Metropolitana di Napoli, missione al ministero: ​«Sbloccate i nuovi treni»

Metropolitana di Napoli, missione al ministero: «Sbloccate i nuovi treni»
di Paolo Barbuto
Mercoledì 6 Luglio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 7 Luglio, 08:01
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Missione romana per l’assessore ai trasporti Edoardo Cosenza, vertice al Ministero dei Trasporti, sul tavolo la questione dei nuovi treni della Metropolitana: lunedì scorso il sindaco Manfredi s’è sfogato sui ritardi burocratici che tengono ancora fermi in deposito gli otto convogli già arrivati dalla Spagna ai quali si aggiungeranno presto altri dodici mezzi. La lentezza nei test sulla sicurezza sarà il tema della giornata romana e l’assessore Cosenza ha buone sensazioni sul recepimento delle istanze napoletane nelle stanze del Mit. 

La questione è lunga e spinosa. Esattamente un anno fa le prove per far entrare in servizio il primo dei nuovi treni erano già concluse, mancava l’ultimo test per ottenere il placet ministeriale. Proprio nel corso di quell’ultima prova, con gli addetti del ministero a bordo, il treno spagnolo della Linea 1 prese fuoco.

Ovviamente le procedure vennero bloccate. Nel frattempo la struttura ministeriale che si occupa della concessione del permessi è cambiata, prima era l’Ustif, adesso è l’Ansfisa, agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie. Dopo un lungo percorso di ricerca sulle cause dell’incendio e dopo decine di relazioni tecniche che avrebbero individuato le colpe dell’incendio in un problema dell’infrastruttura (gallerie, cavi elettrici e binari) e non dei nuovi treni, sono ricominciati i test per mettere in servizio i convogli. 

Il primo dei treni viene sottoposto a una lunghissima serie di prove, sia tecnologiche che di viaggio: se il convoglio “numero uno” passa il test favorevolmente, anche gli altri potranno essere messi sui binari, ma tutti i treni, dopo aver ottenuto il consenso del Ministero, devono percorrere cinquemila chilometri senza passeggeri prima di poter diventare operativi.

La nuova procedura per la Linea 1 è a un passo dal traguardo. Quasi tutti i test sono stati compiuti, fra difficoltà organizzative e lentezze burocratiche. Attualmente mancano solo altre due sessioni di prove per arrivare al traguardo della messa in esercizio, però proprio su queste ultime due prove si stanno concentrando le più intense difficoltà organizzative. Il fatto è che gli addetti dell’Ansfisa sono pochi e devono occuparsi di tutta l’Italia, sicché per riuscire a predisporre un appuntamento per le verifiche bisogna avere pazienza: sono iniziate le ferie, c’è da rispettare la festività del santo patrono, bisogna verificare che non ci siano altri impegni precedenti, così gli ultimi due appuntamenti napoletani continuano a slittare.

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Se il vertice di Roma andrà a buon fine e le ultime prove avranno un’accelerata, i nuovi treni potrebbero essere pronti ad entrare in servizio già al termine dell’estate (ma forse anche prima). In caso di esito positivo dei test definitivi, bisognerebbe solo far partire il lungo percorso da cinquemila chilometri, poi il primo treno potrebbe iniziare ad accogliere i passeggeri e, in sequenza, tutti gli altri. Ipotizzando un “placet” ministeriale entro la fine di luglio, bisognerebbe far partire subito il nuovo convoglio per fagli macinare chilometri: in Anm hanno anche predisposto un piano d’azione che prevede la possibilità di mettere il nuovo treno azzurro sui binari per sedici ore al giorno (ovviamente senza passeggeri), alternato alle scalcagnate carrozze gialle attuali, alla velocità di trenta chilometri l’ora. Con questo ritmo, per ogni giornata il nuovo treno riuscirebbe a percorrere 480 chilometri e sarebbero necessari poco più di dieci giorni per far completare l’ultimo step delle prove generali e farlo entrare in attività. Considerando una sosta nei week end, possibili giorni di sospensione e ore di necessaria attività manutentiva, il tempo si allunga a venti giorni: ecco perché se le procedure burocratiche si concludessero a luglio, è facilmente ipotizzabile la trionfale entrata in servizio del primo dei nuovi treni entro la fine di agosto. Ma se chiedete conto di queste date ad Anm e al Comune di Napoli, vi diranno che non c’è nulla di certo.
 

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C’è poco di certo anche sull’avanzamento dei lavori per le nuove stazioni, in particolare per la tratta Poggioreale-Capodichino: quel cantiere è ancora sotto sequestro dal 5 di gennaio, quando avvenne il crollo nel sovrastante cimitero, e le possibilità di proseguire celermente per chiudere il percorso fino all’aeroporto entro il 2025, sono attualmente impensabili: se ne parlerà almeno nel 2027, ma solo se non ci saranno altre difficoltà.

Attualmente sembra rispettato il cronoprogramma per l’apertura delle stazioni “Tribunale” e “Centro Direzionale” entro il 2023: i lavori in entrambi i siti procedono con rapidità e i tempi potrebbero essere quelli previsti. C’è ancora da attendere a lungo, invece, per la conclusione dei lavori al parco archeologico della stazione Municipio e al sottopasso che collegherà la stazione al porto di Napoli. Ci sono ancora circa tre anni consecutivi di interventi da affrontare. 

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