Droga e rave party a Napoli, Decumani sotto assedio: «È un delirio»

Droga e rave party a Napoli, Decumani sotto assedio: «È un delirio»
di Gennaro Di Biase
Mercoledì 18 Agosto 2021, 00:00 - Ultimo agg. 17:42
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È l’estate delle folli notti di movida in centro storico. Il secondo agosto pandemico coincide con le settimane dei rave, delle feste di piazza, dei maxi assembramenti di minorenni e giovani tra Decumani e dintorni, di alcol a bassissimo costo e dello spaccio incontrollato. Continuano le arrampicate sul lampione a San Giovanni Maggiore Pignatelli, ma la novità delle ultime ore è la tecnologia messa a servizio del divertimento: altoparlanti digitali di ultima generazione dotati di batteria al litio, attraverso cui si stanno organizzando dei veri e propri rave di piazza. Party fai-da-te, con «sei concerti in contemporanea anche nella stessa piazza», raccontano dal centro. La deriva, insomma, è anche acustica. 


Piazza San Giovanni Maggiore Pignatelli, i Banchi Nuovi e i Quartieri Spagnoli sono i punti più critici della deregulation, quelli in cui la discoteca in luogo pubblico va per la maggiore (d’estate si svuotano, al contrario, i bar del by night di Vomero e Chiaia).

Si inizia con l’aperitivo, intorno alle 19. Centinaia di giovanissimi occupano i vicoli e le piazze. Drink a un euro, cicchetto a 50 centesimi, bottiglia di vino a 3 euro. Prezzi su misura dei piccoli portafogli dei minorenni, in sostanza. E, di conseguenza, bevande tanto scadenti quanto pericolose per la salute. Distanze e mascherine zero. Le casse al litio da dj, al contrario, trasmettono musica a un volume altissimo. Si creano delle vere e proprie piste da ballo all’aperto. Il clou della serata, nei dintorni di largo Giusso, arriva poco prima della mezzanotte, con una sorta di “coprifuoco al rovescio” che va avanti fino a notte inoltrata tra alcol, erba, fumo, crac e coca. La crisi economica da Covid e le restrizioni pandemiche ancora attive - si veda la chiusura delle piste da ballo - hanno favorito l’escalation della sregolatezza della movida negli spazi urbani. Ci si sposta meno verso le location di vacanza, per problemi di soldi e Covid. Residenti, parrocchia e gestori virtuosi di San Giovanni Maggiore hanno avviato una raccolta firme per la riqualificazione della zona. Giova ricordare che, durante quasi tutto il periodo del lockdown, questa è stata la “piazza anti-regole”. Da qui partì il corteo che alla fine dello scorso ottobre si concluse con la guerriglia urbana di Palazzo Santa Lucia. Per recuperare i mesi di sballo perduti, il by-night partenopeo nel post-restrizioni, è diventato più sfrenato, rabbioso e avido di estasi a buon mercato.

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«La situazione è peggiorata molto - racconta Marco Di Martino della Taverna dell’Arte - Ogni mattina, appena arrivati davanti al locale, dobbiamo sanificare. Lo spaccio in zona è impressionante: si consuma sulle scale. Anche ai Banchi Nuovi la situazione è fuori controllo. L’unica soluzione possibile sarebbe aumentare le verifiche, anche della Guardia di Finanza, sui bar che continuano a cambiare nomi e vendono cicchetti a un euro. A Chiaia, per esempio, ci sono presidi fissi e si verifica la situazione opposta, con controlli serrati». «Basta trascorrere una notte in zona per comprendere l’assurdità di quello che sta accadendo - aggiunge Fabrizio Caliendo del Kestè - Come si può tollerare un market della droga e alcol a 200 metri da Questura e Municipio? Si vuole far morire le attività sane e dare tutto in mano alla mala movida? Sono stanco di lottare e non veder cambiare nulla di fatto». Non se la passa meglio l’altra location di movida in rampa di lancio: quei Quartieri Spagnoli che nel 2019 apparivano rivitalizzati da turisti e locali, oggi sono in piena regressione. «Purtroppo i Quartieri sono tornati a essere sporchi e le istituzioni latitano - spiega Fabrizio De Lella, titolare di Wine Boat in vico d’Afflitto - Col mio locale, un wine bar aperto nel 2018, avevo puntato sul turismo e sulla clientela di qualità, ma nel post-Covid si è perso il controllo del territorio e la zona è diventata una giungla. Nei mesi di pandemia i turisti sono mancati, e così i controlli sono diminuiti. Di conseguenza è diventato tutto anarchico: chi ha voluto si è preso pezzi di strada e ha installato strumentazioni acustiche. Ora che i turisti stanno tornando, però, si fa fatica a rimettere ordine. Feste senza regole tutti i giorni dalle 19 fino all’una». 
 

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