Napoli tricolore, Inter europea: ​super spot per il calcio italiano

di Francesco De Luca
Giovedì 18 Maggio 2023, 00:00
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Ancora una volta il Maradona al centro del mondo. Accadrà domenica, quando si sfideranno il Napoli campione d’Italia e l’Inter finalista Champions. Stadio sold out nella terz’ultima partita di campionato, tifosi azzurri e nerazzurri di tutti continenti potranno seguire quello che si annuncia come un grande show e un eccellente spot per il nostro calcio.

Sarà anzitutto esaltante il confronto tra i bomber Osimhen (se smaltirà il virus influenzale) e Lautaro. Separati da tre gol in classifica cannonieri, il nigeriano che ha segnato più di qualsiasi africano in serie A, compreso il Pallone d’oro Weah, e l’argentino che ha firmato la qualificazione alla finale di Istanbul.

Il calcio italiano è uscito dal tunnel dopo aver patito la seconda clamorosa esclusione della Nazionale dal Mondiale. Una finalista in Champions e stasera c’è la possibilità che Juve, Roma e Fiorentina arrivino all’atto conclusivo di Euroleague e Conference: storico. Non illudiamoci, sui risultati incide la presenza degli stranieri: nel Napoli la percentuale è del 70 per cento e nell’Inter del 59, ad esempio. Ma ciò che conta è aver ritrovato la grande ribalta. I nerazzurri l’hanno conquistata dopo una stagione tormentata, con Inzaghi in bilico una settimana sì e l’altra pure. Ma sono stati perfetti nei derby di Coppa col Milan anche grazie alla presenza di un manager come Beppe Marotta e alla sua capacità di gestire i momenti delicati: probabilmente non è un caso che sia stato al vertice della Juve che ha giocato due finali e di questa Inter, la prima squadra a battere il Napoli in campionato. Sembrava che quella sera del 4 gennaio il campionato potesse imboccare un’altra strada. Chi lo aveva immaginato (e sperato) rimase deluso. Perché gli azzurri non hanno più perso colpi e a metà marzo avevano accumulato quel clamoroso vantaggio che li ha portati a festeggiare lo scudetto con un mese di anticipo.

Al Napoli resta il rimpianto di essere uscito dalla Champions dopo un confronto con il Milan, avversario tutt’altro che irresistibile, come si è visto anche nei derby delle semifinali europee.

Ma nel primo match al Meazza non c’era Osimhen e la squadra non ha saputo trovare le contromisure per il perfido contropiede di Pioli. Peccato. Tuttavia il Napoli ha la struttura per riprovarci tra un anno, continuando a seguire la strada tracciata da De Laurentiis, Giuntoli e Spalletti. Nel corso della stagione la panchina di Luciano non è stata mai messa ovviamente in discussione, al contrario di quella di Inzaghi, che comunque non si è fatto travolgere dalla tempesta che si scatenava dopo ogni sconfitta (ben undici). L’uomo di Certaldo ha dato una lezione di calcio e diffuso un modello che ha conquistato l’Europa, con un gioco che i più attenti osservatori hanno subito avvicinato al migliore possibile, quello della Premier League. Il punto è che, arrivati quasi alla fine di una corsa meravigliosa in cui gli avversari sono stati annientati, risultano irrisolti i dubbi sulla sua permanenza a Napoli. Ci sono fastidiose nubi in queste giornate già di pioggia intensa. Chiare, invece, le intenzioni del ds Giuntoli: si è defilato dopo quel messaggio in pratica di addio rivolto ai tifosi azzurri dal palco del Maradona.

Non è vero che Napoli-Inter conti poco per gli azzurri. Hanno vinto da due settimane il campionato ma devono ribadire la superiorità rispetto all’avversaria prima finalista della Champions 2023: la classifica parla chiaro, +17. Si riaccendono i riflettori sul Maradona, lo stadio dedicato a chi qui non soltanto ha vinto lo scudetto ma ha anche realizzato il Sogno. Una domenica così avrebbe entusiasmato Diego: il suo Napoli campione contro la squadra che può riportare la Champions in Italia dopo tredici anni. Anche allora toccò all’Inter, c’era Mou, all’epoca unico e assoluto Special one. Quello di oggi ha l’accento toscano, veste in tuta e siede sulla panchina azzurra.
 

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