Museo di Maradona, il sì del Napoli: «Un'esposizione interattiva nello stadio»

Non solo cimeli ma effetti speciali e giochi di luce

Lo stadio Maradona
Lo stadio Maradona
di Valentino Di Giacomo
Mercoledì 21 Dicembre 2022, 00:00 - Ultimo agg. 22 Dicembre, 08:57
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Un museo all’interno dello stadio Maradona che raccolga i cimeli di ormai quasi 100 anni di storia, strumenti interattivi, luci in grado di creare effetti speciali avveniristici, visite guidate sul terreno di gioco.

Dovesse sognare ad occhi aperti, sarebbe così il museo del Calcio Napoli che Aurelio De Laurentiis realizzerebbe nell’impianto di Fuorigrotta. Per ora, se il Comune ragiona - con gli assessori al Turismo e allo Sport, Teresa Armato ed Emanuela Ferrante - su come realizzare un museo e un itinerario che porti i turisti a visitare tutti i luoghi presenti in città che celebrano Maradona, il Napoli resta alla finestra, senza fretta. Dipendesse dal presidente sarebbe l’ex San Paolo la location ideale per valorizzare in unico colpo sia la storia che la costruzione del futuro del club.

Non solo, ma un’implementazione turistica dell’impianto di Fuorigrotta porterebbe anche a sanare la stortura che lo stadio resti aperto solo in occasione delle gare disputate dai ragazzi agli ordini di Spalletti, mentre resta inspiegabilmente chiuso per le migliaia di turisti che arrivano in città per visitare - come avviene per tutti i grandi club europei - il campo di calcio. Uno stadio che ha un richiamo così forte che ormai molti turisti organizzano i propri viaggi in città anche in base al calendario delle gare del Napoli così da poter vivere un’esperienza unica all’interno dell’impianto dove gioca uno dei maggiori club europei e dove ha giocato il più grande calciatore di tutti i tempi.

Ad ogni partita del Napoli è ormai un must vedere a Fuorigrotta centinaia di tifosi che arrivano allo stadio con la bandiera della propria nazionale. 

Devono obbligatoriamente parlarsi, quindi, il Comune e il club. Da una parte c’è un ente che pensa di dover preservare una struttura pubblica quale è lo stadio, dall’altra però c’è un presidente che ritiene di essersi guadagnato sin dal suo arrivo alla guida del club azzurro un’indubbia credibilità avendo investito centinaia di milioni di euro per riportare il Napoli nel gotha del calcio mondiale e senza avere dalla sua neppure un Maradona. Non c’è nessuna preclusione da parte di De Laurentiis nel costruire una nuova collaborazione, c’è però diffidenza per le lentezze burocratiche che tante volte rendono strenuamente faticoso varare progetti e fare innovazione, come sarebbe innovativo un museo dedicato al Napoli, quando c’è da dialogare con la pubblica amministrazione. Un museo che il presidente riempirebbe sì dei cimeli della storia del club, ma che vorrebbe moderno, interattivo e, provenendo dal mondo del cinema, qualcosa di completamente rivoluzionario.

Progetti inevitabilmente frenati anche dalla difficoltà in Italia - non solo a Napoli - di trovare un’intesa per l’affidamento degli stadi ai club di calcio. Sarebbe un passaggio indispensabile per liberare energie e quindi consentire ai club di poter realizzare tour guidati, musei e attività ricreative all’interno degli impianti. Tra le sponde trovate in questi anni ci sono state principalmente quelle con la Regione e con Vincenzo De Luca, tra i politici maggiormente stimati dal presidente del Napoli: prima il restyling dell’ex San Paolo per le Universiadi del 2019, poi la realizzazione del “miglio azzurro” che dall’ingresso del garage dello stadio porta fino agli spogliatoi e poi al terreno di gioco. Progetti che è stato possibile sì realizzare, ma con le immancabili lentezze insite della pubblica amministrazione. Se fosse invece consentito al club di gestire l’impianto di Fuorigrotta, non solo si riuscirebbe ad accelerare i processi, ma verrebbe anche consentito al club - è il ragionamento a Castel Volturno - di varare una programmazione sugli interventi e i progetti da realizzare. Un tema nazionale, non solo locale, che riguarda lo sviluppo che si vorrà dare al calcio, anche in termini economici, nel nostro Paese.

Un’eventuale intesa passerà da un dialogo tra il sindaco Manfredi e De Laurentiis. Per ora sono comunque a lavoro gli assessori al Turismo e dello Sport, Teresa Armato ed Emanuela Ferrante, che hanno avviato i primi passi per provare a realizzare un vero e proprio piano di turismo sportivo in città senza lasciarlo all’improvvisazione della passione che spunta da ogni angolo della città. Il Comune ha infatti annunciato, anche sulla scia dei tanti turisti arrivati in città per la vittoria ai Mondiali dell’Argentina, di voler iniziare per il prossimo anno a costruire un itinerario turistico che porti i visitatori a ripercorrere i luoghi simbolo del passaggio di Maradona in città. Non solo il murale dei Quartieri Spagnoli, ma anche quello di Napoli Est realizzato da Jorit o, a Spaccanapoli, il bar Nilo che espone il capello di Diego e poi le statue scolpite per raffigurare il Dio del calcio. Sono primi passi, ma per costruire qualcosa di concreto, tutto passerà dal dialogo tra le istituzioni e il Napoli Calcio per non vanificare “l’effetto-Doha”.
 

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