Dovranno passare almeno altri due mesi per vedere ripristinata la curva più famosa della città, quella di via Partenope, devastata dall’ormai sempre più lontana mareggiata del 28 dicembre 2020. In sostanza, e nella migliore delle ipotesi, il parapetto e il marciapiede del lungomare verranno restituiti alla circolazione, e ai napoletani, a ridosso di Pasqua (che quest’anno è il 4 aprile). Il Comune ha stimato in «10-15 giorni i tempi per l’affidamento dei lavori a una ditta» e le operazioni, una volta partite, dureranno «una ventina di giorni». Il conto è fatto, dunque. E i via libera già arrivati dalla Sovrintendenza e dal Comune stesso, con la Giunta che nei giorni scorsi ha approvato e finanziato il progetto di ripristino dei luoghi per 230mila euro, non hanno allontanato le lentezze burocratiche che in questi mesi (non ultimo in occasione delle maxi-uscite di San Valentino) stanno causando diversi disagi a auto, pedoni, ciclisti e ristoratori sull’ex lungomare liberato.
LEGGI ANCHE Lungomare di Napoli, c'è l'ok della sovrintendenza: «I lavori partano subito»
L’odissea dei tempi si spiega anche col fatto che la burocrazia che imbriglia il lungomare è fittissima. Sono tanti gli enti coinvolti nelle decisioni, anche in una situazione di massima urgenza come questa. «La parte sottostante del parapetto, è cioè la scogliera, è gestita dal Comune ma è di proprietà del Demanio marittimo - osservano il presidente di Confesercenti Vincenzo Schiavo e quello di Fiepet Napoli Antonio Viola - Quindi serve coinvolgere anche il Demanio per un restyling del parapetto.
Persiste un problema di attribuzione tra Demanio e Capitaneria, per esempio, per quanto riguarda l’Arco Borbonico crollato a inizio 2021, che a oggi è in ogni caso sottoposto a sigilli della Procura. E nulla si è mosso per il ripristino del molo di Colonna Spezzata, distrutto dalle mareggiate. Nessuna novità anche per il tunnel della Vittoria. I miei tecnici sentono parlare di tempi particolarmente lunghi, addirittura alcuni di loro ipotizzano con terrore che la Galleria potrebbe restare chiusa fino al 2023, perché una volta iniziate le operazioni i lavori dovrebbero poi durare circa un anno». Tornando alla curva, disagi e rischi per la circolazione non stanno mancando, come abbiamo ripetutamente segnalato su queste pagine, e vanno a intaccare anche l’emergenza sanitaria, come accaduto a San Valentino: «Con il marciapiede interrotto dalle transenne - dice Andrea Macchia, socio di Regina Margherita- Non c’era spazio per clienti, veicoli e passanti, tutti a ridosso del cantiere». Un cantiere centralissimo in cui, dopo cinquanta giorni, non si è mai visto nemmeno un operaio.