La grinta di Spalletti ​sgretola il muro Allegri

di Francesco De Luca
Domenica 12 Settembre 2021, 00:00 - Ultimo agg. 07:00
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Il Napoli ha affondato la fragilissima Juve, scivolata a 8 punti dagli azzurri dopo tre giornate. È stata una vera prova di forza contro un avversario che era andato in vantaggio grazie all’errore di Manolas (dopo dieci minuti Morata è sbucato alle sue spalle e ha segnato, sfruttando anche l’incertezza di Ospina sull’uscita) e che però ha subito rinunciato a giocare, condannandosi a una partita di sofferenza, finita nel modo peggiore per i bianconeri. Allegri ha tirato fuori la sua vocazione difensiva, anche perché era a corto di uomini. Spalletti no, l’ha giocata fino in fondo, e ha colpito prima con Politano (lesto ad anticipare i difensori bianconeri) e poi con Koulibaly, che ha regalato una gioia al popolo azzurro come in quel 22 aprile di tre anni fa a Torino, quando portò il Napoli a un punto dal primo posto, vicinissimo al sogno scudetto.

Hanno inciso gli errori di Szczesny, portiere ormai inaffidabile (quello in occasione della seconda rete azzurra in perfida collaborazione con Kean). Ma la partita è stata decisa dal coraggio degli azzurri e di Spalletti, che ha saputo scuotere la squadra apparsa in difficoltà dopo lo svantaggio - era partita benissimo, sfiorando il gol con Politano dopo soli 22 secondi - e di fronte a quel muro che via via si è poi sgretolato. Luciano ha dato maggiore vivacità con l’inserimento di Ounas, così come era accaduto sul campo del Genoa. Tolto Elmas, si sono viste nella ripresa più corsa e intensità, più conclusioni in porta, anche se Osimhen, attesissimo dopo la riduzione della squalifica, non ha trovato lo spunto. Victor ha bisogno di spazio e, con la Juve bloccata nella sua area, le possibilità sono state ridotte.

Non c’è stata storia tra le due squadre, lo confermano anche le cifre: il 69 per cento di possesso palla per gli azzurri, che hanno effettuato 24 tiri (7 nello specchio) contro i 7 dei bianconeri (4). Superiorità schiacciante per Spalletti, alla seconda vittoria della sua carriera sulla Juve. Tra i più brillanti del Napoli, che nella ripresa ha proposto una buona condizione fisica e un’efficace organizzazione, l’ultimo arrivato.

Anguissa ha personalità, visione di gioco, bel tocco e soprattutto fisico, quello che mancava. Nato con l’idea di fare il trequartista, il camerunense si propone spesso in attacco. Partenza positiva, è un importante innesto per il centrocampo. Anguissa si è calato bene in questo contesto, favorito da una squadra che ha un filo logico, e ha dato la possibilità a Fabian di giocare con maggiore libertà, senza doversi preoccupare di rincorrere l’avversario. Lo spagnolo ha sfiorato il gol sull’1-1 con un tiro da fuori: il recupero della sua qualità, non sempre espressa, aiuterà il Napoli.

Trovarsi a punteggio pieno dopo tre partite dà una forte carica emotiva, come voleva Spalletti, che nella componente ambientale - all’interno e all’esterno dello spogliatoio - crede molto. Battere la Juve in questo modo farà crescere l’autostima del gruppo nonché il feeling tra la tifoseria e il tecnico, che si prepara al ritorno in Europa giovedì a Leicester, con la preoccupazione dell’organizzazione della trasferta perché non è ancora arrivato il via libera per alcuni stranieri. Le prospettive sono confortanti: il gruppo dello scorso anno sostanzialmente non è stato toccato ed è quello che desiderava il tecnico, consapevole che non vi sarebbero stati fuochi d’artificio sul mercato. È rimasto anche Insigne, che quando non è un trascinatore incide comunque sulla gara: dal suo tiro a giro è nata l’azione del primo gol. Confortante, sul fronte rinnovo, il primo segnale di disgelo tra De Laurentiis e il suo agente. Spalletti aveva attribuito alla sfida con la Juve il significato di una prova di maturità perché voleva cominciare a capire quanto il Napoli fosse forte nel gioco e nella testa e fino a quale punto riuscisse a spingersi. Adesso sa che tutto è possibile (eliminando certi difetti), con il supporto dei tifosi, quelli che il tecnico definisce «altre migliaia di calciatori che qui vengono a lavorare a sudare: noi portiamo Napoli in campo». 

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