Movida a Napoli, muro di auto e ragazzi: si sfreccia anche sui marciapiedi

Movida a Napoli, muro di auto e ragazzi: si sfreccia anche sui marciapiedi
di Gennario Di Biase
Lunedì 8 Giugno 2020, 00:00 - Ultimo agg. 12:20
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La fine della pandemia ha prodotto il trionfo della movida: tornata a pieno regime ieri notte, anzi a livelli più intensi del pre-Covid. Mergellina e centro invasi da auto in coda fino alle 4 di mattina e vicoli strapieni, diventati «muri umani». Centinaia gli assembramenti. Fioccati controlli e multe da parte delle forze dell’ordine. Preoccupazione nella «sempre più violenta via Falcone – commenta Mauro Boccassini, presidente del comitato civico di zona – Dopo le gravi violenze di venerdì, ieri mattina ho trovato dei nuovi fazzoletti pieni di sangue sul muretto del Belvedere. Mi chiedo cosa sia successo». Altra costante, che accomuna residenti e gestori dei bar, è la perplessità sui provvedimenti di Comune e Regione: il primo, che aumenta lo spazio di occupazione di suolo dei locali, «impedisce il passaggio per le strade». Il secondo, che impedisce l’asporto di alcolici dopo le 22, «favorisce gli assembramenti all’esterno dei locali». 

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QUI CHIAIA 
Si sente il bisogno di festeggiare, ora che il Covid sembra all’angolo. A via Caracciolo un’auto sfrecciava sul marcipiedi nel tentativo di evitare un traffico da brividi: due arresti: «I soggetti – spiega Francesco Borrelli, consigliere regionale dei Verdi – una volta fermati si sono rifiutati di sottoporsi all’alcol test e hanno minacciato e aggredito i poliziotti». Notte di verifiche al Vomero per la Polizia Municipale del Capitano Frattini: sanzionati 2 bar per drink da asporto oltre le 22.00 e 2 cittadini che bevevano in pubblico. Terzo verbale per un cittadino senza mascherina. Folla in via Bisignano. Vico e vicoletto Belledonne sono una muraglia di corpi alle 23 come all’una e mezzo. Distanziamento sociale zero fino a tarda notte anche in via Petrarca, all’esterno del locale Cimmino, dove alle 3 era impossibile passare, visto il «muro di ragazzi». «Il delirio – commenta Caterina Rodinò del Comitato Chiaia Viva e Vivibile – Vico Belledonne era un muro umano, un enorme assembramento. Dopo tanti mesi di blocco, quella di ieri è stata una folla prenatalizia. A Chiaia tutti hanno aumentato i tavoli esterni e perciò chi beve non può che assembrarsi al centro della strada». «Fare la battaglia al Covid è una cosa, fare la battaglia all’alcol è un’altra – dice Gianluca Fedele del bar Kiki’s – Il divieto d’asporto alle 22 crea problemi. I ragazzi, non potendo portare via i drink, non fanno defluire il traffico pedonale e sostano davanti ai locali. Ci facciano chiudere un’ora prima, se ritengono, ma eliminando il divieto». 

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QUI ANIELLO FALCONE 
Alla folla si aggiunge la preoccupazione, dopo la maxi rissa tra ragazzini tre sere fa. «Non escludo sia accaduto un fatto simile ieri.- aggiunge Boccassini - Una violenza così è un’amara novità. Credo ci sia gente diversa. Vedo ronde di modelli di scooter noti in ambienti criminali che sfilano suonando i clacson. La possibilità di avere un focolaio sotto la finestra fa paura». «L’ordinanza comprime tempi e spazi di lavoro: peggiora le cose dal punto di vista degli assembramenti – spiega Aldo Maccaroni, presidente di Chiaia Night – Condanno tutti gli episodi di violenza. La lotta alla movida procede, la lotta al Covid e al disordine pubblico meno. Nei entra la stessa gente, ma qualche faccia diversa all’esterno la si nota. Ma badiamo al nostro lavoro e su questo non abbiamo conferme». 
 


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QUI CENTRO 
Non si studia, non si va a scuola, non si parte. Le limitazioni residue della pandemia sono un invito alla vita notturna. E il fatto pesa in una città con una densità abitativa record. Così «il centro è preso d’assalto – dice Gennaro Esposito, presidente del Comitato Vivibilità Cittadina – Delirio ovunque sabato ai Quartieri Spagnoli, via Nilo, Bellini. Multe e controlli a Calata Trinità Maggiore. Il divieto di assembramento esiste come regola, ma nei fatti è scomparso. L’aumento delle occupazioni di suolo pubblico ha ristretto gli spazi. La densità abitativa di Napoli non consente distanziamento. Servono altre restrizioni». 
 

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