Napoli, lido Pola tra le macerie: il Cnr studia un progetto per restituirlo alla città

Napoli, lido Pola tra le macerie: il Cnr studia un progetto per restituirlo alla città
di Paolo Barbuto
Domenica 3 Aprile 2022, 00:00 - Ultimo agg. 17:40
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Attraversare la scaletta e piombare in un modo parallelo fatto di immondizia, crolli e randagi aggressivi: avvicinarsi, oggi, a quel che resta del Lido Pola è un’esperienza da cancellare presto, con rabbia, con sdegno.

Era un luogo dove la Napoli antica andava a rilassarsi e a fare il bagno, diventò un posto abbandonato che passò nelle mani del Comune e poi finì nel novero dei “beni comuni”, oggi è solamente un rudere dove non c’è nemmeno più la scombiccherata vivacità che circonda i beni comuni della città. È un posto che mette i brividi, regala tristezza, puzza di animali in putrefazione e legno marcito. È l’immagine della miopia culturale e progettuale delle amministrazioni che hanno gestito la città.

La storia recente del Lido Pola è quella di una struttura che nessuno aveva voglia di gestire. Era già in abbandono quando un gruppo di attivisti decise di occuparlo, una decina di anni fa. Al tempo apparteneva al Demanio che non aveva voglia di rimetterlo in sesto, però non voleva saperne di lasciarlo nelle mani di quelle persone. Furono giorni di tensione, di minaccia di sgombero coatto, di barricate e rabbia. Poi, dopo un po’, si presentò un’occasione che il Comune di Napoli, al tempo colorato d’arancione, decise di prendere al volo.
Il Demanio lasciò il Lido Pola nelle mani di Palazzo San Giacomo che lo inserì nel novero dei “beni comuni” e lo lasciò agli attivisti.

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Sembra il finale della storia, però qui non “vissero tutti felici e contenti” perché Palazzo San Giacomo, in preda a una drammatica crisi di liquidità, nel 2019 decise che avrebbe veduto tutto il patrimonio immobiliare che poteva, compreso il Lido Pola. L’inserimento di quella struttura nel novero dei cespiti in vendita passò inosservato per un po’, poi il nostro giornale rivelò il dettaglio e ci furono nuovi momenti di tensione culminati con un imbarazzante dietro front della giunta de Magistris: «Scusate, abbiamo sbagliato, il Lido Pola non doveva stare nell’elenco degli immobili in vendita».

Però nel frattempo la struttura è diventata troppo pericolosa per consentirne l’utilizzo. Sicché pian piano è stata abbandonata ed è arrivata allo sconcio di oggi.

Però proprio nel momento più buio, però, è arrivata una possibile svolta; s’è presentata sotto un’insegna accattivante “Polars” che sta per «Polo Litoraneo di innovazione per l’Ambiente marino e la Resilienza Sociale»: è un progetto firmato dal Cnr che ha coinvolto anche la comunità del “Lido Pola bene comune” e altre autorità accademiche.

L’ipotesi è quella di trasformare gli ambienti dell’ex stabilimento balneare in un luogo di ricerca, sperimentazione e divulgazione delle attività collegate al mare.

L’occasione per trasformare in realtà il progetto s’è presentata con i fondi del Pnrr. Per quest’avventura sarebbero necessari quattordici milioni. Dopo che l’idea ha superato la prima selezione, quella della manifestazione d’interesse, la Giunta comunale, una decina di giorni fa, ha anche approvato il progetto di fattibilità tecnica ed economica che porta la questione a un altro livello, quello più prossimo alla concessione dei fondi e alla creazione di una nuova vita per il rudere di Bagnoli.

Il disegno del progetto è avvincente, colpisce l’idea di un “acquario virtuale” nell’ampia porzione circolare sottostante la terrazza dell’ex Lido, è impressionante l’ipotesi di realizzazione di una “isola energetica”, una piattaforma galleggiante capace di recuperare contemporaneamente energia dal moto ondoso, dal vento e dal sole.

Poi sono previsti laboratori di biologia ed ecologia marina, centri di caratterizzazione di campioni biologici, un laboratorio di biomeccanica per la progettare barriere a difesa delle coste. 

Lo spazio di condivisione con la comunità del Lido Pola dovrebbe essere garantito dal laboratorio di scienze sociali che in sostanza si occuperebbe della pianificazione di progetti di “rigenerazione urbana e innovazione sociale”, un progetto che, almeno sulla carta, risulta un po’ fumoso e difficilmente immaginabile ma che certamente conterrà tutte le caratteristiche per avvicinare definitivamente la comunità del luogo al progetto, tenacemente scientifico, del Cnr.

Tutto meraviglioso, progetti, disegni, parole, approfondimenti: il “Polars” sarà certamente un’iniziativa travolgente. Però in attesa che arrivi il Progetto avveniristico, il Lido Pola resta un luogo da brividi, sporco, pericoloso. L’accesso alla parte superiore è vietato, quello al di sotto del livello stradale invece è alla mercé di tutti, e si vede dalla quantità di rifiuti che è stata sversata nella pancia dell’antico stabilimento. E se tra schifezze e crolli s’avventurasse un bambino e si facesse male? 

Guardare al futuro non deve far distrarre dal presente. Il Lido Pola grida aiuto, bisogna fare qualcosa. Subito.
 

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