Per i ragazzini quel pontile diroccato è un invito all’avventura, si arrampicano e si cimentato in tuffi acrobatici. Mergellina, l’ex attracco “Saint Tropez” è in disarmo da dieci anni ed è considerato pericolante dal 2015: oggi è un ammasso di ferro arruginito e pericoloso. L’autorità portuale ha piazzato strisce bianche e rosse e cartelli di avvertimento del pericolo ma per gli adolescenti quei divieti si trasformano in inviti: salgono, si lanciano e troppo spesso si fanno male.
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L’ultima volta è accaduto tre giorni fa. Si sono feriti due ragazzi in due momenti differenti e le modalità sono quasi sempre le stesse: non si accorgono dei ferri arrugginiti che sporgono e si provocano profonde ferite, alle gambe, a volte anche al torace o al volto.
Uno dei due se l’è cavata con qualche graffio che è stato curato a casa con un po’ di alcool e qualche cerotto; l’altro, un quindicenne, invece è uscito dall’acqua urlando dal dolore e quando è stato tirato fuori dagli amici, aveva la gamba destra completamente insanguinata. Immediata la corsa in ospedale dove è le ferite sono state chiuse con innumerevoli punti di sutura, necessaria anche l’antitetanica per evitare ulteriori pericoli.
La vicenda ha fatto tornare prepotentemente a galla la questione del molo della vergogna del quale si è occupato anche il Tribunale Amministrativo lo scorso febbraio.
Nel 2018 un gruppo di imprenditori chiese all’Autorità portuale di ottenere la concessione per quel pontile pericolante. L’avrebbero rimesso in sesto e trasformato in solarium. Non ci fu risposta, così dopo qualche mese gli imprenditori scrissero nuovamente all’Autorità Portuale e, finalmente, ebbero una risposta: quel pontile lo daremo in concessione, ma lo faremo tramite un bando pubblico. Gli imprenditori sono rimasti ancora in attesa, pronti a partecipare al bando che, però, non arrivava. Così si sono rivolti al Tar che, a febbraio ha emesso la sua sentenza. La settima sezione, (presidente Liguori, consigliere Di Napoli, estensore Ianniello) ha scritto che l’Autorità Portuale ha sostenuto che c’era l’intenzione di avviare una procedura di assegnazione e adesso ha l’obbligo di mantenere la promessa: parta con immediatezza il bando - ha scritto il giudice amministrativo - oppure se ne occuperà il responsabile del Demanio Regionale come commissario ad acta.
Era metà febbraio, poi il mondo è stato travolto dal Covid-19, la vicenda è rimasta bloccata.
La riqualificazione di quel pontile viene chiesta, da anni, dal consigliere regionale Francesco Borrelli che ieri è nuovamente intervenuto sulla vicenda: «È assurdo che l’Autorità Portuale non provveda a mettere in sicurezza l’area, a rimuovere tutti i paletti arrugginiti e ad affidarla a soggetti capaci di riqualificarla. Sono anni che lo denunciamo ma sembrano sordi. Non rispondono neanche alle mail e alle note ufficiali mostrando un disinteresse e una arroganza non comuni per un ente pubblico».
Hanno rincarato la dose i consiglieri municipali di Chiaia Benedetta Sciannimanica e Gianni Caselli, anche loro dei Verdi: «Le ferite di quel ragazzo dimostrano l’estrema pericolosità di questa fatiscente struttura che, fra l’altro, rappresenta un elemento di forte degrado per questa zona che è uno dei luoghi più frequentati e suggestivi della città. Occorrono interventi urgenti di messa in sicurezza».