso dicembre quando, in tutto il mese, lo shopping senza restrizioni si ridusse a una settimana o poco più. Un altro dicembre come quello del 2020 sarebbe letale per la categoria, in pochi riuscirebbero a sopravvivere.

Così arriva la richiesta che non t’aspetti: «Subito una legge per imporre il green pass anche per l’ingresso ai negozi, senza distinzioni». Parla con dolore Enzo Perrotta, presidente napoletano della Federazione del Commercio, ha imparato come tutti a leggere i dati, sa che la crescita diventerà, a breve, esponenziale. È preoccupato.

Di primo acchito mostra un post dello scorso giugno in cui invitava tutti a non abbassare la guardia perché, con l’arrivo dell’autunno, il virus avrebbe ripreso la sua corsa.

Dice con tristezza che quelle parole non erano frutto di una premonizione ma della logica, poi prende i dati delle ultime settimane e allarga le braccia: «Fra quindici giorni saremo travolti dai contagi, avremo numeri che imporranno nuove restrizioni, perché nessuno cerca contromisure?».

Tra le proposte sul tavolo la prima sarebbe stata quella di chiedere l’imposizione del vaccino per legge, ma sia Perrotta che i suoi colleghi sanno che la decisione sull’obbligatorietà dei vaccini non può partire dai commercianti, è qualcosa che viaggia molto in alto, lontano dalle possibilità di una battaglia che parte dal mondo dei negozianti.

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Anche sull’idea del green pass obbligatorio per l’accesso ai negozi c’è stata discussione. Inizialmente s’era pensato di potersi organizzare in autonomia sull’accesso alle persone dotate del documento sanitario: ciascun negoziante avrebbe potuto decidere se concedere l’ingresso a chi dimostrava di essere in possesso della certificazione verde. Poi ha prevalso la ragione: vietare l’ingresso a un esercizio commerciale, senza una decisione ufficiale delle autorità, avrebbe comportato tensioni, caos, polemiche, possibili azioni legali difficili da gestire e dipanare. Da qui la decisione di chiedere un intervento.

«Forse una decisione sul green pass obbligatorio per l’accesso ai negozi può prenderla anche il governatore De Luca - ipotizza Perrotta - se invece deve essere il Governo ad assumersi questa responsabilità, noi chiediamo che lo faccia al più presto. Per fermare la diffusione del virus non esistono altre strade: noi non possiamo rischiare l’impatto con eventuali restrizioni proprio nei giorni più importanti per la nostra categoria».

Il discorso si svolge sul filo delicato delle nozioni sanitarie: i commercianti non intendono sostituirsi agli scienziati e chiedono di non scivolare sul terreno della diffusione del virus e delle cause che la generano. Provano semplicemente a restare sul terreno di loro competenza, quello della necessità di evitare in ogni modo l’ingresso nelle zone “a colori” con le restrizioni collegate ad ogni passo in avanti nella diffusione dei contagi.

C’è un tema che è molto caro agli iscritti alla Federazione del Commercio, è quello dei controlli sull’utilizzo corretto delle mascherine e sull’applicazione delle norme sanitarie ancora in vigore nella Regione: «Forse un modo per contribuire a fermare la diffusione del virus può essere anche quello dei controlli serrati, in strada e anche negli stessi negozi - spiega Perrotta - nell’ultimo week end, qui a Napoli ci sono stati interventi intensi su questo fronte e i risultati sono stati soddisfacenti. In tanti sono stati controllati e sanzionati, soprattutto per il mancato utilizzo dei dispositivi di protezione personale. Forse se si diffondesse la preoccupazione di controlli a sorpresa, in tanti rispetterebbero con maggiore rigore le disposizioni, anche questa potrebbe essere una maniera per limitare la diffusione del virus e per evitare al commercio di andare incontro a nuove restrizioni che in pochi riuscirebbero ad affrontare e a superare».

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