Movida tra drink e tamburi: scaduta l'ordinanza, a Napoli è tornato il caos

Movida tra drink e tamburi: scaduta l'ordinanza, a Napoli è tornato il caos
di Gennaro Di Biase
Lunedì 20 Giugno 2022, 00:00 - Ultimo agg. 21 Giugno, 07:15
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Due sedicenni ubriache, occhi lucidi e Tennent’s alla mano, camminano a zig zag in via San Giovanni Maggiore Pignatelli. Più che camminare, in realtà, le ragazzine sbandano e barcollano. È la notte fonda del 19 giugno 2022, è la notte del gran ritorno del liberi tutti della movida. Nella lunghissima serata tra sabato e domenica, nelle prime ore di decadenza dell’ordinanza comunale che imponeva la chiusura dei locali alle 2 nei weekend e all’una durante i giorni della settimana, il centro storico è tornato l’emblema della deregulation più totale. Questo è lo scenario, almeno in attesa dei nuovi regolamenti comunali su movida e sicurezza che entreranno in vigore il mese prossimo. Le migliaia di minorenni tra Mezzocannone, Banchi Nuovi, Bellini, Largo Giusso, San Giovanni Maggiore Pignatelli e piazza del Gesù dimostrano l’importanza e l’urgenza delle nuove norme, che prevedono - tra l’altro - maximulte fino a 20mila euro per chi serve alcolici agli under 18. A oggi, invece, si incrociano centinaia di ragazzini con birre o cicchetti a buon mercato, comprati senza difficoltà dai frigo dei gestori scorretti o grazie a un amico 18enne. Oppure prese al volo dagli ambulanti che, dalle 23 in poi, si piazzano ai Banchi Nuovi e all’incrocio tra via Benedetto Croce e Santa Chiara. Il tutto senza controlli da parte delle forze dell’ordine, almeno nei momenti clou della serata di ieri in centro.


BELLINI-NILO
Il tour notturno de Il Mattino incomincia intorno alle 23. È l’orario in cui il centro storico, zone Bellini e Miraglia in testa, diventano il set di una sovrapposizione caotica tra napoletani over 30, le cene dei turisti e i tavolini occupati da giovani e giovanissimi. È una movida che cambia, in sintesi, anche in funzione del boom turistico.

Un flusso raddoppiato di corpi e locali, un pandemonio post-pandemico. Nei vicoli che tagliano piazza Miraglia, per esempio, alcune ragazze americane chiedono di cenare in un bar che serve solo alcolici: l’anarchia che regna sovrana. Poco più giù, dopo uno slalom tra i tavolini che ostruiscono il passo verso San Domenico, cominciano ad arrivare all’orecchio le prime note del concerto on the road. All’angolo tra l’obelisco e via Nilo, una batteria e un basso intonano “My Sharona”. Intorno si balla, si fuma, si applaude. Ma soprattutto si beve. Alle percussioni c’è un ragazzino - bravissimo - di 14 anni al massimo. Fa la spola tra la grancassa e la serata con i suoi coetanei, che sono una miriade.

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MEZZOCANNONE 
Una miriade che ricopre tutta via Mezzocannone: c’è traffico pedonale di minorenni. Il passeggio è più difficile qui che su via Roma a Ischia in un weekend di agosto. Camminare significa scansare liceali che riempiono bar, che si baciano contro i muri scarabocchiati della Federico II, che rollano canne o bevono cicchetti di bassa qualità ma pensati per le loro tasche: costano, al massimo, un euro e 50 centesimi. Facce da bambini e superalcolici. Sono pochi infatti i 18enni: molti di loro, con la maturità alle porte, vivono in queste ore le notti prima degli esami, di vendittiana memoria. Ma è all’altezza del distributore di bibite, snack e alcolici h24 che si incontra l’assembramento più significativo. Centinaia di ragazzini che, dentro e fuori al piccolo locale di una ventina di metri quadri, si assiepano a fumare erba, ascoltare musica trap, consumare alcolici. «Beviamo il fragolino - sorridono due ragazzine agitando i loro bicchieri di plastica - Ne volete un po’? È buonissimo». No, grazie. E voi non potreste. 

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SAN GIOVANNI MAGGIORE PIGNATELLI 
La deregulation più intensa è di casa qui, tra la chiesa di San Giovanni Maggiore Pignatelli e il Palazzo Giusso, sede dell’Orientale, fino alla piazzetta dei Banchi Nuovi, che - tra l’altro - è diventata un tetris di tavolini incastrati uno nell’altro. Circa 20 bar in pochi metri quadrati e migliaia di minori che tracannano birre e stappano bottiglie di vino o spumante. «Senza vodka non c’è vita», grida all’improvviso una ragazzina, senza un perché. Non ci sono altri tipi di attività commerciali, tra piazzetta dell’Orientale e Largo Giusso. Solo bar e baretti, tanti dei quali sono nuovi di zecca. Questa è la piazza da cui partì il corteo poi sfociato nella guerriglia urbana di Santa Lucia contro le restrizioni di De Luca a ottobre del 2020. Questa è stata, nei mesi scorsi, la location delle folli arrampicate su lampioni e palazzi. In questa piazza non si respira. Ragazzini e alcolici riempiono ogni spazio, e non si avvistano pattuglie. In compenso, c’è un ambulante che smercia acqua, Coca Cola. E ovviamente birre. Più tranquilla la situazione a Chiaia: d’estate il flusso si sposta verso il mare. Discorso analogo per via Aniello Falcone: l’altra notte vissuta, ma non assediata.

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