Questa data, 22 dicembre, porta bene al Napoli quando sfida la Juve. Sei anni fa a Doha vinse ai rigori la Supercoppa, secondo trofeo messo in bacheca da Benitez. Ieri ha assestato un ottimo colpo contro i bianconeri (e la Federcalcio e la Lega Serie A), ricevendo dal Collegio di garanzia dello Sport presso il Coni il punto che era stato tolto in due gradi di giudizio nei tribunali federali e il via libera per recuperare la partita non disputata a Torino il 4 ottobre per cause di forza maggiore. Quella emessa dal Collegio presieduto dall’ex ministro Frattini non è una sentenza davanti alla quale si può restare “indifferenti”, come ha fatto sapere con tono sprezzante la Juve: essa sottolinea un concetto che il giudice sportivo Mastrandrea e il presidente della Corte sportiva d’appello Sandulli avevano ignorato, anzi calpestato, e cioè che nessun cittadino e nessuna istituzione si possono sottrarre a un provvedimento della autorità sanitaria locale. Concetto che dovrebbe essere elementare ma i giudici federali dovevano difendere con ostinazione il Protocollo approvato in giugno per far ripartire il campionato. Lo scenario, a inizio ottobre, era completamente differente rispetto a quattro mesi prima: erano ripresi i contagi e la Campania era una delle regioni più colpite.
La sentenza della Corte sportiva d’appello, peraltro corredata da pesanti e immotivati giudizi sull’operato di De Laurentiis e del suo staff (erano stati fatti passare come dei furbi che chissà per quale motivo non volevano giocare con la Juve), è stata smontata dal procuratore generale dello Sport, la civilista romana Flamminii Minuto, che ha individuato nella disposizione dell’Asl la effettiva causa di forza maggiore che aveva impedito al Napoli di recarsi a Torino. I giudici federali si erano ostinati ad alzare il muro in difesa del Palazzo e del Protocollo, per inciso facendo trascorrere tempo e adesso mettendo la Lega Serie A in difficoltà per la programmazione del recupero Juve-Napoli. È mancato il buonsenso in questa vicenda in cui il calcio ha applicato le sue leggi ancora una volta distaccandosi dalla realtà, dall’aumento dei contagi e dai ricoveri e non considerando i legittimi timori di una squadra che aveva avuto due calciatori positivi - Zielinski ed Elmas - dopo la partita col Genoa, dove si era sviluppato un pericolosissimo focolaio.
Per fortuna esiste un giudice, stavolta non a Berlino ma nella vicina Roma. Un giudice che non ha interessi di parte da difendere ma esamina gli atti senza tesi precostituite. È stata fatta finalmente giustizia, dopo giri tortuosi e giochi di palazzo che hanno indispettito De Laurentiis ma non fino al punto da far perdere lucidità al presidente, che anche ieri ha con ferma serenità difeso il suo operato e si è concesso una sola battuta: «Il Napoli rispetta le regole».
Le stesse parole pronunciate dal collega Agnelli quella sera nello Juventus Stadium. Che l’aria potesse cambiare e il processo diventare finalmente giusto deve averlo capito anche la Federcalcio, che non si è costituita in giudizio presso il Collegio di garanzia dello Sport né ha fatto intervenire il suo legale Viglione per un’arringa. Sconfitto nelle prime due partite, il Napoli ha rimodellato il ricorso grazie all’amministrativista Lubrano, evidenziando che sia Mastrandrea che Sandulli avevano ignorato uno dei pilastri dell’ordinamento: in dubio pro reo. Le prime due sentenze, invece, non avevano ammesso dubbi sul comportamento del Napoli, visto nel terzo grado di giudizio sotto altra luce: quella giusta.
La squadra recupera il punto, sale a quota 24 nonostante abbia perso con Inter e Lazio - a conferma del livellamento di un campionato in cui tutto può accadere - e attende la comunicazione della data per il match con la Juve, che ha cominciato a ingranare in queste ultime settimane: stentava a inizio ottobre e avrebbe rischiato di perdere contro gli azzurri. Questa sentenza è una iniezione di fiducia per il Napoli che ha giocato molto male all’Olimpico spingendo Gattuso a portare tutti in ritiro prima della gara con il malmesso Torino. Al di là degli aspetti tattici e tecnici preoccupa il discorso che De Laurentiis ha fatto sulle condizioni di salute del suo allenatore, che ha nuovamente accusato problemi all’occhio. «Dobbiamo sperare che riprenda la stabilità fisica e mentale». Auguriamo a Gattuso che da stasera possa guardare senza ombre un altro Napoli, dopo l’assist del club.