Napoli milionaria alla lotteria, Laurito: «Spero in tanta beneficenza»

Napoli milionaria alla lotteria, Laurito: «Spero in tanta beneficenza»
di Giovanni Chianelli
Lunedì 7 Gennaio 2019, 22:26
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È un simbolo della napoletanità fortunata e gioiosa. E di serate finali della Lotteria Italia ne ha condotte ben due: la prima, nel 1987, con Adriano Celentano, la seconda con Pippo Baudo e Jovanotti, anno 1990. Marisa Laurito si augura che «abbiano vinto persone bisognose e che dopo sappiano distribuire queste risorse inattese». 

La Campania si è presa tutto il podio della Lotteria Italia.
«Appena ho saputo ho sorriso, mi fa molto piacere. Per due motivi: essendo una regione non molto ricca, presumibilmente le vincite saranno andate a chi ne ha bisogno. E poi perché noi campani, noi napoletani, sappiamo essere generosi. Sono sicura che chi ha vinto questa cifra molto alta saprà come ridistribuirla».

Lei cosa farebbe se vincesse?
«Cifre del genere mi fanno quasi paura. Perciò, se dovesse capitarmi, credo che non mi darei alla pazza gioia ma farei cose normali. Terrei una parte per me, magari in previsione di periodi meno buoni, mentre il resto lo darei in beneficenza. Godersi da soli tanto denaro, piovuto dal cielo, è come fare un dispetto alla buona sorte. Invece no: sicurezza personale e solidarietà, questo è il consiglio che voglio dare ai vincitori».

Lei gioca?
«Non ho il vizio ma qualche volta ci cado anche io. Però tento la sorte a un gioco più partenopeo come il Lotto, e ogni tanto ci provo pure con il Superenalotto. Mentre non ho mai comprato un biglietto della lotteria. Il motivo è che non è un gioco molto napoletano, e infatti so che fino ad oggi non avevamo mai avuto grande fortuna con la Lotteria Italia. Ci siamo rifatti alla grande».

E dire che lei ha condotto ben due finali di questo premio.
«Infatti. Ricordo che fu molto emozionante e di grande responsabilità. In fondo stavamo cambiando la vita a qualcuno, in quei momenti. Ora che ci penso ho fatto bene a non comprare i biglietti: sarebbe stato imbarazzante autoproclamarmi vincitrice!».

Qualcuno ha detto che i tre biglietti vincenti sono meglio di un reddito di cittadinanza.
«Noi napoletani siamo sempre un po’ speciali: abbiamo giocato in anticipo e ci siamo presi un acconto. Tornando seri, quando la misura entrerà in vigore toccherà a tutta Italia. Quindi meglio non mischiare la fortuna con le riforme».

In generale l’Italia è un Paese in cui oggi ci si affida molto al gioco d’azzardo.
«Sì, è una reazione fisiologica dei momenti di crisi. Più la povertà dilaga e più aumentano due fenomeni: il gioco e il crimine. Ne ho subìto recentemente le conseguenze anche io. Ho purtroppo ricevuto la visita dei ladri nella mia casa di Roma. È una sensazione terribile e non tanto per la perdita economica. Dopo un furto ci si sente violati e capita che ti portino via pezzi di vita molto importanti. Perciò a tutti gli italiani, in questo difficile momento storico, voglio dare qualche consiglio».

Sentiamo.
«Einstein dice che è soprattutto nei periodi di crisi che arrivano cose potenti, intuizioni destinate a cambiare le cose. Per questo, e lo dico soprattutto ai miei concittadini, puntiamo sulla creatività e l’impegno. Noi napoletani siamo campioni in questo. Perciò giochiamo con moderazione e soprattutto guai a cadere nel crimine. Chi delinque fa una vita orribile, e si porta sfortuna da solo».

A proposito di fortuna, l’ultimo spettacolo in cui sta recitando, “Così parlò Bellavista” è nato sotto una buona stella.
«Oltre ogni auspicio. A Napoli abbiamo fatto sold out tutte le sere e ora ci apprestiamo a fare qualche altra data campana prima del debutto fuori regione che avverrà il 14 al Quirino di Roma. Io mi sto trovando benissimo. È una storia ideata da Luciano De Crescenzo che per me è come un fratello».
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